Bersani: "Da Berlusconi schiaffo inaccettabile alla scuola"

Politica
Il leader del Pd Pier Luigi Bersani
Il leader del partito democratico Pier Luigi Bersani sul palco per il comizio di chiusura della Festa del PD oggi pomeriggio 12 settembre 2010 in P.zza Castello a Torino. 
/ANSA/TONINO DI MARCO

"Gli insegnanti inculcano ai ragazzi principi diversi da quelli delle famiglie" aveva detto il premier. Per il leader del Pd, il ministro Gelmini dovrebbe dimettersi. Il presidente del Consiglio replica: "Polemica strumentale della sinistra"

Guarda anche:
Lo speciale sulla scuola di Sky.it

Polemica sulla scuola pubblica, dopo le parole del premier Berlusconi che ha accusato gli insegnanti di voler indottrinare gli alunni con principi diversi da quelli delle famiglie.

"Con richiami di sapore antico - attacca il leader del Pd Bersani - Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l'intelligenza e la coscienza civile del Paese. All'elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. E' il luogo in cui l'Italia - sottolinea il segretario Pd – costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica e non permetteremo che Berlusconi la distrugga". "Se la Gelmini fosse un vero ministro - continua Bersani -  invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dovrebbe dimettersi".

"Bersani si rassegni, la scuola non è proprietà privata della sua parte politica", la replica, a stretto giro, del ministro della Pubblica Istruzione. "La sinistra guarda alla scuola pubblica italiana come ad un luogo di indottrinamento ideologico" ha proseguito il ministro: "noi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito, sull'efficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di più il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualità".

E anche dal premier è arrivato un chiarimento: "Le mie parole – ha detto - non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al  contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d'insegnamento ma anche ripudio dell'indottrinamento politico e ideologico". "Come al solito -afferma il premier- anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose".

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]