Twitter, il falso Mario Monti scompare: satira o furto?
PoliticaCancellato l'account ironico @palazzochigi, nascono nuovi "fake". Polemiche in rete per il ruolo del deputato Pd Andrea Sarubbi. Intanto sul social network arriva il ministro Giulio Terzi, quello vero
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Il ministro degli Esteri Giulio Terzi è arrivato su Twitter, il presidente del Consiglio, invece, ancora manca. In realtà l’ account @palazzochigi c’era ed era anche molto attivo ma dietro quelle cronache di 140 caratteri non c’era Mario Monti in persona. Si trattava di un fake, un falso utente, dall’intento puramente satirico. Un intento evidentemente non così esplicito per la Polizia Postale o per la stessa Twitter, visto che il profilo è stato probabilmente chiuso per le affermazioni troppo veritiere che potevano generare confusione nei cittadini. La decisione ha dato luogo a polemiche e accuse di censura sul Web. Le discussioni non si sono placate nemmeno dopo la repentina nascita di analoghe iniziative come @palazzogigi e @pchigi. Ad irritare ancora di più gli utenti il ruolo che nella vicenda ha avuto il parlamentare Pd Andrea Sarubbi.
SATIRA O FURTO? - L'eliminazione dell'account – che in precedenza aveva impersonato Berlusconi come ha fatto notare l'utente jumpinshark nella sua ricostruzione - è infatti arrivata dopo le proteste di chi considerava l'intento satirico dell'iniziativa non sufficientemente esplicito. Secondo costoro (tra i quali il gruppo dei socialeroi) c'era il rischio che qualcuno ritenesse @palazzochigi davvero appartenente a Monti (e in effetti c'è chi si è interrogato al riguardo). A scaldare ancora di più gli animi online ha contribuito il fatto che tra i sostenitori di questa tesi ci fosse il deputato Pd Andrea Sarubbi, molto seguito su Twitter dove offre cronache in diretta delle sedute parlamentari con l'hashtag #opencamera. Sarubbi stesso ha infatti segnalato l'account alla Polizia Postale perché valutasse l'eventualità di un furto di identità.
POLEMICHE - La mossa dell'esponente Pd e la celere cancellazione hanno fatto storcere il naso a molti. Per esempio la blogger Loredana Lipperini, esperta di letteratura ha difeso il diritto artistico al “fake” contro i suoi avversari “capeggiati” da Sarubbi. Qualcuno ha parlato di caduta di stile del deputato mentre altri ci sono andati più pesante. Nel giro di poche ore, #opencamera si è così trasformata nell'ironica #opencazzola. Vari follower dell'onorevole, poi, hanno deciso per reazione di non seguirlo più. Da parte sua, Sarubbi, che ha comunque incassato il sostegno di una parte di cinguettatori, ha precisato il suo intento in un intervento più articolato. Nello scritto ha ribadito di avere agito dopo essere stato interpellato da parecchi utenti smarriti, ha confermato i suoi dubbi sulla natura effettivamente satirica dell'account e di essersi limitato a effettuare una segnalazione demandando le valutazioni alla Polizia Postale. Tuttavia, come è stato fatto notare, l'espressione utilizzata dal politico su Twitter (“Game over, spero presto”) suona minacciosa.
LA VERSIONE DI SARUBBI – “Ma 'game over' non si riferiva alla chiusura dell'account, quanto alla fine dell'ambiguità”, spiega ora Sarubbi a SKY.it. Dopo le polemiche, comunque, il deputato Pd ammette di avere agito un po' impulsivamente (“forse ho saltato qualche passaggio”) e confessa che se ritornasse indietro agirebbe diversamente, seguendo un percorso più in linea con le pratiche del Web: “Porrei il problema agli utenti di Twitter, chiederei la loro opinione spiegando i dubbi degli utenti che mi invitavano a fare qualcosa. E solo dopo la discussione, eventualmente, chiamerei la Polizia Postale”. Resta il fatto, comunque, che la “satira deve essere riconoscibile in quanto satira: se vedo Guzzanti che fa Tremonti so che si tratta di una presa in giro. In questo caso non era chiaro”.
