Cosentino, la Camera nega l'arresto: "Io vittima". Caos Lega

Politica
Nicola Cosentino e con Alfono Papa, in Aula giovedì 12 gennaio 2012

Con 309 voti contrari e 298 a favore, Il Parlamento respinge la richiesta di carcerazione preventiva per il deputato del Pdl, che si dimette comunque da coordinatore. Berlusconi: "Un voto di giustizia". Rissa sfiorata tra i leghisti. Radicali votano "no"

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La Camera salva Nicola Cosentino e con 309 voti contrari e 298 a favore (guarda il video della votazione) respinge la richiesta di arresto avanzata dai pm di Napoli secondo i quali avrebbe favorito il clan dei Casalesi. L'ex sottosegretario però, come già preannunciato prima della votazione, decide di dimettersi da coordinatore del Pdl campano per difendersi in tribunale da quelle che lui stesso definisce "accuse infamanti" ribadendo di essere "vittima di una aggressione mediatica, politica e giudiziaria".
Determinanti per il 'no' all'arresto i voti dei Radicali e della Lega, che si spacca tra maroniani, favorevoli alla carcerazione preventiva, e 'cerchio magico'. A far presagire l'esito del voto erano arrivate, il giorno prima delle operazioni in Aula, le parole di Umberto Bossi, che a sorpresa e a differenza di quanto stabilito dalla segreteria di partito del 9 gennaio, ha annunciato la libertà di coscienza. Linea ribadita nel corso di una riunione del gruppo descritta come 'movimentata'; ci sarebbero stati momenti di tensione con una rissa sfiorata tra Roberto Paolini, contrario all'arresto, e Giampaolo Dozzo.

Cosentino salvo per 11 voti - Cosentino è salvo per 11 voti, ma ha potuto contare sul sostegno di una cinquantina di deputati in più rispetto a quelli che sulla carta avrebbero dovuto votare contro l'arresto, visto che i no sono stati 309 e i sì 298. Esultano i deputati del Pdl, che subito dopo la lettura dell'esito dell'Aula si sono diretti al posto di Nicola Cosentino per abbracciarlo e congratularsi con lui. Lungo è stato l'abbraccio tra l'ex sottosegretario e Alfonso Papa. "Mi auguro - ha detto Papa - che questo voto costituisca un passaggio utile affinché il nostro paese possa essere più garantista e attento ai diritti di tutti". Saluti e strette di mano sono arrivate da tutti gli altri colleghi di partito. (GUARDA LE FOTO)

Nelle immagini l'aula si complimenta con Nicola Cosentino:



Berlusconi: "Un voto di giustizia" - Silvio Berlusconi, invece, è rimasto seduto al suo posto, pur esprimendo soddisfazione con Cicchitto e Alfano. Un voto di giustizia - ha detto il Cavaliere - Ero convinto che questa sarebbe stata la decisione del Parlamento che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso. E' una decisione giusta, in linea con la Costituzione". E ha aggiunto: "Il parlamentare Cosentino affronterà il processo da uomo libero, come è giusto che sia. Questa è la regola prevista dalla Costituzione di un Paese civile, in cui nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato".

Guarda il video:



La Lega si spacca, l'opposizione attacca  - Duro il commento del Pd, che attacca la scelta della Lega di votare no all'arresto. "E' stata una giornata - dicono al Nazareno - amara, i vecchi legami incombono ancora". Per Veltroni "il voto su Cosentino è uno schiaffo ai magistrati e a tutte le forze che contrastano davvero i poteri criminali". Secondo Stefano Ceccanti, Senatore del Pd, intervenuto a SkyTG24 "questo voto ha un significato politico che indica che la prospettiva è la riproposizione dell'alleanza tra Pdl e Lega Nord", (GUARDA IL VIDEO).
Roberto Maroni ribadisce che la sua posizione era un'altra: "Io non ho condiviso la posizione della libertà di voto, ma l'ho accettata perché era la posizione espressa nel gruppo". E aggiunge: "Non so se il nostro elettorato capirà". E infatti sul web e in radio la base grida "vergogna" e si ribella contro l'atteggiamento scelto dai vertici del Carroccio. Infine, l'ex titolare del Viminale scarica sull'Udc la colpa dei voti contro l'arresto. Pronta la replica di Casini: "I numeri sono chiari".
"La Lega non è mai stata forcaiola", spiega Bossi motivando la decisione di lasciare libertà di coscienza. (GUARDA IL VIDEO). "La nostra base - prosegue il Senatur - non è molto amica dei magistrati, ci hanno sempre portato delle rogne. I magistrati, invece di intasare il Parlamento con le loro pratiche facciano i processi". Quanto a Maroni, anche se Bossi nega divisioni, taglia corto: "E' scontento? Non è che ci mettiamo a piangere
per questo".

Determinanti anche sei Radicali - Oltre alla Lega, sono stati determinanti nel 'salvare' Nicola Cosentino i 6 radicali che hanno votato contro l'arresto del deputato del Pdl. "Ci stanno coprendo di insulti per la vicenda Cosentino, ma noi radicali abbiamo il
brutto vizio di leggere le carte", afferma Marco Cappato.
Durissime invece le parole di Antonio Di Pietro: "In Parlamento abbiamo assistito ad un vero mercato delle vacche, con tutto il rispetto per le vacche, ad uno scambio di favori
tipico delle società criminali: questo Parlamento non è più in grado di rispettare le leggi e la Costituzione e non c'è più nessun titolo morale, etico e politico affinché i parlamentari restino al loro posto".

Le accuse contro Cosentino - L’autorizzazione all’arresto di Cosentino è stata chiesta lo scorso 6 dicembre dalla procura di Napoli. Il deputato è indagato in un'inchiesta su collusioni tra camorra e politica e che riguarda vicende di presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi. Cosentino è accusato di pressioni su funzionari di una banca perché concedessero un finanziamento a esponenti del clan per la realizzazione di un centro commerciale. Il parlamentare è definito nei capi di imputazione formulati dai pm "referente politico nazionale del clan dei Casalesi". Nell'ambito della stessa inchiesta risulta indagato (non per camorra) anche Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli. Secondo l'accusa avrebbe accompagnato Cosentino a Roma per sollecitare i vertici della banca. Il 10 gennaio la Giunta per le autorizzazioni della Camera, con i voti determinanti della Lega Nord, si era dichiarata a favore della richiesta di arresto.

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