Scontri a Roma, Maroni: "Serve il Daspo anche per i cortei"

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Roma, manifestazione Indignati - foto Shoot4Change

Dopo gli scontri di Roma il ministro dell’Interno propone l'estensione dell’arresto in flagranza differita e aggravanti per chi commette reati. Ma anche garanzie economiche per coprire eventuali danni. Il Pd: "No a leggi speciali". I VIDEO

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(in fondo all'articolo, la seconda e la terza parte del discorso di Maroni)

Sabato 15 ottobre a Roma c'è stata "un'inedita forma di terrorismo urbano", con la "cieca violenza di 3000 incappucciati che ha oscurato la protesta di migliaia di persone che volevano solo manifestare". Ha esordito così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel suo discorso al Senato in cui ha provato a spiegare cosa non ha funzionato negli scontri avvenuti a Roma durante il corte pacifico degli “indignados” italiani. Un gruppo di black bloc ha scatenato l’inferno, mettendo per ore a ferro e fuoco la Capitale.

"Leggi non bastano, ne proporrò nuove" - Per Maroni le leggi attuali non consentono alle forze di polizia di effettuare azioni di prevenzione nei confronti dei violenti: “E' destituita di ogni fondamento l'ipotesi che non si sia fatto abbastanza sul fronte della prevenzione - ha detto Maroni - le informazioni c'erano e c'erano tutte. Ma le leggi attuali non consentono azioni preventive come ad esempio gli arresti".
Per questo, ha aggiunto, "proporrò al Parlamento nuove misure legislative per consentire alle forze dell'ordine di intervenire con azioni di prevenzione". Il ministro ha quindi ricordato che "poche ore prima dell'inizio i carabinieri hanno fermato 4 persone area anarchica dirette a Roma in auto mentre trasportavano caschi, mazzetta, fionda, piede di porco: i quattro sono stati denunciati, ma rilasciati, perché non potevano essere trattenuti".

I provvedimenti proposti, dal Daspo agli arresti in differita - Per fronteggiare la "nuova emergenza" dell'ordine pubblico "non serve ricorrere a una legislazione di emergenza o a nuove leggi speciali", ma mettere a punto "norme specifiche" in grado di aiutare prevenzione e repressione. "Sto valutando l’introduzione di norme specifiche: fermo di polizia per chi, in prossimità di manifestazioni pubbliche, viene trovato in possesso di kit di guerriglia urbana. L’estensione dell’arresto in flagranza differita, analogamente per quanto previsto per le manifestazioni sportive. Impedire a chi ha precedenti di partecipare a manifestazioni, come il Daspo per il calcio. L'introduzione di uno specifico reato associativo e di aggravanti speciali per reati comuni commessi in manifestazioni di piazza. Maggiori tutele giuridiche e legali per gli agenti di polizia per dare loro maggiore serenità".
Gli organizzatori dei cortei dovranno inoltre dare garanzie economiche per riparare ad eventuali danni dei manifestanti.

Maroni cita il G8 di Genova - "C'era la volontà di ricreare l'incidente avvenuto a Genova ed è solo grazie alle forze dell'ordine che si è impedito che ci scappasse il morto", ha detto il ministro dell'Interno, ripetendo i concetti già espressi 24 ore dopo gli scontri. Poi ha ringraziato "l'impegno e la dedizione" delle forze dell' ordine nell'affrontare la guerriglia urbana."C'era l'intenzione di assaltare le sedi istituzionali della Repubblica, in primo luogo Camera e Senato".

Riflettori puntati sull'area anarchica - "La nuova emergenza di ordine pubblico manifestata sabato ha la sua principale fonte nell'area anarchica, largamente diffusa in Italia". Tra i violenti, ha aggiunto Maroni, "c'erano i romani del centro sociale Acrobax ed i 'Ras' (Red anarchist skinheads), i Fedayn della Roma, poi disoccupati organizzati napoletani". Ci sono, ha spiegato, "le componenti che si rifanno all'area marxista-leninista, come Gramigna di Padova, Askatasuna di Torino, i Carc, i Corsari di Milano".
Per Maroni "si preannuncia un nuovo autunno caldo". Il ministro dell’Interno, in particolare, ha invitato a tenere alta l'attenzione sul corteo No Tav, di  sabato 22 ottobre dove, ha riferito, "uno dei leader, Alberto Perino,  ha detto che succederà qualcosa di brutto".

Pd: "Contro le legislazioni speciali" - Al Pd, le spiegazioni del ministro non bastano: "Siamo contro le legislazioni speciali, si può affinare la normativa per prevenire, e siamo perché le forze dell'ordine siano attrezzate meglio e non massacrate dai provvedimenti di questo governo", dice il segretario democrat Bersani (guarda il video), che chiede ulteriori chiarimenti sulle dinamiche degli scontri del 15 ottobre scorso.  Sulla stessa linea Emma Bonino, dei radicali, che chiede maggiori risorse per le forze dell'ordine (guarda il video).

Qui sotto, la seconda e la terza parte del discorso di Maroni:





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