Nucleare, il governo: "Non si torna indietro"
PoliticaIl ministro per l’Ambiente Prestigiacomo: "Siamo stati penalizzati dal referendum dell’87". Il suo collega Romani: “Un percorso già intrapreso”. Diversi governatori di centrodestra però frenano. Il Pd chiede di fermarsi e Vendola pubblica una videolettera
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L'Italia non ha cambiato idea sul nucleare e "spero che nel referendum di giugno gli italiani non votino sull'onda dell'emotività". Parla il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a proposito dell'allarme nucleare in Giappone e della posizione nel nostro paese. "Abbiamo fatto una scelta molto consapevole - ha spiegato il ministro a Radio Anch'io - nel definire l'agenzia di sicurezza sul nucleare e riteniamo di aver previsto criteri di selezione dei siti che ospiteranno le centrali molto attenti e che tengono conto della sismicità del territorio, caratteristica del nostro paese ma non paragonabile al Giappone. Mai come in questi casi è sbagliato fare allarmismo che crea paure irrazionali. L'Italia all'epoca di Chernobyl decise di uscire dal nucleare e per questo è stata fortemente penalizzata in questi anni". Una scelta, spiega la Prestigiacomo, che "comunque non ci ha messo in sicurezza: se dovesse accadere un incidente grave in una centrale di un paese vicino comunque avremmo dei danni".
Per quanto riguarda i siti delle centrali, il ministro aggiunge che "ancora non sono stati definiti anche se tutti ipotizzano e fanno degli scenari perché le condizioni del nostro territorio sono note e si sa quali sono le aree certamente escluse, ma non c'è ancora una mappa dei siti". Infine un auspicio sul referendum di giugno: "Spero non ci sia alcuna ondata di emotività. Sarebbe un modo irrazionale di affrontare un problema. Bisogna spiegare cos'è il nucleare oggi perché l'Italia ha davvero un'opportunità avvalendosi delle tecnologie più innovative, 100 volte superiori a quelle del Giappone". D'altronde - aggiunge il ministro - le fonti rinnovabili "sono energie da sviluppare, ma immaginare che a breve tutta l'energia possa essere prodotta da fonti rinnovabili è irrealistico".
Romani: "Inimagginabile tornare indietro" -Sulla stessa direzione anche anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani. E' "inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato", quello che porterà al ritorno dell'energia nucleare in Italia. "Il 19% dell'energia italiana viene importata dalle centrali nucleari dei paesi limitrofi", ha detto al termine della riunione dei ministri dell'Energia dell'Unione Europea convocata a Bruxelles dal commissario Guenther Oettinger per discutere dell'emergenza nucleare in Giappone e della situazione dei sistemi di sicurezza delle centrali in Europa.
Legambiente: "Il nostro governo minimizza l'incidente" - "Negli ultimi mesi abbiamo apprezzato il senso pragmatico e il realismo del ministro Prestigiacomo su molte questioni, dalla difesa dei parchi al coraggioso intervento sui sacchetti di plastica: in questo caso il suo mi sembra un approccio molto ideologico". Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, intervistato da Radio Città Futura. "Siamo l'unico paese in cui il governo ha minimizzato fino all'estremo l'incidente" sottolinea Cogliati Dezza, per cui invece quanto accaduto in Giappone "è la dimostrazione che non esiste un nucleare sicuro: anche nella culla della tecnologia moderna non ci sono gli strumenti per governarlo".
Zaia: "No alle centrali in Veneto" - Tuttavia se molti esponenti di governo e di centrodestra continuano a professarsi favorevoli al nucleare, quando si va nello specifico (cioè sul territorio) la situazione cambia. E così l’atteggiamento delle Regioni sembra essere molto simile a quello del “not in my backyard”, cioè non nel mio cortile. Il presidente del Veneto Luca Zaia avverte: "Non ho nulla da nascondere, il Veneto non ha le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, per cui dico ai comitati che non perdano tempo a protestare: fino a quando ci sarò io sarà sempre no a questa ipotesi". "Il nucleare - ha aggiunto Zaia - è una buona tecnologia, ma se aggiungiamo anche gli aspetti sismici usciamo del tutto da una possibilità di una candidatura del Veneto a ospitare un sito. Il nucleare in mezzo al deserto o in una zona molto stabile ha un senso; in Giappone abbiamo invece purtroppo visto cosa vuol dire".
E anche la Lombardia dice no alle centrali - Stessa situazione in Lombardia. Il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Romano Colozzi, a proposito del decreto sull'individuazione dei siti nucleari dice: "La Regione Lombardia è autosufficiente dal punto di vista energetico e quando si parlerà di nuovi insediamenti bisognerà tenere conto di questo". "Il governo nazionale - ha proseguito l'assessore - su questa materia ha la responsabilità di assumere le decisioni. La Corte ha riconosciuto che le autonomie locali hanno poteri territoriali, ma non di veto. La Regione Lombardia ha sempre osservato che dal punto di vista istituzionale il governo si muove all'interno delle proprie prerogative".
Le Regioni che non si oppongono al documento che fissa i criteri per la localizzazione degli impianti sono, oltre alla Lombardia, il Veneto, il Piemonte e la Campania.