I CONFINI DELLA PRESA IN GIRO ONLINE – La vicenda di @palazzochigi e le polemiche che ha generato gettano comunque luce sul fenomeno della satira via Internet e sulla difficoltà, data la novità dei mezzi, a inquadrarla correttamente, almeno dalle nostre parti. Nel caso di Twitter, in particolare, lo sberleffo ai potenti ha dato vita ad un vero e proprio genere basato sull'interpretazione della personalità che si intende prendere in giro. Tra gli esempi più noti e riusciti ci sono @MayorEmanuel, falso e scorrettissimo avatar dell'allora candidato sindaco di Chicago Rahm Emanuel e @QueenUK che veste i panni della regina Elisabetta. Il crinale, a seconda dei casi e dello stile scelto, può essere sottile. Da questo punto di vista @pchigi, il nuovo account, che impersona Mario Monti segue il predecessore esaltando lo stile pacato del nuovo presidente consiglio con cinguettii come questi: “Dopo il sonno ristoratore sveglia alle 5, frugale colazione, una sobria messa e ora alacremente al lavoro per risollevare le sorti del Paese”. Mentre @palazzogigi, che rivela un intento satirico fin dalla foto dell'avatar, si spinge più oltre verso il paradosso: “Si fa presto a dire frugale. Che qua solo a colazione pare di essere a un banchetto. [Elsa, allungami il gorgonzola!]”.
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SATIRA O FURTO? - L'eliminazione dell'account – che in precedenza aveva impersonato Berlusconi come ha fatto notare l'utente jumpinshark nella sua ricostruzione - è infatti arrivata dopo le proteste di chi considerava l'intento satirico dell'iniziativa non sufficientemente esplicito. Secondo costoro (tra i quali il gruppo dei socialeroi) c'era il rischio che qualcuno ritenesse @palazzochigi davvero appartenente a Monti (e in effetti c'è chi si è interrogato al riguardo). A scaldare ancora di più gli animi online ha contribuito il fatto che tra i sostenitori di questa tesi ci fosse il deputato Pd Andrea Sarubbi, molto seguito su Twitter dove offre cronache in diretta delle sedute parlamentari con l'hashtag #opencamera. Sarubbi stesso ha infatti segnalato l'account alla Polizia Postale perché valutasse l'eventualità di un furto di identità.
POLEMICHE - La mossa dell'esponente Pd e la celere cancellazione hanno fatto storcere il naso a molti. Per esempio la blogger Loredana Lipperini, esperta di letteratura ha difeso il diritto artistico al “fake” contro i suoi avversari “capeggiati” da Sarubbi. Qualcuno ha parlato di caduta di stile del deputato mentre altri ci sono andati più pesante. Nel giro di poche ore, #opencamera si è così trasformata nell'ironica #opencazzola. Vari follower dell'onorevole, poi, hanno deciso per reazione di non seguirlo più. Da parte sua, Sarubbi, che ha comunque incassato il sostegno di una parte di cinguettatori, ha precisato il suo intento in un intervento più articolato. Nello scritto ha ribadito di avere agito dopo essere stato interpellato da parecchi utenti smarriti, ha confermato i suoi dubbi sulla natura effettivamente satirica dell'account e di essersi limitato a effettuare una segnalazione demandando le valutazioni alla Polizia Postale. Tuttavia, come è stato fatto notare, l'espressione utilizzata dal politico su Twitter (“Game over, spero presto”) suona minacciosa.
LA VERSIONE DI SARUBBI – “Ma 'game over' non si riferiva alla chiusura dell'account, quanto alla fine dell'ambiguità”, spiega ora Sarubbi a SKY.it. Dopo le polemiche, comunque, il deputato Pd ammette di avere agito un po' impulsivamente (“forse ho saltato qualche passaggio”) e confessa che se ritornasse indietro agirebbe diversamente, seguendo un percorso più in linea con le pratiche del Web: “Porrei il problema agli utenti di Twitter, chiederei la loro opinione spiegando i dubbi degli utenti che mi invitavano a fare qualcosa. E solo dopo la discussione, eventualmente, chiamerei la Polizia Postale”. Resta il fatto, comunque, che la “satira deve essere riconoscibile in quanto satira: se vedo Guzzanti che fa Tremonti so che si tratta di una presa in giro. In questo caso non era chiaro”.
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