Sarebbe dovuto intervenire telefonicamente alla festa del partito a Mirabello. Il sottosegretario Bonaiuti: "Il premier vuole evitare reazioni a caldo". Intanto il Pdl pensa a un disegno di legge per ripresentare il provvedimento. VIDEO
Marina Berlusconi: "Non daremo un euro"
Fininvest-Cir: una partita aperta da più di 20 anni
Tutte le reazioni alla sentenza
Galliani: "Un duro colpo per il Milan"
(in fondo al pezzo i video e le reazioni alla sentenza Lodo Mondadori)
Di umor nero dopo la sentenza che lo condanna a risarcire 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, Silvio Berlusconi medita le mosse da fare dal buen retiro sardo di Villa Certosa ma sceglie la linea del silenzio.
Il premier tace e aspetta con trepidazione la riapertura dei mercati, dopo lo scivolone in borsa di venerdì 8 luglio e l'attacco speculativo ai titoli pubblici italiani, ma a Piazza Affari guarda con timore anche temendo contraccolpi per il suo impero finanziario, dopo la sentenza Mondadori.
Nubi si addensano sul privato del Cavaliere, ma la preoccupazione in queste ore è insieme quello di una tempesta sul Paese. Ed è per questo che Berlusconi alla fine, dopo aver già deluso i lampedusani disertando la visita nell'isola sabato 9 luglio, il giorno dopo lascia a bocca asciutta anche il popolo del Pdl riunito a Mirabello in attesa di una sua telefonata.
E diserta pure, come già era noto, il matrimonio di Renato Brunetta, tenendosi alla larga da ogni occasione 'pubblica'.
Troppo alto il rischio di lasciarsi andare a sfoghi su quella che il premier considera da tempo una "rapina a mano armata", una "sentenza politica" delle toghe rosse. Troppo lo sgomento del Cavaliere, il timore per le sue aziende ed il suo patrimonio. Ma insieme, e soprattutto, troppa la trepidazione per la riapertura dei mercati e la preoccupazione di non avvalorare l'immagine di un paese in fibrillazione, alla vigilia della riunione della Consob e di quella dell'Eurozona nel cui ordine del giorno il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha inserito insieme alla crisi greca e portoghese quella italiana.
Berlusconi non parla ed è il suo portavoce Paolo Bonaiuti ad ammettere in chiaro che "il premier ha deciso di non parlare perché domani si aprono i mercati, la speculazione è in atto, ci sono dei movimenti che si ripropongono ciclicamente pur non avendo un motivo reale alla base".
"L'economia italiana, però è assolutamente solida, così come le sue banche. E gli 'stress-test' che usciranno a fine settimana lo dimostreranno. Bisogna avere dunque fiducia e tranquillità", aggiunge rassicurante Bonaiuti, cercando di camminare nel solco del messaggio tranquillizzante che già venerdì scorso il premier aveva inviato ai mercati dopo il pranzo con Tremonti, con rassicurazioni sulla volonta' di approvare entro l'estate e senza tentennamenti la manovra, a saldi invariati e in vista di un pareggio di bilancio nel 2014. Il premier tace, dunque.
Nella sua agenda è previsto per lunedì 11 luglio il rientro a Milano, per studiare insieme ai figli (in particolare la primogenita Marina), ai legali e ai vertici Fininvest il da farsi, prima di tornare a Roma martediì 12.
A Porto Rotondo Berlusconi è rimasto per tutto il giorno con Niccolò Ghedini, studiando la sentenza e valutando il da farsi (resistere tout court, sacrificare utili, vendere rami d'azienda).
Sembra scontato che le vie da percorrere siano la richiesta di sospensiva e ricorso in Cassazione, considerato che una fideiussione rende immediatamente esigibile il credito. "Ma qualcosa dobbiamo inventarci, magari ora che la Finanziaria arriva in Senato", non depone le armi uno dei politici più in contatto con il premier. I gruppi Pdl del Senato fanno sapere che, già' la prossima settimana, riproporranno la norma 'salva Fininvest' in un disegno di legge, e se questo fosse approvato almeno da un ramo del Parlamento i giudici non potrebbero non tenerne conto.
