Lodo Mondadori, Berlusconi: “Una norma giusta ma la ritiro”

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Dopo i malumori della Lega e il rinvio della conferenza di Tremonti il presidente del Consiglio annuncia che sarà cancellata dalla manovra all’esame del Colle il comma salva Fininvest, nonostante lo ritenga “doveroso”. Bersani: “Ci ha provato”

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“E’ giusta ma la ritiro”. Dopo le tante polemiche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annuncia di avere dato disposizione perché venga espunta dalla manovra attualmente all'esame del presidente della Repubblica la norma sul Lodo Mondadori che pure ritiene "non solo giusta, ma doverosa". A proposito del Lodo Mondadori, il Capo del governo si è detto inoltre sicuro che la Corte d'appello di Milano, la cui sentenza è attesa a giorni, darà ragione a Fininvest, controllante Mediaset annullando la sentenza di primo grado a favore della Cir di Carlo De Benedetti.

La nota di Berlusconi - "Nell'ambito della cosiddetta manovra è stata approvata una norma per evitare attraverso il rilascio di una fideiussione bancaria il pagamento di enormi somme a seguito di sentenze non ancora definitive, senza alcuna garanzia sulla restituzione in caso di modifica della sentenza nel grado successivo. Si tratta di una norma non solo giusta ma doverosa specie in un momento di crisi dove una sentenza sbagliata può creare gravissimi problemi alle imprese e ai cittadini", dice la nota di Palazzo Chigi. E prosegue rilevando che "le opposizioni hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo. Si è prospettato infatti che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza Cir-Fininvest dando così per scontato che la Corte di Appello di Milano effettivamente condannerà la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest. Conoscendo la vicenda ritengo di poter escludere che ciò possa accadere e anzi sono certo che la Corte d'Appello di Milano non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta. Il contrario costituirebbe un'assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali. Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata". E conclude: "Spero non accada che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perché colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura".

Reazioni - "Ci ha provato". Così Pier Luigi Bersani ha commentato l'annuncio del premier Silvio Berlusconi che sarà ritirata la norma sul Lodo Mondadori. "Adesso apriremo bene gli occhi", ha ammonito il segretario del Pd rispondendo ai cronisti alla Camera. "Sappiamo con chi abbiamo a che fare", ha aggiunto, "su tutti i carri in cui caricano problemi sugli italiani ci mettono sempre soluzioni per lui. Quando viene smascherato fa marcia indietro. Noi verificheremo volta per volta". Sulla stessa scia Rosy Bindi, Vicepresidente della Camera e Presidente dell'assemblea nazionale Pd, che ironizza: "Berlusconi ritira la norma sul Lodo Mondadori? Ora Tremonti potrà fare la sua conferenza stampa senza troppi imbarazzi (il ministro dell'Economia l'aveva infatti annullata, ndr)”. Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro chiede al premier di riferire sull’accaduto. "C'è una responsabilità politica e istituzionale da parte del presidente del Consiglio e da parte di quei ministri che, presenti quel giorno, hanno approvato un documento totalmente diverso da quello trasmesso al Capo dello Stato. Credo vi sia un problema non solo di rilevanza penale, ma anche di rilevanza istituzionale". Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini non risparmia critiche al governo: "E' una norma che non ha né padri né madri. Strano perché su una norma così importante dovrebbe esserci chi si assume la responsabilità di dire 'l'ho messa io'". Berlusconi, per Casini, "non doveva andare avanti" con la norma, "è stato un balletto indecente e indecoroso, segno del presappochismo, della confusione e dell'arroganza che ci sono nel governo e nella maggioranza".

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