La legge di stabilità alla prova della Camera dei deputati. Dopo la sua approvazione Berlusconi dovrebbe rassegnare le dimissioni. Ma per il dopo il suo partito è tentato di giocare la carta Alfano o Dini. Critiche dai quotidiani: "Il tempo è scaduto"
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Si avvicinano le ultime ore del governo Berlusconi, con la legge di stabilità che ha incassato il Sì del Senato nel pomeriggio di venerdì 11 novembre e che ora passa alla Camera dei deputati, eccezionalmente aperta di sabato, per venire approvata in giornata. E, stando alla road map concordata tra il Cavaliere e Giorgio Napolitano lo scorso martedì, il capo del governo dovrebbe rassegnare le sue dimissioni. Per poi appoggiare un nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti? E' questo il grande interrogativo che agita il centrodestra italiano. Se infatti nei giorni scorsi Berlusconi aveva definito ineludibile un esecutivo guidato dal neo senatore a vita, nelle ultime ora si è fatta strada l'ipotesi che il Pdl possa salire al Quirinale per proporre un proprio nome (Lamberto Dini oppure Angelino Alfano), per guidare un governo nel quale a Monti verrebbe riservato soltanto il dicastero dell'economia. Si tratterebbe dell'ultima carta per salvare l'alleanza con la Lega Nord, che per bocca di Bossi e Maroni ha già fatto sapere di essere contraria a ogni ipotesi tecnica.
Formigoni: "In tempi eccezionali, scelte eccezionali" - Una strategia che vede però la bocciatura di quasi tutti i quotidiani in Italia. "Scherzare col fuoco" titola un editoriale di Massimo Franco sulla prima pagina del Corriere della Sera. "Non esiste alternativa a un'assunzione di responsabilità - scrive l'opinionista - Pensare che dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi l'Italia possa permettersi di sprecare altro tempo significherebbe immolarsi sull'altare della speculazione finanziaria." E a favore dell'ipotesi Monti, sempre sul quotidiano milanese, scende in campo Roberto Formigoni, che in un'intervista spiega che "in una fase eccezionale, servono risposte eccezionali." E sulle divisioni all'interno del Pdl, il governatore della Lombardia spiega che "nel mio partito si sta discutendo alla luce del sole e in maniera molto chiara. [...] Alla fine decideremo in un luogo democratico".
La Stampa: "Il tempo è scaduto" - Ancora più netta la presa di posizione de La Stampa di Torino, che in un breve commento non firmato in prima pagina, avvisa che "entro lunedì l'Italia deve avere un governo affidabile e in grado di interrompere la spirale mortale in cui stiamo precipitando. Sembra che qualcuno non abbia capito che ora è. La Lega e gli usurati colonnelli del Pdl sembrano pensare solo alla loro sopravvivenza. E' bene che aggiornino al più presto i loro orologi, il tempo è drammaticamente scaduto."
Confindustria: "Monti unica soluzione - E una richiesta per una nuova unità nazionale e un appoggio a un ipotetico governo Monti arriva da Confindustria. Dalle pagine del Sole 24 Ore, Gianfelice Rocca, vicepresidente dell'associazione degli industriale è categorico: "Siamo all'ultima spiaggia. L'unica soluzione? Un governo tecnico guidato da Mario Monti.
Il Giornale per tornare alle urne - Una delle poche voci fuori dal coro è quella de Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, che in prima pagina, nell'editoriale di Vittorio Feltri, scrive che "bisogna rassegnarsi all'idea che le larghe intese sono irrealizzabili; e, quand'anche lo fossero, durerebbero lo spazio di un mattino. Perché il governo può anche essere tecnico, ma la maggioranza parlamentare chiamata ad approvare le leggi non è mai tecnica bensì politica." Il quotidiano di via Negri, poi, rilancia l'evento che vedrà Feltri, Sallusti e Giuliano Ferrara manifestare contro l'ipotesi di governo tecnico e a favore di un ritorno alle urne.
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