Berlusconi sul caso Ruby: "Farò causa allo Stato"

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La procura di Milano ha presentato la richiesta di processo immediato per concussione e prostituzione minorile: "Esiste l'evidenza della prova". Nuovo sfogo del premier: "E' uno schifo, pm eversivi". VIDEO

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Prudenza, prudenza e dati concreti: la linea suggerita dalle "colombe" vicine al premier (Giuliano Ferrara e Gianni Letta su tutti) sembrava aver prevalso, dopo l'annuncio di Berlusconi di un accelerazione sulle riforme condivise, prima attraverso una lettera al Corriere e poi con la convocazione di un Consiglio dei ministri per rilanciare l'economia.
E invece, proprio durante la conferenza stampa in cui il premier annuncia il disegno di legge per modificare tre articoli della Costituzione, si torna a parlare del caso Ruby.
Come annunciato, infatti, mercoledì 9 febbraio la procura di Milano ha presentato la richiesta di processo immediato per il presidente del Consiglio per i reati di concussione e prostituzione minorile, nell'ambito dell'inchiesta che ruota attorno alla figura della giovane marocchina Karima el Mahroug.
Silvio Berlusconi attacca a testa bassa i pm milanesi, parla di "schifo", "vergogna" sulla vicenda Ruby e annuncia una causa contro lo Stato. In ambienti del Pdl, inoltre, si arriva ad ipotizzare anche una accusa di attentato alla Costituzione contro i magistrati.

"Processi farsa" - "Mi domando chi pagherà per questo schifo e questa vergogna, alla fine pagherà lo Stato. Ma la responsabilità dei giudici ci deve essere e noi la faremo", dice il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande dei cronisti sulla decisione della procura di Milano di richiedere il giudizio immediato per concussione e prostituzione minorile. "Sono dei processi farsa - aggiunge - accuse infondatissime". Ed ancora: "Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento, la procura di Milano non ha competenza territoriale né funzionale. La concussione non c'è, è risibile, non esiste. Sono cose pretestuose, a me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del Paese e hanno portato fango all'Italia".
Berlusconi rincara poi la dose aggiungendo che i pm "hanno una finalità eversiva" e che le indagini dei giudici milanesi "hanno solo una finalità di disinformazione mediatica". "Io non sono preoccupato per me, sono un ricco signore che può passare la sua vita a fare ospedali per i bambini del mondo", ha concluso.
Un'ultima battuta, infine sulla telefonata di Berlusconi in questura per far rilasciare Ruby, motivandolo con il fatto che la ragazza fosse figlia di Mubarak (informazione poi rivelatasi falsa). "Il rischio - dice il premier - era quello di creare un incidente diplomatico".

Dal Pdl dure accuse ai magistrati -
Ce n'è abbastanza per far esplodere una grave crisi istituzionale, tanto temuta dal Colle che accoglie con gelo, si ragiona in ambienti parlamentari, la sortita del premier e segue con preoccupazione l'evolversi della situazione.
Una crisi, quella tra governo e magistratura, resa ancora più evidente dal documento finale diffuso al termine dell'Ufficio di presidenza del Popolo della liberta, a Palazzo Grazioli, nel quale si parla, senza mezzi termini, di un "gravissimo uso politico della giustizia" da parte della procura milanese in un paese come l'Italia che "pure negli ultimi 17 anni aveva conosciuto numerosi tentativi della magistratura militante di sovvertire il verdetto democratico".
In questo clima nasce l'idea di presentare un decreto sulle intercettazioni e di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica.

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