Crisi, il nodo della patrimoniale

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Silvio Berlusconi
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Maggioranza divisa sulle misure da attuare per raggiungere il pareggio di bilancio. L'intervento sul sistema previdenziale trova il no della Lega, mentre Berlusconi si oppone a nuovi prelievi fiscali e dice: "Piuttosto me ne vado"

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Il governo è al lavoro per centrare gli obiettivi chiesti dalla Bce e annunciato da Berlusconi e Tremonti nella conferenza stampa di venerdì scorso. Sul tavolo le ipotesi, per riuscire a ottenere il pareggio di bilancio nel 2013, prevedono, secondo le indiscrezioni uscite in questi giorni, interventi sul sistema delle pensioni e una tassa vada a colpire seconde case e risparmi. Ma a bloccare entrambe le ipotesi ci sono i veti incrociati di Lega e Pdl. Umberto Bossi, infatti, fa sapere dalla pagina de La Padania che, "le pensioni non si toccano", mentre la patrimoniale è un antico tabù per Silvio Berlusconi che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si sarebbe sfogato dicendo "piuttosto me ne vado".

A legare l'azione di governo, stando a un'indiscrezione riportata da La Repubblica, però sarebbe una lettera che la Banca centrale europea avrebbe preteso da Silvio Berlusconi. Un impegno scritto, da usare come arma politica nel caso in cui il governo di Roma tenti di sfilarsi dagli impegni presi. Scrive il quotidiano romano "si vedrà quanto quell'impegno scritto e timbrato di cui si vocifera nel governo condizionerà le scelte del Cavaliere quando si andrà a decidere dove tagliare e chi colpire con la manovra. Di sicuro c'è che il premier mai e poi mai metterà la sua faccia sulla patrimoniale".
Il presidente del Consiglio avrebbe detto sulla patrimoniale, "quella è una tassa della sinistra, il mio governo non lo può approvare".

E così in questo situazione ogni azione o intervento di Giulio Tremonti viene letto come presa di posizione a favore di una parte o dell'altra. Il Corriere della Sera riporta una telefonata molto tesa tra il ministro dell'Economia e Angelino Alfano, preoccupato dal recente riavvicinarsi tra l'inquilino di Via XX settembre e i vertici del Carroccio. Il segretario del Pdl avrebbe detto "il partito deve essere coinvolto in questa partita, non è possibile che la Lega abbia voce e noi no", ma la risposta di Tremonti sarebbe stata secca. Troppi lanciano la propria ricetta per uscire dalla crisi e "il momento è troppo serio per perdere tempo."

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