Napolitano: "Onorare i giudici". Berlusconi d’accordo, ma…

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Il monito del Capo dello Stato nella giornata della memoria per le vittime del terrorismo. Il premier: "Mi inchino con rispetto e mi unisco alle sue nobili parole". Poi però torna ad attaccare i pm di Milano e chiede "una commissione d’inchiesta". VIDEO

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Il ricordo dei magistrati vittime del terrorismo sembra essere l'unico punto su cui convergono Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi quando si parla di giustizia. Tra i due infatti rimangono le distanze (e qualcuno in ambienti parlamentari parla di gelo) sui giudizi complessivi sulla magistratura. Con il premier sempre pronto a caricare a testa bassa certi pm e che rilancia anche l'idea di istituire una commissione d'inchiesta parlamentare contro la quale, però, si scagliano il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e tutta l'opposizione.

Il monito di Napolitano - Al Quirinale, il Capo dello Stato visibilmente commosso ricorda i giudici uccisi ed invita a "onorare la magistratura", premessa indispensabile "per ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme". Giorgio Napolitano ha invitato tutti a "parlare responsabilmente" della magistratura, il cui prestigio non può essere scalfito da "qualche dissennato manifesto che venga affisso sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e Guido Galli, e di qualsiasi polemica politica indiscriminata". Chiaro il riferimento allo slogan "Via le Br dalle procure" apparso a Milano nelle scorse settimane e della cui paternità si è accusato il candidato del Pdl Roberto Lassini.
Un discorso alto per ricordare i giudici uccisi. Un passaggio condiviso in pieno dal premier che definisce "eroi" i magistrati vittime del terrorismo salvo poi attaccare i pubblici ministeri milanesi.

Berlusconi: "Mi inchino a parole Napolitano" - "Mi unisco idealmente alle nobili parole" del presidente della Repubblica dice il Cavaliere, che poi aggiunge: "Insieme al governo e all'Italia intera, mi inchino con rispetto e gratitudine". Nella nota Berlusconi non risparmia critiche "alle tribune mediatiche e universitarie concesse con disinvoltura ai terroristi che sono stati protagonisti feroci e criminali di quegli anni". Ecco perché, aggiunge ancora il presidente del Consiglio, "dichiaro oggi l'impegno del governo a contribuire ad aprire tutti gli armadi della vergogna perché nessuna strage rimanga più avvolta nel mistero".

L'attacco del premier: "Pm cancro della democrazia" - La commemorazione delle vittime del terrorismo sembra dunque l'unico punto su cui il presidente del Consiglio ed il Quirinale convergono. Tant'è che in tribunale a Milano per l'udienza sul caso Mills (dove Berlusconi è stato anche contestato: IL VIDEO), il premier accusa di "eversione" i pm del capoluogo lombardo  definendoli ancora una volta "un cancro della democrazia" da bloccare anche con "l'istituzione di una commissione d'inchiesta".

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Critiche da Fini e da tutta l'opposizione - Una idea che Gianfranco Fini definisce "Un'assurdità, una anomalia. Lo Stato di diritto è organizzato in tutt'altro modo", è la replica del presidente della Camera che poi accusa il Cavaliere di "gettare benzina sul fuoco forse per non far parlare di altro".
Ma l'idea rilanciata dal capo del governo non piace nemmeno all'opposizione. Il Partito Democratico parla di "persecuzione giudiziaria" a danno dei pm e di parole "indecenti e vergognose" nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo. Critica anche l'Udc che con il segretario Lorenzo Cesa parla di "proposta demenziale".
Antonio di Pietro invece chiama in causa il Quirinale: “Chi ha il dovere, come il Presidente della Repubblica, di fermare l'attacco alle istituzioni - mette in chiaro il leader dell'Idv - non si può limitare a delle raccomandazioni e a dei rimbrotti, ma deve fare dei passi concreti, altrimenti fra poco ci penserà il popolo".

Bossi: "Nessun asse con il Quirinale" - Intanto per Umberto Bossi sono "tutte stronzate" le ricostruzioni di stampa circa un asse tra Lega e Quirinale per un governo tecnico che superi l'esecutivo Berlusconi. "Non c'entra niente, posso trattare con lui, moderare" ha affermato il leader del Carroccio riferendosi al Capo dello Stato. "Ma Berlusconi è Berlusconi: è un alleato, l'altro è il presidente della Repubblica, firma le leggi".

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