Montecarlo, Frattini: le carte sul cognato di Fini sono vere

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Il ministro degli Esteri risponde così al Senato all'interrogazione urgente presentata dal senatore del Pdl Luigi Compagna sulla casa di An. Le opposizioni lasciano l'Aula. Bocchino: "Dossieraggio voluto dal premier". Scontro anche sul Copasir

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Si riaccende lo scontro sulla casa di Montecarlo. Il ministro degli Esteri in persona, Franco Frattini, ha risposto a un'interrogazione nell'Aula del Senato sull'appartamento nel monegasco che imbarazza Gianfranco Fini, mentre nuove carte sul caso Ruby e le feste ad Arcore di Silvio Berlusconi giungono alla Camera.

Il nodo Santa Lucia - Nell'interrogazione rivolta al premier e al ministro degli Esteri, il senatore del Pdl chiede "di sapere se e quali atti il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro in indirizzo abbiano compiuto al fine di verificare la veridicità degli elementi riportati dalla stampa riguardanti la proprietà dell'immobile situato a Montecarlo". Al centro della nuova puntata le carte giunte dall'isola caraibica di Santa Lucia al Ministero degli Esteri.

I documenti sono autentici - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto di aver ricevuto dal premier dello stato caraibico di Santa Lucia la conferma dell'autenticità di un documento in cui è indicato che la società offshore che acquistarono da Alleanza Nazionale un appartamento a Montecarlo fanno capo al "cognato" del presidente della Camera Gianfranco Fini.
"Alcune settimane fa ho ricevuto una risposta dal primo ministro di Santa Lucia il quale, allegando il documento a suo tempo prodotto a lui stesso dal ministro della Giustizia, me ne ha certificato l'autenticità e la veridicità dei dati contenuti in quel documento", ha detto Frattini rispondendo a un'interrogazione al Senato.
In precedenza Frattini aveva detto di aver chiesto nei mesi scorsi un "chiarimento" a Santa Lucia sulla vicenda del documento, che attribuiva a Tulliani, fratello dell'attuale compagna di Fini, la titolarità delle due società offshore che hanno comprato la casa di Montecarlo, venduta da An nel 2008.

Dimissioni? - Le possibili dimissioni di Fini, richieste più volte dalla maggioranza, e che il presidente della Camera si è impegnato a dare il giorno che fosse provata l'appartenenza a suo cognato del pianterreno di Montecarlo, vengono così rimesse all'ordine del giorno.

Le opposizioni lasciano l'Aula - Un 'Aventino' delle opposizioni in occasione del breve intervento di Franco Frattini nell'Aula del Senato per la vicenda della casa ex An a Montecarlo.
Stigmatizzata come intromissione del governo, e di un ramo del Parlamento sulle prerogative del presidente dell'altro, la risposta all'interrogazione Compagna, con la quale il titolare della Farnesina dà notizia della conferma, da parte delle autorità di Santa Lucia, dell'autenticità delle carte trasmesse alla Procura, le opposizioni non hanno ascoltato nell'emiciclo le parole del ministro degli Esteri. I senatori Pd, APi, Idv e del Nuovo Polo hanno quindi abbandonato l'Aula del Senato.

Alta tensione - E' dunque alta tensione tra maggioranza e opposizione. Lo scontro si è accesso innanzitutto per la decisione di mettere all'ordine del giorno un'interrogazione urgente sull'affaire Montecarlo.
"Un atto di vera e propria indecenza istituzionale", attaccano i senatori del Terzo polo. Che criticano Renato Schifani per l'immediata calendarizzazione della mozione: quest'atto rivela, sostengono, "il ruolo politico del presidente del Senato funzionale alle esigenze della maggioranza e del governo". "I termini della discussione in Aula attengono ad un rapporto diretto tra l'interrogante ed il governo. La procedura non coinvolge né i capigruppo, né in alcun modo la presidenza del Senato", replicano a stretto giro i vertici del Pdl a Palazzo Madama. Ma Carmelo Briguglio (Fli) incalza, definendo Frattini "il fattorino di Lavitola".

Fli: "Dossieraggio voluto da Berlusconi"
- La risposta ufficiale di Fli arriva poi in serata nel corso di una conferenza stampa. "Sfidiamo Berlusconi. Se vuole liberarsi di Fini allora abbia il coraggio, se ne ha, di andare al voto" ha detto il capogruppo alla Camera Italo Bocchino accusando il premier di un'opera di "dossieraggio" nei confronti del presidente della Camera. E se il premier è il mandante, il ministro degli Esteri è "il fattorino" e "risponderà davanti ai magistrati".

"L'operazione di "dossieraggio ad orologeria contro Gianfranco Fini", ha continuato Bocchino, è stata messa in atto "al solo scopo di distrarre l'opinione pubblica da quanto sta emergendo dalle inchieste di Milano", una vicenda "inquietante di sesso, di soldi e di appartamenti e i commenti delle interessati, a cominciare dalla Minetti, lasciano sgomenti. Parliamo anche di chili di cocaina, non di grammi, ma di chili, quantità da narcotrafficanti trovato in appartamenti" riconducibili al premier.

Caos sul Copasir - Intanto è bufera anche sul Copasir. Pdl e Lega hanno infatti annunciato che non parteciperanno più ai lavori del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. "No ci metteremo più piede - ha spiegato Fabrizio Cicchitto - perché attualmente vi è una evidente situazione di illegalità, una violazione delle legge. I dieci membri del Comitato devono essere per metà della maggioranza e per metà dell'opposizione, mentre ora siamo sei a quattro a favore dell'opposizione".

Il nodo da sciogliere e mai sciolto, è legato all'ex Pdl Carmelo Briguglio, oggi al Fli. Briguglio si è dimesso il 14 dicembre scorso e il Pdl ha indicato Pietro Laffranco quale suo
successore. La presidenza della Camera - accusa il leghista Marco Reguzzoni - con un "colpo di mano", non ha mai ratificato la nomina ed ha aspettato che Briguglio ritirasse le
sue dimissioni. Ora il Copasir è composto da sei membri dell'opposizione e quattro della maggioranza. Per questo Pdl e Lega rifiutano di partecipare ai lavori.

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