Monti a Bruxelles: inizia l'operazione "credibilità"

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Il premier incontra Van Rompuy e Barroso. Giovedì appuntamento a Strasburgo con Merkel e Sarkozy. L'obiettivo? Convincere Ue e mercati sulla capacità del nostro Paese di uscire dalle "sabbie mobili". Rehn: "Il monitoraggio sull'Italia prosegue"

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Parte l'operazione "credibilità" con cui l'Italia di Mario Monti punta non solo a convincere Ue e mercati sulla sua capacità di uscire dalle "sabbie mobili" (all'indomani di un lunedì nero per le borse). Ma anche a riportare la voce di Roma nella stanza dei bottoni delle decisioni di Eurolandia. Riconquistando il suo ruolo di Paese fondatore dell'euro, co-protagonista delle grandi decisioni. Il tutto mentre il commissario agli Affari economici Olli Rehn avverte: "Il monitoraggio Ue sull'Italia proseguirà. Il lavoro con il nuovo governo è avviato e le sfide che deve affrontare sono difficili". Intanto, sul fronte dei mercati, a metà giornata le Borse europee si muovono senza una direzione precisa, con Madrid (-0,2%) passata in leggero calo e anche Milano che ondeggia con brevi passaggi in zona marginalmente negativa (SEGUI L'ANDAMENTO IN TEMPO REALE).

Il "Professore", forte anche della "piena fiducia" incassata lunedì 21 novembre dal presidente Usa Barack Obama, inizia il suo tour europeo, destinato a diventare una sorta di 'road show' - martedì 22 a Bruxelles con i vertici europei e giovedì a Strasburgo con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy - con un duplice obiettivo: convincere il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy e quello della Commissione, Jose Manuel Barroso, che l'Italia ha pronte le risposte, da tradurre a stretto giro in misure e riforme. E sedersi, con la cancelliera tedesca ed il presidente francese, ad un tavolo a 'tre' gambe, dopo il rischio che il direttorio - da molti battezzato come l'asse 'Merkozy' - relegasse Roma a 'sorvegliata speciale'. Forte anche di una nuova stagione nei rapporti con l'America di Obama che oggi ha chiamato Monti esprimendogli "piena fiducia". In lui ma anche "nell'elevata competenza" dei suoi ministri che sono un "ulteriore garanzia di un'efficace azione di Governo".

E nella 'rentree' nel gotha dei Grandi - che lo vedrà anche il 28 e 29 ai suoi primi Eurogruppo e Ecofin - l'Italia potrebbe dare un contributo fondamentale: mediare tra Berlino e Parigi ancora lontane su temi cruciali come eurobond, revisione dei trattati e ruolo della Bce, sulle leve cioè della governance di Eurolandia che la Bce di Mario Draghi vuole più robusta. Con la Francia - a capo di una nutrita squadra di paesi - che punta a una Bce tipo l'americana Fed (che 'batte' moneta per comprare il debito pubblico Usa attraverso i titoli di stato) e la Germania che, piu' isolata, difende il ruolo anti-inflazione di Francoforte e ne respinge un rafforzamento. E vuole rimettere mano ai trattati in nome di bilanci e governance economica piu' stringenti, tornando a dire 'no', anche oggi, agli eurobond.

Due blocchi contrapposti in cui l'Italia di Monti può inserirsi: favorevole agli eurobond (o agli stability bond, come sembra orientata la proposta che Barroso presenterà mercoledì 23) e contrario, da premier, a cambiare lo status quo della Bce.

Mentre la crisi del debito che pesa sull'Europa è ancora a rischio domino - dall'Fmi e dall'Ue è arrivata la conferma di una richiesta di 'aiuto' dell'Ungheria - Monti dovrà anche, e forse soprattutto, convincere di essere capace di far uscire l'Italia dall'angolo, sottraendola anche alla speculazione.

Tutti gli danno fiducia, con grandi aperture di credito. Ma ora il Professore dovrà darne prova. Presentandosi a Bruxelles se non proprio con le riforme fatte, con risposte esaurienti a quelle domande e quei compiti che Ue e Bce non solo vogliono vedere ma su cui chiedono garanzie di applicazione.

Le misure sono in cantiere. E puntano - ha anticipato Monti alle Camere - a riforme in equilibrio tra rigore e crescita, nel segno dell'equita': si parla di rimodulazione della tassazione tra Irpef-Iva e Imu (con ritorno dell'Ici, forse 'ricalibrata', nella tassa municipale), di una riforma delle pensioni (che passi per l'equità più che per le fasce di età), di un intervento sul mercato del lavoro (più flessibilità e rivisitazione degli ammortizzatori), di una stretta della spesa pubblica (pure con l'addio alle province). Ma anche di liberalizzazioni e infrastrutture. Una 'road map' che - tra qualche rischio di tenuta parlamentare - faccia ripartire il sistema Italia, contribuendo anche alla ripresa di un'Europa che "senza un'economia dinamica" rischia di essere travolta dal sistema globale, ha messo in guardia oggi il responsabile per l'economia Ue, Olli Rehn. Uno tsunami che minaccia non solo i paesi considerati fino a ieri piu' deboli, i Piigs' (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) ma anche i 'big'. Come dimostra il segnale arrivato oggi da Moodys' che ha messo in guardia Parigi sulla rischio di di veder sfumare la 'Tripla A'.

E che continua a minacciare economie come quella spagnola: nonostante elezioni che ha visto il PP conquistare la maggioranza parlamentare, la piazza madrilena è andata giù e lo spread dei 'Bonos' sui Bund si è allargato ancora.

Monti parte per l'Europa - dopo aver sentito oggi i presidenti dell'Eurogruppo e dell'Europarlamento, Jean Claude Juncker e Jerzy Busek - con i compiti 'quasi fatti' e la voglia di cancellare per sempre quel fantasma - paventato da lui stesso tempo fa - di passare da "paese fondatore ad affondatore" dell'Ue.

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