Trincea Parlamento: per il governo ogni voto una sofferenza
PoliticaPer non essere battuta dall'opposizione, la maggioranza fa passare una mozione Idv che cancella i fondi al Ponte sullo Stretto. E intanto rinvia a data da destinarsi il ddl intercettazioni. E solo nell'ultima settimana l'esecutivo è andato 'sotto' 2 volte
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Urla e insulti alla Camera: è bagarre tra leghisti e finiani
Fiducia al governo: è caccia all'ultimo voto
di Serenella Mattera
La paura fa brutti scherzi, di questi tempi, al governo Berlusconi. Blocca leggi bandiera come le intercettazioni e la prescrizione breve. E quasi ‘ammazza’ l’opera simbolo, il Ponte sullo Stretto di Messina. Mancano i numeri, questo è il problema. Alla Camera una manciata di assenze rischia di consegnare all’opposizione vittorie parecchio dolorose per la maggioranza. E allora si preferisce non rischiare. Rinviare le leggi, blindare l’Aula quando c’è da votare e dare parere positivo anche a mozioni dell’opposizione, per evitare di ‘andar sotto’. Qualunque sia la conseguenza.
Basta fondi al ponte – Risale al 27 ottobre l’ultimo episodio. Nella tarda mattina nell’emiciclo di Montecitorio si votano mozioni, ma diversi scranni del centrodestra sono vuoti, per assenze giustificate e non. Tra le altre, c’è all’esame una mozione a firma Idv, che impegna il governo a sopprimere i finanziamenti pubblici (1,7 miliardi di euro) per il Ponte sullo Stretto. Il viceministro alle Infrastrutture Aurelio Misiti chiede una riformulazione del testo, ma i dipietristi rispondono picche. Si aspetterebbero allora il parere contrario dell’esecutivo al loro testo. E invece no. Perché il centrodestra non ha i numeri: rischia di essere battuto dal centrosinistra. E allora si decide di dare parere positivo a tutte le mozioni, inclusa quella Idv: maggioranza e opposizione voteranno insieme, impossibile ‘andar sotto’.
Ma il risultato è un pasticcio. Il governo si impegna a sopprimere i finanziamenti e di conseguenza archiviare l’opera. Apriti cielo. Il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, fervido sostenitore del Ponte, prende subito le distanze: “Il viceministro Misiti ha espresso parere favorevole a titolo personale”, dice. Lui, Misiti, spiega che non ci sono problemi, che il governo conserva il suo potere discrezionale e non cancellerà i fondi. Ma intanto la frittata è fatta.
L'opposizione esulta – In un emiciclo di Montecitorio sempre più surriscaldato, l’opposizione (conta il Pd) ha battuto 94 volte la maggioranza in questa legislatura. Con un ritmo crescente negli ultimi mesi. Solo a settembre, infatti, nelle dieci sedute con votazioni (su 15 sedute totali), la maggioranza è andata ‘sotto’ ben otto volte. Record il 20 settembre: sulla legge sugli spazi verdi urbani, l’opposizione ha prevalso per cinque volte di seguito, portando anche all’approvazione emendamenti senza copertura finanziaria.
E le cose non accennano a migliorare. L’11 ottobre la bocciatura dell’articolo 1 del rendiconto di bilancio ha costretto il governo a un voto di fiducia, per confermare la sua capacità ad andare avanti. E solo nell’ultima settimana, l’opposizione ha prevalso due volte, nel voto di due mozioni (su vicenda Iribus e Rc auto).
Sminare il percorso – Per evitare di soccombere, sempre più di frequente il governo evita di dare il proprio parere sugli atti e si rimette alle decisioni dell’Aula. Ma più in generale, per ‘sminare’ un percorso parlamentare sempre più travagliato, si è deciso di accantonare per il momento alcuni provvedimenti controversi.
Così, il ddl intercettazioni (osteggiato da qualcuno anche nella maggioranza) è scomparso dal calendario di novembre dell’Aula di Montecitorio, mentre al Senato slitta a tempo da definirsi l’esame del testo sulla cosiddetta prescrizione breve. E intanto la riforma dell’articolo 41 della Costituzione, le cui votazioni erano iniziate alla Camera la scorsa settimana, è stata accantonata e rinviata (per ora) all’ultima settimana di novembre.
