Lettera all’Ue, scontro su pensioni e licenziamenti

Politica

Berlusconi illustra a Bruxelles le prossime riforme: dal 2026 pensione a 67 anni per uomini e donne. L’Europa approva, ma in Italia sindacati e opposizione sono critici. Bonanni: "Colpiscono i più deboli". VIDEO

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Più poteri all'Antitrust per favorire la concorrenza, una commissione per abbattere il debito pubblico, stretta sui contratti parasubordinati, dismissioni di beni per 5 miliardi. E sopratutto: pensioni per donne e uomini nel 2026 a 67 anni, mobilità nella pubblica amministrazione, via libera alla delega fiscale entro il 2012 e nuove norme per i licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Sono queste alcune delle misure presentate dal governo italiano all'Ue nella lettera di intenti "promossa" nella notte dal vertice a Bruxelles. Nella lettera, il governo si impegnerebbe poi a presentare il piano di crescita entro il 15 novembre.

Accordo Pdl-Lega - Dopo una lunga trattativa, Pdl e Lega avrebbero dunque trovato un accordo sulle riforme che l'Europa chiede e che l'Italia dovrebbe portare a termine in tempi certi. Lettera di intenti che fino a poco prima della consegna aveva "bisogno di qualche messa a punto e di qualche ritocco", come aveva spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il quale ha anche commentato le parole del futuro governatore della Bce, Mario Draghi: "Da lui abbiamo avuto un giudizio positivo che ci fa piacere".

Ma a tenere sulle spine il governo e il presidente del Consiglio non è solo l'Ue. "Il coltello dalla parte del manico ce l'ho io", rivendicava nella serata di mercoledì Umberto Bossi. E avverte l'alleato Silvio Berlusconi che non ci sono patti che tengano: "Il giorno in cui non gli do più i voti si va alle elezioni". Parole che suonano anche come un'affermazione di autorità all'interno della Lega, verso chi, come il ministro Roberto Maroni, starebbe accarezzando l'idea di governi tecnici o scenari diversi.

Camusso: "Ennesimo attacco sui licenziamenti" - Duro commento di Susanna Camusso ai provvedimenti annunciati dal governo. "A giudicare dalle indiscrezioni di stampa che trapelano sui contenuti della lettera - scrive la leader della Cgil - lo spirito riformatore del governo si traduce in un ennesimo attacco del governo sui licenziamenti, sul lavoro precario e sulle pensioni, colpendo in particolar modo le donne e il mezzogiorno".
"Abbiamo visto in questi minuti dichiarazioni di altre organizzazioni sindacali - continua Camusso - siamo per proporre a tutti una iniziativa di mobilitazione unitaria che rimetta al centro le ragioni del lavoro e della crescita, ancora una volta negate dalle scelte di questo governo".

Bonanni: "Attaccano i più deboli" - "Andando avanti in questo modo noi non faremo mai una riforma delle pensioni. Facendo così si attaccano solo i più deboli". Così il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ai microfoni di SkyTG24. (guarda il video)

Napolitano: "Decisioni impopolari neccesarie" - Intanto, il presidente della Repubblica Napolitano (GUARDA IL VIDEO) torna a parlare della crisi e della necessità di intervenire immediatamente: "Nessuna forza politica italiana può continuare a governare, o può candidarsi a governare, senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari, da prendere ora nell'interesse nazionale e nell'interesse europeo", ha detto Napolitano.
"Non possiamo più tergiversare di fronte all'imperativo categorico di uno sforzo consistente e costante di abbattimento del nostro debito pubblico - ha aggiunto il Quirinale - né restare incerti dinanzi a riforme strutturali da adottare per rendere possibile una nuova, più intensa crescita economica e sociale".
"Non sono il messaggero dei dispacci del governo Berlusconi" ha poi risposto Napolitano achi gli chiedeva un parere sulle sorti della lettera di intenti inviata dal governo alla Commissione Ue sul piano di risanamento. E a proposito del contenuto: "Non so, non l'ho letta e non spetta a me esaminarla".

Bossi: "Hanno vinto buon senso ed onestà"
- Sull'intesa raggiunta nella maggioranza e nel governo sulla riforma delle pensioni da presentare alle istituzioni europee, "ha vinto il buon senso e l'onestà: non possiamo far pagare gente che ha pagato per tutta la vita". E' questo il commento del leader della Lega, Umberto Bossi, che ha risposto ai giornalisti che chiedevano se sulla riforma del sistema previdenziale l'avesse vinta il Carroccio. Alla domanda su cosa accadrebbe se la reazione dell'Europa non dovesse essere positiva, Bossi ha scosso la testa e ha aggiunto: "Da quel che sento io è andato tutto bene".
A chi poi gli chiedeva commenti su un presunto patto con Berlusconi per un voto nel 2012, Bossi ha risposto: "Quale patto? E' un'invenzione. Il giorno in cui non do più i voti a Berlusconi si va alle elezioni. Il coltello dalla parte del manico ce l'ho io".

Bersani: "Niente di serio" - L'opposizione invece si trova compatta: il premier deve lasciare.  "A una prima lettura - dice il segretario Pd Bersani - toni e contenuti del documento del governo non lasciano purtroppo intravvedere niente di serio. Evidentemente l'obiettivo del governo è di prendersi in sede europea qualche giorno di ossigeno".
"Per questo governo ladro a ripianare i conti devono essere i lavoratori, i precari e le fasce deboli e non gli approfittatori e gli evasori della Casta - è ilcommento invece del leader Idv Di Pietro - Ancora una volta, si dimostra che chi è al governo non vuole la pace ma lo scontro sociale".

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