Il capo dello Stato ha intenzione di verificare gli effetti della norma prima dell'ok al Senato. Anm: resa dello Stato di fronte al crimine. Cicchitto (Pdl) chiede a Fini di intervenire su Rosy Bindi che dai banchi di Montecitorio gli ha gridato "P2,P2"
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Il giorno dopo l'approvazione del processo breve non si placano le polemiche, con l'opposizione che attacca ancora governo e maggioranza, l'Avvenire che ritiene la legge un'occasione sprecata e l'Associazione nazionale magistrati che boccia la norma e la considera una "resa dello Stato davanti al crimine".
Mentre il capo dello Stato, da Praga, fa sapere: "Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento", il quotidiano della Cei si dice certo che "i nodi della giustizia non saranno sciolti" con "questa legge definita solo per convenzione sul 'processo breve'", e che in realtà "non servirà affatto ad accorciare i tempi dei processi".
Questo, dunque, il giudizio sulla norma approvata mercoledì 13 dalla Camera e che ora passa in terza lettura al Senato. E il giorno dopo il voto arriva anche il nuovo attacco dell'Anm secondo la quale la legge sulla prescrizione breve "è un'amnistia permanente per numerosi gravi reati, come la corruzione, l'evasione fiscale, la truffa, la truffa ai danni dello Stato, l'appropriazione indebita, l'omicidio e le lesioni colpose, quelli in materia di ambiente e di infortuni sul lavoro". (Leggi quali potrebbero essere le sentenze a rischio).
Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, pone invece l'accento sul dato politico: "I numeri in Parlamento hanno anche sostanza politica: la maggioranza ha aumentato i suoi consensi nel voto a scrutinio segreto. Questo dimostra che la maggioranza si è rafforzata, anche politicamente, e l'opposizione si è indebolita, anche politicamente".
Di merito, invece, la critica del Pd: "E' stato muro contro muro, muro contro il buonsenso e contro le esigenze del Paese", ha sottolineato Pierluigi Bersani, "noi non siamo affatto
affezionati a passare giorni e notti in Parlamento a discutere dei processi di Berlusconi", il Paese "ha problemi enormi ed è scandaloso che tutto si concentri attorno alle questioni di
Berlusconi. Questo dà amarezza".
Alla polemica e alle tensioni del dopo voto, si aggiunge anche la richiesta avanzata dal Pdl al presidente della Camera Fini di intervenire sul comportamento tenuto in aula da Rosy Bindi. Fabrizio Cicchitto, capogruppo della maggioranza a Montecitorio, definisce infatti "gravissimo" quanto è accaduto mercoledì 13 aprile. La presidente del Pd dai banchi della Camera ha protestato insieme a tutto il suo gruppo al grido di "P2, P2" contro il presidente dei deputati del Pdl, che nel corso delle dichiarazioni di voto aveva detto: "Non ci faremo processare nelle piazze".
Intanto, mentre prosegue la querelle sulla successione a Silvio Berlusconi, il premier riunisce i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato per fare il punto nella coalizione e verificare l'agenda parlamentare dei prossimi mesi.
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Mentre il capo dello Stato, da Praga, fa sapere: "Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento", il quotidiano della Cei si dice certo che "i nodi della giustizia non saranno sciolti" con "questa legge definita solo per convenzione sul 'processo breve'", e che in realtà "non servirà affatto ad accorciare i tempi dei processi".
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