Pomicino e le risse in Aula: "La maggioranza faccia outing"

Politica
Paolo Cirino Pomicino
pomicino

L’ex braccio destro di Andreotti commenta a Sky.it gli scontri avvenuti alla Camera: "Niente a che fare con quelli della Prima Repubblica. Allora le battaglie si facevano sull’adesione alla Nato, mica su un ordine del giorno!”

(in fondo all'articolo tutti i video sulla bagarre in aula per il processo breve)

di Filippo Maria Battaglia


“Onorevole Pomicino?” “Purtroppo”. Ex ministro, 72 anni, tra i grandi capi della Dc andreottiana, Paolo Cirino Pomicino, al telefono, risponde così, tra l'ironico e l'amaro.
E quando gli si chiede di commentare le ultime vicende della politica italiana (con tanto di scontri in Aula e fuori per le polemiche sul processo breve) la voce si fa ferma ma perfino più sconsolata.
“La confusione politica si trasferisce in piazza e nelle aule di Montecitorio. Il maggiore partito di governo è una rondine impazzita e l'esecutivo trasferisce la sua inadeguatezza in parlamento”, dice a Sky.it.

Sulla bagarre a Montecitorio tra La Russa e Fini, Pomicino è duro nei confronti del primo: “Può fare tutto, ma non il ministro della Difesa”. Nessuna attenuante, quindi neppure, se gli si fa notare che anche nella Prima Repubblica gli scontri parlamentari avvenivano ed erano pure veementi: “Ma le battaglie - risponde indignato - si conducevano sull’adesione al Patto Atlantico, mica su un ordine del giorno!”.
Niente paragoni con l'ancien regime, dunque. Neppure per il lancio di monetine, che mercoledì 30 marzo avrebbe colpito il ministro La Russa e qualche altro esponente di governo di fronte a Montecitorio e che a qualcuno ha fatto tornare alla mente il lancio di monete a Craxi.

Era il ’93, sempre a Roma, ma di fronte all’hotel Raphael: una delle immagini simbolo del ciclone Tangentopoli, che coinvolse lo stesso Pomicino (una condanna a 1 anno e 8 mesi per finanziamento illecito dei partiti e un patteggiamento di 2 mesi per corruzione).
“Quell’aggressione a Craxi fu organizzata dalla sinistra comunista. Quella di questi giorni è stata una reazione spontanea. Occhio che quando non c’è la politica, ma la pancia, significa che qualcosa non va e che la democrazia ne soffre”.
Poi Pomicino si lancia in un consiglio spontaneo, destinato a maggioranza ed esecutivo: “Facciano outing. A cominciare da certe scelte indifendibili”.
Un esempio? “Come si fa a chiamare un gruppo di parlamentari fuoriusciti da varie formazioni ‘Responsabili’? La libertà del deputato va tutelata, ma un nome così, applicato a quel gruppo, fa ridere e tradisce solo una mancanza di una comune identità. Più che dinanzi alla politica, mi sembra che siamo di fronte a spunti onirici”.

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