Pensioni, la Lega fa muro. Accordo in 24 ore o “salta tutto”

Politica

Dopo il nulla di fatto del Consiglio dei ministri si cerca un’intesa su proposte concrete da portare a Bruxelles. Matteoli: "C'è il rischio di una crisi, ma stiamo trattando". E sui giornali spunta l’ipotesi di un governo Letta. RASSEGNA STAMPA

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Governo appeso a un filo
, La guerra delle pensioni, Il duello Bossi Berlusconi. Tutte le aperture dei giornali di martedì 25 ottobre sono dedicate al nulla di fatto con cui si è concluso il Consiglio dei ministri convocato d’urgenza per far fronte alle richieste dell’Europa. Sul tavolo la bozza del decreto sviluppo e la riforma delle pensioni su cui il premier ha incassato un no della Lega. E non sono bastate neache le ulteriori di trattative durante la cena a Palazzo Chigi per trovare un’intesa. Una cena di oltre due ore tra Berlusconi, Maroni, Calderoli, Tremonti e Letta che non ha prodotto novità sostanziali secondo quanto riportato dai quotidiani. Le trattative, però, andranno avanti ad oltranza per cercare di arrivare all’incontro a Bruxelles con in mano proposte concrete.  Lo stesso ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha ammesso: "Stiamo trattando, mi pare ci sia questa ipotesi" che il governo possa cadere "ma i margini di trattativa ci sono". Sull'ipotesi di elezioni anticipate è intervenuto a SkyTG24 il leader della Uil Luigi Angeletti (IL VIDEO): "Penso che sia ormai inevitabile. Mi sembra la soluzione più ragionevole". E sull'ipotesi pensioni: la confederazione è "sicuramente" pronta a scendere in piazza. Contrasteremo in ogni modo questo eventuale provvedimento".

Se non si dovesse trovare un accordo tra Berlusconi e Bossi, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, si potrebbe arrivare a un governo Letta. “E il Cavaliere cede: stavolta potrei lasciare” è il titolo del retroscena di Francesco Bei su Repubblica. “Nella richiesta di Berlusconi alla Lega di un mandato pieno c’è infatti anche la constatazione che, in caso contrario, al premier non resterebbe altra strada che gettare la spugna”. Sulla stessa linea che Amedeo Lamattina su La Stampa dal titolo: “L’appello al Senatùr: attento, se cadiamo non si salva nessuno". Così il Corriere della Sera parla di un "Altolà di Silvio all’amico: stavolta non c’è un piano B". Anche Libero non usa mezzi termini sui rischi dell’esecutivo: sulle pensioni o si trova un accordo oppure salta il governo. Ironica la prima pagina del Manifesto: "Il coniglio dei ministri".

L’Avvenire dedica un editoriale in prima pagina alle misure anti crisi che il governo dovrà prendere. "Sulle pensioni si sta cercando un compromesso all'interno della maggioranza. Che sia alto ed efficace. Perché questo è il momento della lucidità, del coraggio e del disinteresse personale (e di parte). Continuiamo a sperare che ce ne siano abbastanza per trasformare una minaccia grave e incombente in una sfida positiva e utile al Paese". E continua: "C'è poco da ridere e molto da decidere", "noi, in particolare, nel giro di 48 ore ci giochiamo una buona parte del nostro futuro. "Troppo a lungo abbiamo indugiato non scegliendo, occorre rispondere con i fatti", "non siamo un Paese da barzelletta (nonostante più d'uno insista a raccontarne)". Nell'editoriale di 'Avvenire' si chiede di agire "in quattro direzioni: semplificazioni e liberalizzazioni, dismissione del patrimonio pubblico, riforma della previdenza". Sono queste "scelte, o non-scelte, che misureranno la distranza tra il Paese reale e la sua rappresentanza politica".

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