"Creare eserciti regionali": la proposta di legge della Lega

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Le milizie, sul modello della Guardia nazionale americana, dovrebbero intervenire in caso di calamità naturali, attentati, incidenti alle infrastrutture. Pd: "Iniziativa preoccupante". La Russa: "L'esercito non si parcellizza"

Costituire degli eserciti regionali, sul modello della Guardia nazionale americana, che siano pronti a intervenire in caso di calamità naturali, di gravi attentati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi e per mantenere l'ordine pubblico qualora il Consiglio dei ministri o i governatori regionali lo deliberino. E' l'obiettivo della proposta di legge presentata il 15 marzo dalla Lega Nord e annunciata oggi 4 aprile alla Camera.

Il provvedimento, che porta la firma di quasi tutti i componenti del gruppo del Carroccio (ad eccezione del capogruppo Marco Reguzzoni) prevede che il Corpo dei volontari sia composto, previo superamento di esami psico-attitudinali, da militari che non sono più in servizio (senza demerito) e che non abbiano superato i 40 anni di età. Il limite di età varrà  anche per gli ufficiali e i sottoufficiali.

Gli eserciti regionali dovrebbero alleggerire i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio e diventare "uno strumento utilizzabile all'occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all'estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria".

L'opposizione risponde alla proposta con una levata di scudi. Per il capogruppo democratico nella commissione Difesa della Camera, Antonio Rugghia, si tratta di una iniziativa "preoccupante" che "sembra voler mettere in discussione l'unità stessa del Paese e creare venti piccoli eserciti da brandire contro i propri vicini"."Se non fosse stata presentata da un gruppo così folto di deputati - continua il deputato -  l'avrei definita una pagliacciata, ma la presenza di autorevoli esponenti del Carroccio la rende seriamente preoccupante".

Secondo il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi, invece, si tratta dell'"ultima follia leghista", "dell'evoluzione delle ronde padane, l'eterna tentazione del Carroccio di creare uno stato nello Stato".
Duro anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: "Dopo la pagliacciata delle ronde, fallite miseramente perché respinte dalla stessa società civile, prepariamoci all'ennesimo interminabile e inutile dibattito sugli eserciti regionali, l'ultima grottesca provocazione della Lega che non troverà mai attuazione. Invece di perdere tempo con queste 'boutade', il Carroccio pensi a governare e a sostenere seriamente le Forze dell'Ordine, che
per colpa degli ingenti tagli del governo non hanno le risorse e i mezzi necessari per difendere i cittadini".

Ma anche dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, arriva un 'no' agli eserciti regionali: "In ogni paese, anche il più federalista del mondo - ha detto il ministro nel rispondere a una domanda sulla proposta della Lega - l'esercito non viene mai regionalizzato o parcellizzato. E' una delle caratteristiche dello stato unitario".

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