Il segretario del Pd chiude la festa a Pesaro: “La manovra non può metterci fuori dai guai, chiede i soldi a chi non li ha”. Su Penati: "Accettiamo le critiche, non di essere messi nel mucchio". Poi annuncia una manifestazione nazionale per il 5 novembre
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"Non avremmo dovuto subito l'umiliazione di essere guardati come avviene in queste ore come una zavorra, come il rischio più grave per l'Europa. E' un'umiliazione che non accettiamo". Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nel suo intervento conclusivo della Festa del Pd a Pesaro. Un lungo discorso in cui il leader del Partito democratico è tornato a chiedere le dimissioni del premier e ad attaccare la manovra, ma ha parlato anche della questione morale e del caso Penati. Poi ha annunciato una grande mobilitazione nazionale per il 5 novembre. "Chiamo il partito a un impegno e a una mobilitazione che porti a una manifestazione nazionale il 5 novembre a Roma a sostegno dell'Italia, delle nostre idee per l'italia e della necessaria svolta politica".
Le “accuse” al governo - "La crisi è mondiale, certamente. E noi abbiamo un'idea delle sue cause. Non è la stessa idea di chi ci ha portati fin qui, di chi ci ha portati al disastro e ancora dirige il traffico, ancora propone le sue rovinose ricette" aggiunge. E insiste: "Siamo diventati strapuntino dell'Europa e del mondo, abbiamo perso colpi e posizioni in ogni campo misurabile della vita economica e civile, siamo finiti nell'epicentro della crisi. Ecco dunque le accuse che rivolgiamo al governo e alla maggioranza di Berlusconi e della Lega. Non certo di aver provocato la crisi mondiale, non li accusiamo di questo. Li accusiamo di aver accompagnato lo scivolamento impressionante dell'Italia sotto ogni parametro di confronto con i Paesi europei. Li accusiamo di aver mentito agli italiani occultando e ignorando la crisi e di aver aggravato la crisi con politiche dissennate. Li accusiamo di essersi occupati dei fatti loro e non dei fatti degli italiani. Li accusiamo di aver leso la coesione nazionale e sociale. Li accusiamo di aver svilito agli occhi del mondo la nazione".
“La manovra non può metterci fuori dai guai” - Nel suo intervento il segretario del Pd è tornato a criticare anche la manovra. "Quest'ultima in corso non può metterci fuori dai guai. Questa manovra dà per scontate cose che non possono succedere. Non chiede soldi a chi ce li ha, chiede soldi a chi non ce li ha! Tutto il peso cade sui ceti popolari e sui ceti medi. E allora, fare presto, sì, ma fare bene! Fare solo presto senza fare bene significa essere daccapo il mese prossimo in condizioni sempre più difficili". E aggiunge: "Rivendichiamo una manovra più credibile perché più equa. Siamo pronti alla Camera, come eravamo pronti al Senato, a dare il contributo delle nostre proposte per una manovra forte. E non si dica per favore che quel che proponiamo non è possibile". Le proposte del Pd consistono in "risparmi per la pubblica amministrazione, risorse dalla rendita, dalle ricchezze, dai patrimoni". "Per dare addosso alla gente comune è sempre tutto possibile, quando si disturba chi è al riparo tutto diventa impossibile, quando si tocca il bacino elettorale del centrodestra tutto è impossibile".
Bersani: “Berlusconi deve togliersi di lì” - Poi, il segretario del Pd ha ribadito che ritiene necessario un passo indietro del premier. "Berlusconi deve toglierci di lì o ci porterà a fondo. Sento finalmente qualche voce autorevole, Confindustria e non solo lei, che allude all'esigenza di un passo indietro. Ma non abbiamo più tempo per le curve larghe, non l'avevamo nemmeno sei mesi fa". E aggiunge: "Confermiamo la nostra disponibilità a discutere di un passaggio, di una transizione che sia affidata a un governo più credibile davanti all'opinione pubblica nazionale e internazionale, credibile per discontinuità, per autorevolezza, per programma equo ed efficace di stabilizzazione". Bersani invoca "un governo che possa reggere l'emergenza, dare il tempo per la riforma elettorale e portarci a un confronto elettorale con nuovi protagonisti, nuove idee e, finalmente con uno sguardo al futuro".
"La critica la accettiamo, l'aggressione no" - "Chi fa circolare contro di noi teoremi assurdi o leggende metropolitane, chi aggredisce con calunnie l'unico partito nazionale che fin dalla sua nascita ha un bilancio certificato, si prende una denuncia e una richiesta di danni. Non passerà il tentativo di metterci tutti nel mucchio". Pier Luigi Bersani è netto sulla vicenda Penati e minaccia di portare in tribunale quanti accosteranno gli episodi contestati all'ex sindaco di Sesto San Giovanni con il Partito Democratico. "La critica l'accettiamo - aggiunge - l'aggressione no! Se Berlusconi facesse un passo indietro per ogni inchiesta che lo coinvolge, sarebbe ad Ancona". Bersani rimarca che il Pd "non frapporrà ostacoli al corretto svolgimento del compito della magistratura, che è quello di arrivare alla verità". E conclude: "Serve un passo indietro pur nella presunzione di innocenza, di un politico investito da indagini rilevanti rispetto a compiti di rappresentanza istituzionale o di partito".
