Il sindaco di Milano ospite di Maria Latella: "Bellissima la foto di Bersani, Di Pietro e Vendola insieme. Bisogna ripartire dall’unità. Dalla mia città può crescere la volontà dei cittadini di essere protagonisti del cambiamento". L'INTERVISTA INTEGRALE
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"La foto di Bersani, Vendola e Di Pietro insieme? Bellissima". Comincia da qui Giuliano Pisapia e sembra voler tornare indietro di cinque mesi, alla campagna elettorale che lo ha portato a diventare sindaco di Milano. Ospite della prima puntata della nuova stagione di “Sky TG24 L’intervista”, l’approfondimento curato e condotto da Maria Latella, Pisapia non parla solo della città che amministra. E infatti parte proprio da quella foto, dall'immagine dei tre leader di Pd, Sel e Idv, per ribadire che "bisogna ripartire dall'unità".
Il sindaco lo dice chiaro e tondo: Milano può essere un esempio per tutto il centrosinistra. Perché, parole sue, "se non si allarga e se non parte dal basso, il centrosinistra non avrà mai la possibilità di governare questo paese e soprattutto di governarlo bene".
Proprio a Milano, Pisapia ha vinto partendo come candidato di una "limitata parte della sinistra", ma poi coinvolgendo sempre più persone. "Da Milano - si è detto convinto - può partire qualcosa di fondamentale e cioè una capacità di far crescere la volontà dei cittadini di essere protagonisti del cambiamento".
Non è mancato nel corso dell'intervista anche lo spazio alle polemiche che hanno investito la sua Giunta. Una su tutte: le voci sull'assessore Pier Francesco Maran dopo il caso Penati. "Maran mi ha dato prova che è al posto giusto perché si sta muovendo bene sul tema dell’aria e dei trasporti a Milano. La mia giunta è un misto di esperienza e parità di genere. E dà spazio ai giovani perché la politica deve riformarsi. Questo è importante", ha detto Pisapia.
Quanto al suo interessamento verso la politica nazionale, Pisapia lo giustifica così: "Se cambia il governo del Paese, Milano non avrà tutti gli ostracismi che oggi trova a livello nazionale".
Il sindaco quindi ha definito le dimissioni di Berlusconi (chieste da tutta l'opposizione) "dovute dal punto di vista politico e morale". E ha anche aperto all'ipotesi di un governo "a termine" per affrontare la crisi e approvare una nuova legge elettorale. Anche se ha aggiunto che "il Pd, nel caso di un governo di centrodestra e Udc, non può andare oltre l'astensione, non credo possa arrivare a un voto favorevole".
“Molti mi chiedono di entrare nell'agone politico nazionale - ha concluso - e io dico che farò il sindaco e spero di farlo bene, ma è chiaro che mi occupo anche delle tematiche nazionali perché è chiaro che se cambia il governo del Paese Milano non avrà tutti gli ostracismi che oggi trova a livello nazionale".
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