Insulti, rimpalli, inchieste: la pazza giornata del governo

Politica
Domenico Scilipoti e Silvio Berlusconi alla presentazione del libro dal titolo "Scilipoti re dei peones"
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Tremonti dà del cretino a Brunetta. Per Berlusconi tutti i ministri sapevano della norma salva Fininvest, ma Bossi e Calderoli negano. La Russa e la Lega si punzecchiano sulle missioni all'estero. Ecco le ultime 24 ore di passione dell'esecutivo

(In fondo all'articolo tutti i video sulle dichiarazioni del governo)

Il rimpallo di responsabilità sul lodo Mondadori, il botta e risposta sulle missioni all’estero e pure Tremonti che dà del “cretino” a Brunetta. Tutto in una sola giornata. Non c’è pace nel governo. Le tensioni tra Pdl e Lega, nonché quelle tra singoli ministri, escono dalle segrete stanze di palazzo Chigi ed emergono in interviste esplicite, tra le righe di dichiarazioni al vetriolo, in eloquenti sottintesi o anche in fuorionda rivelatori.
Il tutto in una giornata resa ancora più convulsa dalla richiesta di arresto del braccio destro di Tremonti, il deputato del Pdl Marco Milanese, che secondo gli inquirenti pagherebbe a sue spese l'affitto della casa romana del ministro.

In ogni caso, convulsione sì, ma niente rotture, si badi bene: si litiga e si fa pace, gli strappi vengono ricuciti. E “il governo terrà”, spiega senza troppi fronzoli il ministro della Cultura Giancarlo Galan, “perché c’è e comunque ancora non ce n’è un altro”. Ma è vero, ammette egli stesso, che negli ultimi tempi “qualcosa s’è rotto”.

Ecco gli episodi dell’ultima giornata politica

Tremonti vs Brunetta – Che i rapporti tra Giulio Tremonti e Renato Brunetta non siano proprio idilliaci, lo si sussurra da tempo negli ambienti parlamentari. Ma il fuori onda catturato da una telecamera di Repubblica tv in cui il ministro dell’Economia dà del “cretino” e dello “scemo” al collega, in piena conferenza stampa sulla manovra, rischiava di provocare un piccolo terremoto nel governo.
E invece no. Le ragioni della convivenza sembrano prevalere. “E’ venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa. Io, però, non ho ancora capito cosa sia successo”, racconta Brunetta al termine del Consiglio dei ministri. “Ma si sa – aggiunge con una battuta – non sono veloce di comprendonio…”. E ancora: “I fuori onda li considero alla stregua di intercettazioni illegali”. “Brunetta ha avuto la solidarietà di tutti e tutti andremo domenica al suo matrimonio”, fa da paciere il ministro Paolo Romani. Ma il sottosegretario Guido Crosetto, che già aveva attaccato duramente Tremonti sulla finanziaria, rilancia lo scontro: “Io condivido totalmente le parole del ministro dell’Economia nel fuori onda. Ma le avrei rivolte nei suoi confronti e non verso Brunetta che stava solo cercando di difendere l’indifendibile”.

Berlusconi vs Tremonti-Lega – Il cosiddetto ‘lodo Mondadori’ o norma ‘salva Fininvest’, ha avuto vita brevissima: inserita nella manovra e cancellata in 24 ore. Ma gli strascichi polemici all’interno del governo sembrano destinati a non esaurirsi. “Ne parlerà palazzo Chigi”, “se vuole le diamo il telefonino di Letta”, aveva risposto ieri Tremonti alla giornalista di SkyTG24, Paola Motta, che lo interpellava sulla paternità della norma, avvolta da un “giallo”. Ma oggi Silvio Berlusconi ha chiamato in causa proprio il ministro dell’Economia: “Tremonti considerava quella norma sacrosanta e non ha ritenuto di portarla al voto del Consiglio dei ministri pensando che fossero tutti d’accordo. Calderoli che non la conosceva mi ha detto: ‘perbacco, perché non ne abbiamo parlato che io l’avrei scritta meglio e ti avrei aiutato a sostenerla?’".
Ma Roberto Calderoli smentisce: “Ribadisco di non aver mai visto né letto quella norma”. E smentisce pure Umberto Bossi: di quel testo “non sapeva nessuno, nemmeno Tremonti”. Mentre il titolare dell’Economia pronuncia parole sibilline: “Se servi il Paese fai le cose che credi siano giuste e non fai il furbo, pensando di fregare qualcuno”. Ma a buttare cenere sul fuoco che rischia di riattizzarsi ci pensa Berlusconi, con tanto di nota ufficiale: “Quanto mi viene attribuito da alcune agenzie di stampa in merito all’operato del ministro Tremonti non corrisponde al mio pensiero né alla verità dei fatti”.

La Russa vs Lega – "Per la Libia il rifinanziamento è fino a settembre 2011, quindi è stato recepito il nostro sollecito", esulta Roberto Calderoli al termine del Consiglio dei ministri di giovedì, che ha varato il decreto di rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. “Grazie alla Lega qualche migliaio di ragazzi torneranno a casa, saranno contenti i genitori”, si rallegra Umberto Bossi, con riferimento alla riduzione annunciata del contingente.
Ma Ignazio La Russa, malignamente ribattezzato dal leader della Lega il “ministro della guerra”, fredda ogni entusiasmo padano: se circa duemila militari torneranno a casa “non è grazie a me, Berlusconi o Bossi, ma perché hanno raggiunto l’obiettivo loro assegnato dal Parlamento”, puntualizza. Poi aggiunge: “A buon intenditor buone parole…”. Ma c’è chi scommette che lo scontro nel governo sulle missioni non finisce qui.

Sindaci vs governo – “La Conferenza Stato-Regioni di oggi ha registrato un conflitto istituzionale profondo tra governo e Regioni ed enti locali”. Parola del presidente della Conferenza unificata, Vasco Errani (Pd). Ma sul piede di guerra per i tagli agli enti locali contenuti nella manovra ci sono anche sindaci e presidenti di Regione di centrodestra. “C’è una rottura istituzionale cui il presidente del Consiglio deve rimediare”, dice il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno. E il berlusconiano Osvaldo Napoli, pur definendosi “ottimista”, parla di una “grave frattura”. Delusi dal governo? “Ormai purtroppo ci siamo abituati”, chiosa la governatrice del Lazio, Renata Polverini.

Governo: tutte le dichiarazioni delle ultime 24 ore

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