Depositata in Parlamento una norma per regolamentare le consultazioni, ma solo per le cariche di sindaco, presidente della provincia e della regione. Nessun cenno alla premiership e limitazioni per l'elettorato attivo e passivo. Idv: iniziativa ridicola
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Il Pdl vuole le primarie per legge per i candidati sindaci e alle presidenze di regioni e provincie ma non per la presidenza del Consiglio. E mentre il suo elettorato si mobilita per chiedere più partecipazione e trasparenza una proposta di legge è stata presentata alla Camera e al Senato da Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello. Ed è subito scontro con le opposizioni. Per Salvatore Vassallo del Pd una proposta di questo tipo "non ha una giustificazione né tecnica né politica"; ed il dipietrista Massimo Donadi, parla di "iniziativa ridicola".
Il testo di Cicchitto e Quagliariello, identico a Montecitorio e a Palazzo Madama, prevede che le primarie, per i partiti o le coalizioni che intendano avvalersene, abbiano luogo entro 60 giorni prima delle elezioni. Possono votare e candidarsi alle primarie gli iscritti al partito e i cittadini sostenitori che siano residenti nel territorio interessato dall'elezione e che abbiano provveduto ad aderire a un apposito registro dei sostenitori almeno sessanta giorni prima del loro svolgimento. Una prescrizione per scongiurare il rischio di risultati falsati o inquinati.
La cancelleria del tribunale territorialmente competente, verifica la regolarità degli elenchi degli aventi diritto al voto e si accerta che nessun cittadino sia contemporaneamente iscritto a più di un elenco per la medesima scadenza elettorale. Ogni partito o coalizione che promuove elezioni primarie si dota infine di un regolamento e di una commissione elettorale relativa all'ambito territoriale interessato".
Nel Pdl ci sono reazioni contrastanti. Mentre Basilio Catanoso sostiene che il ddl sulle primarie "rappresenta certamente la volontà del partito di dare voce alle migliori istanze che provengono dagli italiani", Andrea Augello è più cauto parlando di "primo utile contributo nella direzione di una maggiore partecipazione dei cittadini nelle scelte che determinano la formazione delle leadership politiche".
Per Augello, infatti, "c'è ancora molto da lavorare e la discussione rimane aperta sia riguardo le modalità che possono mettere al riparo le primarie da indebite ingerenze e da forme di controllo del voto da parte di apparati clientelari e criminali, sia rispetto all'eventuale ricorso a questo strumento anche per determinare le candidature per Palazzo Chigi".
Durissima, dunque, l'opposizione. "Apprezziamo lo sforzo di esponenti del Pdl di proporre metodi democratici anche all'interno del loro partito. Peccato però che ciò venga fatto con le solite eccezioni 'ad personam' per cui le primarie valgono per tutti gli incarichi tranne che per quello principale: il presidente del Consiglio", sostiene il responsabile Enti Locali del Pd Davide Zoggia. E Massimo Donadi così prosegue: "Il Pdl è incapace di guardare al di là del proprio naso. Con la crisi della leadership di Berlusconi (per utilizzare un eufemismo), anche nel centrodestra si parla ora di primarie, ma, per evitare che a qualcuno possa venire in mente di sfidare (e battere) Berlusconi, queste si limitano ai candidati sindaci e presidenti di province e regioni. Siamo davvero al ridicolo", conclude.
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Il testo di Cicchitto e Quagliariello, identico a Montecitorio e a Palazzo Madama, prevede che le primarie, per i partiti o le coalizioni che intendano avvalersene, abbiano luogo entro 60 giorni prima delle elezioni. Possono votare e candidarsi alle primarie gli iscritti al partito e i cittadini sostenitori che siano residenti nel territorio interessato dall'elezione e che abbiano provveduto ad aderire a un apposito registro dei sostenitori almeno sessanta giorni prima del loro svolgimento. Una prescrizione per scongiurare il rischio di risultati falsati o inquinati.
La cancelleria del tribunale territorialmente competente, verifica la regolarità degli elenchi degli aventi diritto al voto e si accerta che nessun cittadino sia contemporaneamente iscritto a più di un elenco per la medesima scadenza elettorale. Ogni partito o coalizione che promuove elezioni primarie si dota infine di un regolamento e di una commissione elettorale relativa all'ambito territoriale interessato".
Nel Pdl ci sono reazioni contrastanti. Mentre Basilio Catanoso sostiene che il ddl sulle primarie "rappresenta certamente la volontà del partito di dare voce alle migliori istanze che provengono dagli italiani", Andrea Augello è più cauto parlando di "primo utile contributo nella direzione di una maggiore partecipazione dei cittadini nelle scelte che determinano la formazione delle leadership politiche".
Per Augello, infatti, "c'è ancora molto da lavorare e la discussione rimane aperta sia riguardo le modalità che possono mettere al riparo le primarie da indebite ingerenze e da forme di controllo del voto da parte di apparati clientelari e criminali, sia rispetto all'eventuale ricorso a questo strumento anche per determinare le candidature per Palazzo Chigi".
Durissima, dunque, l'opposizione. "Apprezziamo lo sforzo di esponenti del Pdl di proporre metodi democratici anche all'interno del loro partito. Peccato però che ciò venga fatto con le solite eccezioni 'ad personam' per cui le primarie valgono per tutti gli incarichi tranne che per quello principale: il presidente del Consiglio", sostiene il responsabile Enti Locali del Pd Davide Zoggia. E Massimo Donadi così prosegue: "Il Pdl è incapace di guardare al di là del proprio naso. Con la crisi della leadership di Berlusconi (per utilizzare un eufemismo), anche nel centrodestra si parla ora di primarie, ma, per evitare che a qualcuno possa venire in mente di sfidare (e battere) Berlusconi, queste si limitano ai candidati sindaci e presidenti di province e regioni. Siamo davvero al ridicolo", conclude.