Lassini: se eletto si dovrà rispettare volontà dei milanesi

Politica
Il presidente dell'Associazione dalla parte della democrazia Roberto Lassini
Roberto Lassini, il candidato del Pdl alle comunali di Milano, indagato per i manifesti con scritto 'Fuori le Br dalle Procure, arriva nella sede del suo comitato elettorale per annunciare la sua rinuncia alla camapgna elettorale, 19 aprile 2011. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Il presidente dell'associazione autrice dei manifesti anti-pm, candidato Pdl alle comunali, non può cancellarsi dalle liste elettorali, ma aveva annunciato l'intenzione di fare un passo indietro. Ora ritratta e rivela: "Ho la solidarietà del premier"

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Un passo indietro e due avanti per Roberto Lassini, il candidato del Pdl alle comunali di Milano, indagato per i manifesti con scritto 'Fuori le Br dalle Procure', che due giorni fa aveva scritto una lettera di scuse al presidente della Repubblica. Dopo le pressioni di Letizia Moratti, Lassini aveva convocato una conferenza per annunciare che avrebbe rinunciato alla campagna elettorale e alla candidatura alle comunali, ma, intervistato dal Tgla7, ha spiegato che, in caso di elezione, "bisognerà rispettare certamente la volontà dei milanesi".

"Io penso che sarà una decisione di carattere politico che - ha spiegato l'ex sindaco di Turbigo - non dipende certamente solo da me". Intervistato a Porta a Porta, poi, Lassini ha anche rivelato di aver ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi nel corso della quale ha avuto la solidarietà del premier per la situazione che si è creata dopo la vicenda dei manifesti di Milano.

Le sue parole sono state subito stigmatizzate da Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, per il quale "non sono solo gravemente offensive del Presidente della Repubblica Napolitano, al quale lo stesso aveva formalmente garantito la propria rinuncia, scusandosi per i famosi manifesti, ma sono anche la palese dimostrazione che Lassini non è altro che il fedele interprete dell'ideologia berlusconiana di attacco continuo e vergognoso alla magistratura".

Pur rinunciando alla campagna elettorale, di cui ora comunque non ha più bisogno, visto l'eco suscitata dalla vicenda dei manifesti, che hanno proiettato l'ex sindaco di Turbigo sulla ribalta nazionale, Lassini non si può tecnicamente dimettere dalla lista elettorale dopo essere stato candidato, come spiegato dal Viminale. La sua "rinuncia irrevocabile" alla candidatura, sbandierata solo due giorni fa, sembrava quindi valere come una rinuncia al posto in Consiglio in caso di elezione. Oggi invece, anche dopo il pezzo del direttore del Giornale Sallusti intitolato 'Io voto Lassini e Moratti', il candidato si è appellato alla volontà degli elettori, tra cui è certo di avere Daniela Santanché, che ha pubblicamente detto che lo voterebbe. Il sindaco di Milano Letizia Moratti, che aveva imposto un aut aut tra lei e Lassini, in un'intervista pubblicata dal Messaggero ha invece lodato il comportamento del Pdl, spiegando che "nei fatti, ci siamo mossi tutti insieme. Il risultato è che l'ispiratore di quei manifesti ignobili ha rinunciato alla candidatura".

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