Pd: "Scelta dell'esecutivo senza senso" - L'opposizione, da par suo, continua a chiedere lo stop al nucleare. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha asupicato che l'esecutivo blocchi il piano per il ritorno al nucleare, di fronte alla tragedia del Giappone. "Il governo dica 'mi fermo un attimo'", ha esortato il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti alla Camera. "Mettersi adesso a localizzare, come vuole fare, i siti delle centrali è assolutamente senza senso", ha proseguito, "fermiamoci a rifletterci su". L'esecutivo, ha insistito, "dia una prova di saggezza".
E a ribadire il no dell'opposizione interviene anche Nichi Vendola. Il leader di Sinistra e libertà, pubblica su Youtube una "videolettera sul dubbio" in cui afferma che "la lezione di stoira ci dice di rinunciare all'opzione nucleare".
Tutti i video sul Giappone e sull'emergenza nucleare dopo lo tsunami:
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Per quanto riguarda i siti delle centrali, il ministro aggiunge che "ancora non sono stati definiti anche se tutti ipotizzano e fanno degli scenari perché le condizioni del nostro territorio sono note e si sa quali sono le aree certamente escluse, ma non c'è ancora una mappa dei siti". Infine un auspicio sul referendum di giugno: "Spero non ci sia alcuna ondata di emotività. Sarebbe un modo irrazionale di affrontare un problema. Bisogna spiegare cos'è il nucleare oggi perché l'Italia ha davvero un'opportunità avvalendosi delle tecnologie più innovative, 100 volte superiori a quelle del Giappone". D'altronde - aggiunge il ministro - le fonti rinnovabili "sono energie da sviluppare, ma immaginare che a breve tutta l'energia possa essere prodotta da fonti rinnovabili è irrealistico".
Romani: "Inimagginabile tornare indietro" -Sulla stessa direzione anche anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani. E' "inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato", quello che porterà al ritorno dell'energia nucleare in Italia. "Il 19% dell'energia italiana viene importata dalle centrali nucleari dei paesi limitrofi", ha detto al termine della riunione dei ministri dell'Energia dell'Unione Europea convocata a Bruxelles dal commissario Guenther Oettinger per discutere dell'emergenza nucleare in Giappone e della situazione dei sistemi di sicurezza delle centrali in Europa.
Legambiente: "Il nostro governo minimizza l'incidente" - "Negli ultimi mesi abbiamo apprezzato il senso pragmatico e il realismo del ministro Prestigiacomo su molte questioni, dalla difesa dei parchi al coraggioso intervento sui sacchetti di plastica: in questo caso il suo mi sembra un approccio molto ideologico". Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, intervistato da Radio Città Futura. "Siamo l'unico paese in cui il governo ha minimizzato fino all'estremo l'incidente" sottolinea Cogliati Dezza, per cui invece quanto accaduto in Giappone "è la dimostrazione che non esiste un nucleare sicuro: anche nella culla della tecnologia moderna non ci sono gli strumenti per governarlo".
Zaia: "No alle centrali in Veneto" - Tuttavia se molti esponenti di governo e di centrodestra continuano a professarsi favorevoli al nucleare, quando si va nello specifico (cioè sul territorio) la situazione cambia. E così l’atteggiamento delle Regioni sembra essere molto simile a quello del “not in my backyard”, cioè non nel mio cortile. Il presidente del Veneto Luca Zaia avverte: "Non ho nulla da nascondere, il Veneto non ha le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, per cui dico ai comitati che non perdano tempo a protestare: fino a quando ci sarò io sarà sempre no a questa ipotesi". "Il nucleare - ha aggiunto Zaia - è una buona tecnologia, ma se aggiungiamo anche gli aspetti sismici usciamo del tutto da una possibilità di una candidatura del Veneto a ospitare un sito. Il nucleare in mezzo al deserto o in una zona molto stabile ha un senso; in Giappone abbiamo invece purtroppo visto cosa vuol dire".
E anche la Lombardia dice no alle centrali - Stessa situazione in Lombardia. Il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Romano Colozzi, a proposito del decreto sull'individuazione dei siti nucleari dice: "La Regione Lombardia è autosufficiente dal punto di vista energetico e quando si parlerà di nuovi insediamenti bisognerà tenere conto di questo". "Il governo nazionale - ha proseguito l'assessore - su questa materia ha la responsabilità di assumere le decisioni. La Corte ha riconosciuto che le autonomie locali hanno poteri territoriali, ma non di veto. La Regione Lombardia ha sempre osservato che dal punto di vista istituzionale il governo si muove all'interno delle proprie prerogative".
Le Regioni che non si oppongono al documento che fissa i criteri per la localizzazione degli impianti sono, oltre alla Lombardia, il Veneto, il Piemonte e la Campania.
Pd: "Scelta dell'esecutivo senza senso" - L'opposizione, da par suo, continua a chiedere lo stop al nucleare. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha asupicato che l'esecutivo blocchi il piano per il ritorno al nucleare, di fronte alla tragedia del Giappone. "Il governo dica 'mi fermo un attimo'", ha esortato il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti alla Camera. "Mettersi adesso a localizzare, come vuole fare, i siti delle centrali è assolutamente senza senso", ha proseguito, "fermiamoci a rifletterci su". L'esecutivo, ha insistito, "dia una prova di saggezza".
E a ribadire il no dell'opposizione interviene anche Nichi Vendola. Il leader di Sinistra e libertà, pubblica su Youtube una "videolettera sul dubbio" in cui afferma che "la lezione di stoira ci dice di rinunciare all'opzione nucleare".
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