Rebus tendopoli: il piano scontenta tutti

Politica
Alcune tende montate nell'Arena Rock di Torino, prima dello stop del Prefetto e del sindaco Chiamparino
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Smentite, retromarce, gaffes. La partita tra il governo e le Regioni rischia di trasformarsi in un pasticcio. Per ora saltano i centri di accoglienza per gli immigrati di Brescia, Torino e Coltano (Pisa). Berlusconi: "Rischio di uno tsunami umano"

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di Daniele Troilo

Un rebus, un enigma, un vero e proprio rompicapo. La partita tra il ministro dell’Interno Maroni e le regioni italiane sulle località in cui allestire i campi per i profughi in arrivo da Lampedusa rischia di trasformarsi, se non è già successo, in un pasticcio. Da giorni si inseguono dichiarazioni e smentite, indiscrezioni e polemiche. Nonostante sia il premier Berlusconi che il ministro Maroni abbiano dichiarato più volte che tutte le regioni dovranno impegnarsi ad accogliere gli immigrati, non appena si fa il nome di una città scatta immediatamente la levata di scudi. Per la serie: ovunque, ma non qui.

L’ultima retromarcia arriva da Torino dove il Prefetto, Alberto Di Pace, ha sospeso in accordo con il Viminale i lavori per la realizzazione della tendopoli nell'Arena Rock. La decisione è arrivata dopo una serie di polemiche e soprattutto dopo il duro attacco del sindaco Sergio Chiamparino al ministro dell’Interno: "Ritiro la disponibilità dell’area dell’Arena Rock - ha dichiarato il primo cittadino al quotidiano La Stampa - Abbiamo chiarito che Maroni non ha agito in malafede prendendo iniziative a nostra insaputa, ma resta ancora la necessità di alcuni chiarimenti, soprattutto sulla natura delle persone che potrebbero essere trasferite a Torino". Certo, l’accento sulla mancanza di condivisione della scelta la dice tutta sulla “cabina di regia” (martedì è previsto un nuovo incontro tra il ministro e i presidenti di Regione) che sta gestendo la crisi degli immigrati. Dalle dichiarazioni rilasciate anche dagli altri amministratori locali sembra emergere un elemento: la cabina di regia sarebbe una sola e la gestione ce l'avrebbe, al momento, solo il Viminale.

Intanto con Torino si allunga ancora la lista delle località individuate da Maroni un giorno e cancellate dall’elenco il giorno dopo. Era data per certa la tendopoli di Coltano, in provincia di Pisa, ma è saltata. La Regione Toscana ha posto il veto proponendo dieci altri siti per 500 posti. Così come si pensava, qualche giorno fa, di fare una tendopoli in provincia di Milano, a Castano Primo, ma poi qualcuno ci ha ripensato facendo tirare un sospiro al sindaco Letizia Moratti, che tra un mese e mezzo dovrà vedersela con l’appuntamento elettorale. Tra i possibili siti circolati nelle ultime ore c’è anche quello vicino Brescia, nella zona a due passi dall’aeroporto di Montichiari. Ma non appena si è diffusa la notizia ci ha pensato il sindaco a smentirla un attimo dopo: “Priva di fondamento”, l’ha definita Elena Zanola.

L’elenco continua, la sindrome Nimby (“Non nel mio cortile”) si fa largo dappertutto. Un due di picche è arrivato anche dalle Marche, dove in un primo momento il governo aveva pensato di realizzare un accampamento ad Ancona: "No alle tendopoli e no a qualsiasi forma di accoglienza che non sia spalmata sul territorio", ha detto il vicepresidente della Regione Paolo Petrini.
Per non parlare del Veneto, dove appena si è sparsa la voce di una possibile tendopoli nella regione governata dalla Lega si è scatenata la bagarre. Cronaca e politica - qui come altrove - vanno a braccetto. Le elezioni incombono e il sospetto di una furbata si fa strada. Soprattutto a sinistra. Il sindaco di Padova Zanonato (Pd) ha ammesso: “Qui Zaia rischia di perdere la faccia”. E i colleghi di centrosinistra sono stati più chiari di lui: “Siamo per l'accoglienza e la solidarietà, ma non ci hanno ascoltato. Ora portino gli immigrati in una città leghista”.

Intanto sulle polemiche politiche, giovedì 31 marzo, il ministro Maroni ha provato a metterci una pezza. “Non mi faccio condizionare né dalle campagne elettorali né dal fatto che la Lega governa in alcune regioni e in altre no" ha detto rispondendo alle malelingue secondo cui il governo vorrebbe concentrare i siti al Centro-Sud in vista delle elezioni amministrative in molti enti locali del Nord.

In ogni caso dopo Manduria i prossimi campi pronti dovrebbero essere quelli di Trapani, Caltanissetta, Potenza, Santa Maria Capua Vetere, Ventimiglia e i dieci siti in Toscana. Cinque a due per il Sud. In attesa di ripensamenti…

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