Manovra, su Facebook arrivano gli Indignados della nautica

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Più di 2000 iscritti in un giorno alla pagina di protesta contro la tassa sulle barche. Per Massimo Procopio, promotore del gruppo, il balzello è solo "demagogico, un contentino dato a una parte politica solo perché si è dovuto intervenire sulle pensioni"

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di Isabella Fantigrossi

"La tassa sulle barche è demagogica, uno specchietto per le allodole, un contentino dato a una parte politica solo perché dall’altra parte si è dovuto intervenire sulle pensioni". A parlare così è Massimo Procopio, 53 anni, ex velista professionista azionista di Marine Partners, società che opera nella nautica. Da poche ore Procopio è anche il promotore degli Indignados della nautica, la pagina Facebook aperta per protestare contro la tassa sui posti barca decisa dal governo Monti. Nel giorno in cui si è approvata la manovra che reintroduce l'Ici sulla prima casa, aumenta le accise sui carburanti e l'Iva di due punti percentuali e stringe il sistema previdenziale - per molti una vera stangata solo per pensionati e famiglie - in poco più di un giorno gli Indignati della nautica hanno già superato i 2000 iscritti.
"Vogliamo conoscere chi ha avuto l'idea di raddoppiare di fatto il costo di un posto barca dalla sera alla mattina con un inutile balzello", scrive Procopio online. "Abbiamo un'unica possibilità. Diventare tanti e far sentire la nostra voce molto in alto" per spiegare all’inventore della nuova tassa sullo stazionamento delle barche da diporto - cinque euro in più al giorno per le barche da 10 a 12 metri e poi a salire fino a un massimo di 703 euro per le imbarcazioni con lunghezza superiore a 64 metri - "che l'unico risultato di questa assurda scelta sarà un esodo incontrollato" dai porti italiani e che "il turismo estero si rivolgerà altrove, disertando definitivamente le nostre coste". Un provvedimento di questo tipo, continua Procopio, "deprime se non annienta tutto un comparto e il suo indotto tra cui il turismo.

In un momento di crisi come questo non è giusto far pagare di più a chi ha di più?
La questione non è togliere ai ricchi per dare ai poveri, queste sono cose da Robin Hood. Il problema è che si parla tanto di sviluppo e poi invece con questa tassa si va ad azzerare un comparto come quello della nautica, a creare disoccupazione e a ostacolare l’arrivo dei turisti dall’estero. E ne soffriranno anche i negozi a terra vicino ai porti. Subiranno una contrazione perché ci saranno meno barche in circolazione. L’unico effetto di questa tassa è che ora la maggior parte della gente che ha davvero i soldi è pronta a portare la barca all’estero.

La manovra interviene pesantemente sulle pensioni da 1000 euro al mese. Secondo lei lo scandalo è la tassa sui posti barca?
Io non sto difendendo gli interessi dei ricchi, io voglio difendere le persone che lavorano in questo settore. Nel gruppo degli Indignados non ci sono i Briatore. Protestano gli operatori del settore, quelli per esempio che affittano le barche, che si ritrovano a dover pagare una tassa in più che poi ribalteranno sul cliente. Questa è una tassa costruita in fretta e furia, introdotta senza aver fatto un’analisi approfondita delle conseguenze. Nessuno si tira indietro se c’è da fare dei sacrifici. Ma deve essere qualcosa di pensato. E bisogna ricordarsi che dietro ogni barca ci sono posti di lavoro.

Lei crede che una tassa del genere sia in grado di deprimere davvero il settore nautico?

Avrà effetti negativi sul turismo. L’aspetto demenziale è proprio che anche il turista la dovrà pagare. Allora perché non far pagare a chi soggiorna a Roma o a Milano in un albergo a cinque stelle? (l'imposta di soggiorno in realtà esiste già: leggi l'articolo 4 del decreto legislativo n.23 del 14 marzo 2011) La gente non ci andrebbe più e a pagarne le conseguenze sarebbero per primi i camerieri o i cuochi. Ora è stato preso di mira questo settore per dare un contentino a sinistra, visto che sono appena state toccate le pensioni, e perché si presume sempre che chi ha una barca è ricco. Ma così non è.

Resta il fatto che quello della nautica è un settore di lusso. Secondo stime degli addetti ai lavori, l’indotto del turismo nautico produce ogni anno in Italia ricchezza per 5 miliardi di euro...
Allora siano tassati almeno anche tutti gli altri comparti del turismo di lusso. Non solo la nautica.

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