Fiducia, mon amour – A chi l’accusa di non avere i numeri in Parlamento, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ricorda che il suo governo ha sempre avuto la fiducia. Per ben 51 volte, in questa legislatura. Perché quando è a rischio la vita dell’esecutivo, i deputati del centrodestra (non senza mugugni e trepidazioni) si ricompattano: 316 sì contro 301 no, nell’ultimo voto di fiducia.
Trincea Transatlantico – Ma nell’attività quotidiana il Transatlantico di Montecitorio è diventata una vera trincea. Durante le votazioni, i deputati sono precettati e i ministri richiamati rapidamente in Aula, annullando o rinviando gli altri impegni. Anche le pause caffè sono 'precettate', perché pure la distrazione di un paio di parlamentari può essere ‘fatale’ per il governo. Può accadere infatti che l’opposizione metta in atto una delle sue ‘imboscate’. Come quando iscrive diversi deputati a parlare e poi ritira le richieste di intervento all’improvviso, anticipando il voto. E allora i colleghi della maggioranza sono costretti a grandi corse in Aula, lasciando il tramezzino, il caffè o la sigaretta a metà.
A dire il vero, però, come documenta Openpolis, non di rado un aiuto viene proprio dai parlamentari dell’opposizione. Perché nel 35% dei casi, una volta sul tre, sono state le assenze nei banchi del centrosinistra a ‘salvare’ la maggioranza, evitando che fosse battuta sebbene non avesse i numeri.
Lavori a rilento – Più in generale, ad ogni modo, il Parlamento in questa legislatura si rivela ‘rallentato’. Lo denuncia anche il Corriere della Sera con un editoriale del professor Michele Ainis. “Appena 42 leggi d’iniziativa parlamentare sono state approvate nella legislatura – conteggia – però soltanto una negli ultimi sei mesi. Se aggiungiamo quelle scritte sotto dettatura del governo (i tre quarti del totale), la cifra cresce un po’, ma neppure tanto”. Da gennaio a oggi, segnala Sergio Rizzo, “un’apatia senza precedenti” ha portato al varo di solo 14 leggi di iniziativa parlamentare. Molte delle quali, sottolinea Rizzo, non “decisive”, come quella che istituisce la Giornata per le vittime di disastri ambientali, o quella che esclude la pensione di reversibilità per chi ha assassinato il coniuge pensionato.
E mentre l'opposizione solleva i suoi dubbi che in una situazione del genere il governo sia in grado di condurre in porto i provvedimenti annunciati nella lettera all'Europa, i deputati si prendono una bella pausa per il ponte dei morti: seduta aggiornata alle 13 di giovedì 27 ottobre, si ricomincia alle 16 di mercoledì 2 novembre.
“Il Parlamento giace su un binario morto – sentenzia Ainis - E a questo punto non servono più cure, ci vuole un’autopsia”.
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Basta fondi al ponte – Risale al 27 ottobre l’ultimo episodio. Nella tarda mattina nell’emiciclo di Montecitorio si votano mozioni, ma diversi scranni del centrodestra sono vuoti, per assenze giustificate e non. Tra le altre, c’è all’esame una mozione a firma Idv, che impegna il governo a sopprimere i finanziamenti pubblici (1,7 miliardi di euro) per il Ponte sullo Stretto. Il viceministro alle Infrastrutture Aurelio Misiti chiede una riformulazione del testo, ma i dipietristi rispondono picche. Si aspetterebbero allora il parere contrario dell’esecutivo al loro testo. E invece no. Perché il centrodestra non ha i numeri: rischia di essere battuto dal centrosinistra. E allora si decide di dare parere positivo a tutte le mozioni, inclusa quella Idv: maggioranza e opposizione voteranno insieme, impossibile ‘andar sotto’.
Ma il risultato è un pasticcio. Il governo si impegna a sopprimere i finanziamenti e di conseguenza archiviare l’opera. Apriti cielo. Il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, fervido sostenitore del Ponte, prende subito le distanze: “Il viceministro Misiti ha espresso parere favorevole a titolo personale”, dice. Lui, Misiti, spiega che non ci sono problemi, che il governo conserva il suo potere discrezionale e non cancellerà i fondi. Ma intanto la frittata è fatta.