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Le “accuse” al governo - "La crisi è mondiale, certamente. E noi abbiamo un'idea delle sue cause. Non è la stessa idea di chi ci ha portati fin qui, di chi ci ha portati al disastro e ancora dirige il traffico, ancora propone le sue rovinose ricette" aggiunge. E insiste: "Siamo diventati strapuntino dell'Europa e del mondo, abbiamo perso colpi e posizioni in ogni campo misurabile della vita economica e civile, siamo finiti nell'epicentro della crisi. Ecco dunque le accuse che rivolgiamo al governo e alla maggioranza di Berlusconi e della Lega. Non certo di aver provocato la crisi mondiale, non li accusiamo di questo. Li accusiamo di aver accompagnato lo scivolamento impressionante dell'Italia sotto ogni parametro di confronto con i Paesi europei. Li accusiamo di aver mentito agli italiani occultando e ignorando la crisi e di aver aggravato la crisi con politiche dissennate. Li accusiamo di essersi occupati dei fatti loro e non dei fatti degli italiani. Li accusiamo di aver leso la coesione nazionale e sociale. Li accusiamo di aver svilito agli occhi del mondo la nazione".
“La manovra non può metterci fuori dai guai” - Nel suo intervento il segretario del Pd è tornato a criticare anche la manovra. "Quest'ultima in corso non può metterci fuori dai guai. Questa manovra dà per scontate cose che non possono succedere. Non chiede soldi a chi ce li ha, chiede soldi a chi non ce li ha! Tutto il peso cade sui ceti popolari e sui ceti medi. E allora, fare presto, sì, ma fare bene! Fare solo presto senza fare bene significa essere daccapo il mese prossimo in condizioni sempre più difficili". E aggiunge: "Rivendichiamo una manovra più credibile perché più equa. Siamo pronti alla Camera, come eravamo pronti al Senato, a dare il contributo delle nostre proposte per una manovra forte. E non si dica per favore che quel che proponiamo non è possibile". Le proposte del Pd consistono in "risparmi per la pubblica amministrazione, risorse dalla rendita, dalle ricchezze, dai patrimoni". "Per dare addosso alla gente comune è sempre tutto possibile, quando si disturba chi è al riparo tutto diventa impossibile, quando si tocca il bacino elettorale del centrodestra tutto è impossibile".
Bersani: “Berlusconi deve togliersi di lì” - Poi, il segretario del Pd ha ribadito che ritiene necessario un passo indietro del premier. "Berlusconi deve toglierci di lì o ci porterà a fondo. Sento finalmente qualche voce autorevole, Confindustria e non solo lei, che allude all'esigenza di un passo indietro. Ma non abbiamo più tempo per le curve larghe, non l'avevamo nemmeno sei mesi fa". E aggiunge: "Confermiamo la nostra disponibilità a discutere di un passaggio, di una transizione che sia affidata a un governo più credibile davanti all'opinione pubblica nazionale e internazionale, credibile per discontinuità, per autorevolezza, per programma equo ed efficace di stabilizzazione". Bersani invoca "un governo che possa reggere l'emergenza, dare il tempo per la riforma elettorale e portarci a un confronto elettorale con nuovi protagonisti, nuove idee e, finalmente con uno sguardo al futuro".
"La critica la accettiamo, l'aggressione no" - "Chi fa circolare contro di noi teoremi assurdi o leggende metropolitane, chi aggredisce con calunnie l'unico partito nazionale che fin dalla sua nascita ha un bilancio certificato, si prende una denuncia e una richiesta di danni. Non passerà il tentativo di metterci tutti nel mucchio". Pier Luigi Bersani è netto sulla vicenda Penati e minaccia di portare in tribunale quanti accosteranno gli episodi contestati all'ex sindaco di Sesto San Giovanni con il Partito Democratico. "La critica l'accettiamo - aggiunge - l'aggressione no! Se Berlusconi facesse un passo indietro per ogni inchiesta che lo coinvolge, sarebbe ad Ancona". Bersani rimarca che il Pd "non frapporrà ostacoli al corretto svolgimento del compito della magistratura, che è quello di arrivare alla verità". E conclude: "Serve un passo indietro pur nella presunzione di innocenza, di un politico investito da indagini rilevanti rispetto a compiti di rappresentanza istituzionale o di partito".