Fininvest-Cir: una partita aperta da più di 20 anni
Tutte le reazioni alla sentenza
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(in fondo al pezzo i video e le reazioni alla sentenza Lodo Mondadori)
Di umor nero dopo la sentenza che lo condanna a risarcire 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, Silvio Berlusconi medita le mosse da fare dal buen retiro sardo di Villa Certosa ma sceglie la linea del silenzio.
Il premier tace e aspetta con trepidazione la riapertura dei mercati, dopo lo scivolone in borsa di venerdì 8 luglio e l'attacco speculativo ai titoli pubblici italiani, ma a Piazza Affari guarda con timore anche temendo contraccolpi per il suo impero finanziario, dopo la sentenza Mondadori.
Nubi si addensano sul privato del Cavaliere, ma la preoccupazione in queste ore è insieme quello di una tempesta sul Paese. Ed è per questo che Berlusconi alla fine, dopo aver già deluso i lampedusani disertando la visita nell'isola sabato 9 luglio, il giorno dopo lascia a bocca asciutta anche il popolo del Pdl riunito a Mirabello in attesa di una sua telefonata.
E diserta pure, come già era noto, il matrimonio di Renato Brunetta, tenendosi alla larga da ogni occasione 'pubblica'.
Troppo alto il rischio di lasciarsi andare a sfoghi su quella che il premier considera da tempo una "rapina a mano armata", una "sentenza politica" delle toghe rosse. Troppo lo sgomento del Cavaliere, il timore per le sue aziende ed il suo patrimonio. Ma insieme, e soprattutto, troppa la trepidazione per la riapertura dei mercati e la preoccupazione di non avvalorare l'immagine di un paese in fibrillazione, alla vigilia della riunione della Consob e di quella dell'Eurozona nel cui ordine del giorno il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha inserito insieme alla crisi greca e portoghese quella italiana.
Berlusconi non parla ed è il suo portavoce Paolo Bonaiuti ad ammettere in chiaro che "il premier ha deciso di non parlare perché domani si aprono i mercati, la speculazione è in atto, ci sono dei movimenti che si ripropongono ciclicamente pur non avendo un motivo reale alla base".
"L'economia italiana, però è assolutamente solida, così come le sue banche. E gli 'stress-test' che usciranno a fine settimana lo dimostreranno. Bisogna avere dunque fiducia e tranquillità", aggiunge rassicurante Bonaiuti, cercando di camminare nel solco del messaggio tranquillizzante che già venerdì scorso il premier aveva inviato ai mercati dopo il pranzo con Tremonti, con rassicurazioni sulla volonta' di approvare entro l'estate e senza tentennamenti la manovra, a saldi invariati e in vista di un pareggio di bilancio nel 2014. Il premier tace, dunque.
Nella sua agenda è previsto per lunedì 11 luglio il rientro a Milano, per studiare insieme ai figli (in particolare la primogenita Marina), ai legali e ai vertici Fininvest il da farsi, prima di tornare a Roma martediì 12.
A Porto Rotondo Berlusconi è rimasto per tutto il giorno con Niccolò Ghedini, studiando la sentenza e valutando il da farsi (resistere tout court, sacrificare utili, vendere rami d'azienda).
Sembra scontato che le vie da percorrere siano la richiesta di sospensiva e ricorso in Cassazione, considerato che una fideiussione rende immediatamente esigibile il credito. "Ma qualcosa dobbiamo inventarci, magari ora che la Finanziaria arriva in Senato", non depone le armi uno dei politici più in contatto con il premier. I gruppi Pdl del Senato fanno sapere che, già' la prossima settimana, riproporranno la norma 'salva Fininvest' in un disegno di legge, e se questo fosse approvato almeno da un ramo del Parlamento i giudici non potrebbero non tenerne conto.