Monti verso l'incarico. Obama: "Fiducia nel nuovo governo"

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L'economista al Colle per due ore di colloquio con il Capo dello Stato. Il presidente Usa telefona a Napolitano. No di Lega e Idv a un esecutivo tecnico. Berlusconi avrebbe detto ai senatori Pdl: "Vorrei il voto ma i mercati non possono aspettare mesi”

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A pochi giorni dalle dimissioni di Silvio Berlusconi e il successivo avvio delle consultazioni da parte del Capo dello Stato, si avvicina la nascita del nuovo governo a guida Mario Monti. Giovedì 10 novembre l'economista, nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è salito al Colle per un colloquio di due ore con il Capo dello Stato. In giornata Napolitano ha ricevuto anche una telefonata da Barack Obama, in cui il presidente Usa ha "espresso fiducia nella leadership del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la messa in piedi di un governo ad interim che attuerà un programma di riforme aggressivo e riporterà fiducia sui mercati".
Venerdì 11 novembre, poi, ci sarà il 'debutto' in aula al Senato, dove il presidente della Bocconi siederà per la prima volta per il voto sulla legge di stabilità. Da registrare anche le dimissioni di Bini Smaghi dal board della Bce. E mentre le quotazioni di Monti a Palazzo Chigi salgono, la politica si divide.
Garantito l'appoggio di Terzo Polo e Pd (IL VIDEO). La Lega ribadisce che, qualora dovesse concretizzarsi l'ipotesi di un governo tecnico, resterà all'opposizione. Dice no grazie anche l'Idv, mentre il Pdl prenderà una decisione ufficiale e definitiva solo sabato sera, quando si riunirà l'ufficio di presidenza.
Intanto, all'indomani della nomina di Mario Monti come senatore a vita in vista di un incarico per mettere a punto un governo di coalizione, Piazza Affari ha tirato il fiato. Il listino milanese ha chiuso in rialzo dello 0,97% a 15.218 punti e il Ftse All Share dello 0,75% a 15.876 punti. E lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi è sceso a 510 punti.

Pdl cerca un'intesa- Nel partito il clima è teso: una parte degli ex An (tra cui Matteoli, Meloni e La Russa) e anche alcuni ministri ex Fi e di area socialista (come Sacconi, Brunetta ma anche Gelmini) preferiscono un ritorno anticipato alle urne e in un lungo vertice a Palazzo Grazioli hanno espresso a Berlusconi tutte le perplessità verso una scelta che, secondo loro, danneggerebbe il partito. Nel mirino degli 'scontenti' finisce anche il segretario Angelino Alfano, che da ore tenta la mediazione tra le diverse posizioni (IL VIDEO). Alla fine, ogni decisione è rimandata a sabato sera, quando il 'parlamentino' del Pdl sarà chiamato a pronunciarsi nuovamente (lo aveva già fatto nei giorni scorsi decretando la linea delle elezioni anticipate in caso di caduta del governo). Nuova riunione che, sottolineano in via dell'Umiltà, servirà proprio per cambiare posizione e dare il via libera all'appoggio al governo Monti. Ma con la garanzia che gli 'scontenti' non daranno vita a scissioni, gruppi autonomi o fughe e il partito resterà unito.

Berlusconi: "Vorrei il voto ma i mercati non aspettano" - Per Berlusconi - come aveva già spiegato all'alleato Bossi – la scelta di Monti è ormai ineludibile. E ai vertici del partito riuniti a Palazzo Grazioli ha assicurato: "Sono aperto ai vostri suggerimenti, considerate però che io devo tutelare gli interessi del Paese, l'Italia viene prima di tutto". Poi, incontrando i senatori del Pdl a Palazzo Madama, avrebbe detto che la decisione" se appoggiare o meno un governo tecnico "deve essere presa dall'ufficio di presidenza" ma "se necessario, sarà chiamato in causa anche il Consiglio nazionale". E ancora: "Sono preoccupato ma sereno perché ho fatto la mia parte. Il voto è una scelta limpida ma non possiamo aspettare mesi a causa della speculazione dei mercati".
Arrivando in Senato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato contestato da alcune persone che sostavano su via Rinascimento. Alcuni gli hanno urlato: "Delinquente, vai a casa"

Bossi: "Meglio stare fuori" - Il Carroccio, invece, non cambia posizione. Per la Lega "è meglio stare fuori" da un eventuale governo a guida Mario Monti, "e da fuori controllare volta per volta". Lo ha detto il leader Umberto Bossi (IL VIDEO). Parole chiare che seguono quelle del ministro dell'Interno Roberto Maroni ("Nel caso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano decidesse di dare l'incarico di governo a qualcuno non espressione della maggioranza la Lega non entrerà in questo governo e passera' all'opposizione"), e di Roberto Calderoli che ha annunciato battaglia contro quella che chiama "la futura Banda Bassotti" a cui i leghisti faranno "un opposizione durissima".

Legge di stabilità approda in Senato - Via libera della Commissione Bilancio del Senato al ddl stabilità. Approvate le proposte di modifica contenute nel maxiemendamento presentato dal governo e nel pacchetto del relatore, Massimo Garavaglia (Lega). Venerdì 11 novembre il il testo approda nell'aula di Palazzo Madama che lo licenzierà entro la giornata. Sabato passerà alla Camera per il via libera definitivo.

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