L'opposizione esulta – In un emiciclo di Montecitorio sempre più surriscaldato, l’opposizione (conta il Pd) ha battuto 94 volte la maggioranza in questa legislatura. Con un ritmo crescente negli ultimi mesi. Solo a settembre, infatti, nelle dieci sedute con votazioni (su 15 sedute totali), la maggioranza è andata ‘sotto’ ben otto volte. Record il 20 settembre: sulla legge sugli spazi verdi urbani, l’opposizione ha prevalso per cinque volte di seguito, portando anche all’approvazione emendamenti senza copertura finanziaria.
E le cose non accennano a migliorare. L’11 ottobre la bocciatura dell’articolo 1 del rendiconto di bilancio ha costretto il governo a un voto di fiducia, per confermare la sua capacità ad andare avanti. E solo nell’ultima settimana, l’opposizione ha prevalso due volte, nel voto di due mozioni (su vicenda Iribus e Rc auto).
Sminare il percorso – Per evitare di soccombere, sempre più di frequente il governo evita di dare il proprio parere sugli atti e si rimette alle decisioni dell’Aula. Ma più in generale, per ‘sminare’ un percorso parlamentare sempre più travagliato, si è deciso di accantonare per il momento alcuni provvedimenti controversi.
Così, il ddl intercettazioni (osteggiato da qualcuno anche nella maggioranza) è scomparso dal calendario di novembre dell’Aula di Montecitorio, mentre al Senato slitta a tempo da definirsi l’esame del testo sulla cosiddetta prescrizione breve. E intanto la riforma dell’articolo 41 della Costituzione, le cui votazioni erano iniziate alla Camera la scorsa settimana, è stata accantonata e rinviata (per ora) all’ultima settimana di novembre.
Fiducia, mon amour – A chi l’accusa di non avere i numeri in Parlamento, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ricorda che il suo governo ha sempre avuto la fiducia. Per ben 51 volte, in questa legislatura. Perché quando è a rischio la vita dell’esecutivo, i deputati del centrodestra (non senza mugugni e trepidazioni) si ricompattano: 316 sì contro 301 no, nell’ultimo voto di fiducia.
Trincea Transatlantico – Ma nell’attività quotidiana il Transatlantico di Montecitorio è diventata una vera trincea. Durante le votazioni, i deputati sono precettati e i ministri richiamati rapidamente in Aula, annullando o rinviando gli altri impegni. Anche le pause caffè sono 'precettate', perché pure la distrazione di un paio di parlamentari può essere ‘fatale’ per il governo. Può accadere infatti che l’opposizione metta in atto una delle sue ‘imboscate’. Come quando iscrive diversi deputati a parlare e poi ritira le richieste di intervento all’improvviso, anticipando il voto. E allora i colleghi della maggioranza sono costretti a grandi corse in Aula, lasciando il tramezzino, il caffè o la sigaretta a metà.
A dire il vero, però, come documenta Openpolis, non di rado un aiuto viene proprio dai parlamentari dell’opposizione. Perché nel 35% dei casi, una volta sul tre, sono state le assenze nei banchi del centrosinistra a ‘salvare’ la maggioranza, evitando che fosse battuta sebbene non avesse i numeri.
Lavori a rilento – Più in generale, ad ogni modo, il Parlamento in questa legislatura si rivela ‘rallentato’. Lo denuncia anche il Corriere della Sera con un editoriale del professor Michele Ainis. “Appena 42 leggi d’iniziativa parlamentare sono state approvate nella legislatura – conteggia – però soltanto una negli ultimi sei mesi. Se aggiungiamo quelle scritte sotto dettatura del governo (i tre quarti del totale), la cifra cresce un po’, ma neppure tanto”. Da gennaio a oggi, segnala Sergio Rizzo, “un’apatia senza precedenti” ha portato al varo di solo 14 leggi di iniziativa parlamentare. Molte delle quali, sottolinea Rizzo, non “decisive”, come quella che istituisce la Giornata per le vittime di disastri ambientali, o quella che esclude la pensione di reversibilità per chi ha assassinato il coniuge pensionato.
E mentre l'opposizione solleva i suoi dubbi che in una situazione del genere il governo sia in grado di condurre in porto i provvedimenti annunciati nella lettera all'Europa, i deputati si prendono una bella pausa per il ponte dei morti: seduta aggiornata alle 13 di giovedì 27 ottobre, si ricomincia alle 16 di mercoledì 2 novembre.
“Il Parlamento giace su un binario morto – sentenzia Ainis - E a questo punto non servono più cure, ci vuole un’autopsia”.