Napolitano: "Morti bianche fenomeno inaccettabile"

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"Pur nella crisi economica non si può abbassare la guardia e ridurre gli investimenti in prevenzione e sicurezza" ammonisce il capo dello Stato. L'Anmil: nel 2010 sono stati 980 i decessi sul lavoro, 775.374 gli infortuni, 42.347 le malattie professionali

Gli infortuni sul lavoro e le morti bianche costituiscono un "fenomeno sempre inaccettabile". La loro riduzione nel 2010 deve essere considerata "una tappa" del percorso volto ad assicurare "la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell'integrità dei lavoratori".

Così Giorgio Napolitano con un messaggio all'Anmil commenta i dati elaborati dall'associazione su fonte Inail. Secondo l’Anmil nel 2010 sono stati 980 i morti sul lavoro, 775.374 gli infortuni denunciati e 42.347 le malattie professionali. Ogni giorno tre persone muoiono sul lavoro e le denunce sono aumentate del 22% rispetto l'anno precedente. Nel 2010 è proseguito il trend del calo degli infortuni rispetto al 2009 ma a giudizio dell'Anmil il dato va letto "con molta cautela". Occorre infatti "uno sguardo al contesto occupazionale di riferimento, caratterizzato in questi anni - dice il presidente Franco Bettoni - da un calo dell'occupazione". Inoltre risultano in calo gli infortuni cosiddetti "in itinere", si assiste "ad un aumento preoccupante dei decessi nel settore dei trasporti e nel lavoro femminile, nonché nella fascia di etàcompresa tra i 50 e i 64 anni".

E Napolitano sottolinea come, pur nella crisi economica, "non può abbassarsi la guardia riducendo gli investimenti nel campo della prevenzione e sicurezza sul lavoro". "E' perciò necessario - continua il Capo dello Stato -  continuare a contrastare con determinazione la piaga del lavoro nero al quale si accompagnano fenomeni di sfruttamento". 

E anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi avvisa che non bisogna abbassare la guardia: "Certamente non ci accontentiamo della pur positiva riduzione che continuamente si è registrata negli  ultimi anni dal punto di vista degli infortuni. Fosse anche uno solo non dovremmo essere soddisfatti" il suo commento ai dati del Anmil.

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