Venerdì 4 e sabato 5 febbraio si svolge l'assise del Partito democratico. Rosy Bindi: "Berlusconi ha offeso le istituzioni del nostro Paese". L’ex ministro dello Sviluppo economico: “Chi tace oggi deve chiedersi come potrà parlare domani”. VIDEO
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"Siamo ad un'emergenza democratica, istituzionale, economica, sociale, morale e civica. Chi ignora questa emergenza la aggrava". Dal palco dell'Assemblea nazionale del Pd, il segretario Pier Luigi Bersani non usa perifrasi per definire l'attuale situazione politica.
E dopo aver voluto "rendere omaggio" al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ("Che cosa succederebbe in Italia se sul Colle non ci fosse una persona consapevole della sua funzione istituzionale?"), attacca a muso duro "il Governo, che ha compiuto un'incredibile strappo alle regole istituzionali con tanto di conferenza stampa finale", riferendosi al decreto sul federalismo fiscale, poi bloccato dal Colle.
"Un appello a tutte le forze ragionevoli" - Nel suo intervento, Bersani lancia poi un monito alla Lega: "Con Berlusconi - dice il segretario del Pd - il federalismo non lo farete mai: a lui non interessa il federalismo, ma i vostri voti, e li userà per il processo breve o per difendere la 'cricca di Roma'".
"Siamo al redde rationem del sistema - ha poi aggiunto l'ex ministro del governo Prodi - Noi non abbiamo l'orologio ma abbiamo visto giusto e ora dobbiamo combattere e guardare oltre, ad una fase di ricostruzione dei valori costituenti e delle regole. Rivolgo un appello a tutte le forze ragionevoli per il bene del Paese: è ora di sbloccare la situazione, il premier deve fare un passo indietro, si dimetta".
"E' tempo che - sostiene Bersani - qualche voce responsabile del centrodestra si faccia sentire. Chi tace oggi deve chiedersi come potrà parlare domani. Se ci fosse un passo indietro di Berlusconi tutti dovrebbero garantire la propria responsabilità per il Paese perché oltre Arcore si potrebbe vedere l'Italia". Se invece, aggiunge il segretario del Pd, "prevalgono tattiche di arroccamenti e sopravvivenza allora noi chiediamo di restituire la parola agli italiani".
"C'è indignazione" - Spazio poi al caso Ruby:"C'è indignazione. C'è umiliazione" dice il segretario. "Noi maschi saremo con le donne che il 13 vanno in piazza", ha assicurato, "se non altro perché conosciamo le nostre mogli, le nostre compagne, le nostre amiche, le nostre figlie e le rispettiamo come persone. E non accetiamo che siano merci da comprare o vendere, o su cui esercitare un dominio patronale e maschilista". "Non é accettabile per un paese civile dare questo messaggio", ha insistito, "altro che magistratura, qui non c'entra la magistratura. Non è accettabile".
Bindi: "Berlusconi offende le istituzioni" - Prima dell'intervento di Bersani, era stato Rosy Bindi a inaugurare l'Assemblea del Pd, in programma alla Fiera di Roma venerdì 4 e sabato 5 febbraio.
Il presidente del partito ha espresso "parole di solidarietà al presidente della Repubblica, alla Corte costituzionale, alla magistratura e a tutte le istituzioni" di fronte alle parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Il premier, ha spiegato la presidente dell'assemblea, ha parlato da Bruxelles (dove ha detto che l'Italia è ormai "una repubblica giudiziaria") e ha "trasferito il suo pesante conflitto di interesse in quella sede, con un'offesa alle istituzioni del nostro paese, all'autorevolezza delle istituzioni del nostro Paese".
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E dopo aver voluto "rendere omaggio" al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ("Che cosa succederebbe in Italia se sul Colle non ci fosse una persona consapevole della sua funzione istituzionale?"), attacca a muso duro "il Governo, che ha compiuto un'incredibile strappo alle regole istituzionali con tanto di conferenza stampa finale", riferendosi al decreto sul federalismo fiscale, poi bloccato dal Colle.
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"Siamo al redde rationem del sistema - ha poi aggiunto l'ex ministro del governo Prodi - Noi non abbiamo l'orologio ma abbiamo visto giusto e ora dobbiamo combattere e guardare oltre, ad una fase di ricostruzione dei valori costituenti e delle regole. Rivolgo un appello a tutte le forze ragionevoli per il bene del Paese: è ora di sbloccare la situazione, il premier deve fare un passo indietro, si dimetta".
"E' tempo che - sostiene Bersani - qualche voce responsabile del centrodestra si faccia sentire. Chi tace oggi deve chiedersi come potrà parlare domani. Se ci fosse un passo indietro di Berlusconi tutti dovrebbero garantire la propria responsabilità per il Paese perché oltre Arcore si potrebbe vedere l'Italia". Se invece, aggiunge il segretario del Pd, "prevalgono tattiche di arroccamenti e sopravvivenza allora noi chiediamo di restituire la parola agli italiani".
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