Il Terzo Polo corteggia la ribelle del Pdl

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Mentre il Popolo della Libertà decide se espellere Sara Giudice, che con una petizione chiede le dimissioni di Nicole Minetti, Fli e Udc esprimono solidarietà alla collega. "Non resterò in un partito che non mi vuole" dichiara la consigliera a Sky.it

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di Pamela Foti

"Valuterò il da farsi, per ora sono concentrata nel portare avanti la mia battaglia. Una cosa è certa, non ho intenzione di restare in un partito che non mi vuole". Sara Giudice, consigliere di zona a Milano per il Pdl, che ha iniziato una raccolta firme per chiedere le dimissioni di Nicole Minetti (LEGGI L'INTERVISTA A Sky.it), indagata nel caso Ruby, ha scatenato una bufera all'interno del Popolo della Libertà.
E proprio oggi, i vertici del partito di Silvio Berlusconi decideranno sulla sua sorte.
La sua iniziativa, infatti, non è piaciuta al ghota della coalizione. Già sabato, il presidente della Regione Roberto Formigoni aveva deciso di prendere le distanze dalla petizione che porta la firma di Sara Giudice bollandola come mera "iniziativa personale". Al suo fianco anche il presidente della Provincia e coordinatore lombardo del Pdl Guido Podestà che, in difesa di Nicole Minetti, ha dichiarato: "Se c'è un'accusa nei confronti di qualcuno bisogna lasciare a chiunque la possibilità di difendersi nelle sedi giudiziarie, è la magistratura che deve accertare eventuali responsabilità". E ha aggiunto: "Vorrei ricordare alla giovane (Sara Giudice, ndr) e a tutti gli altri che chiedono le dimissioni della Minetti che i processi non si fanno sulla stampa".

"La mia provocazione aveva lo scopo di creare, non distruggere - ribadisce a Sky.it Sara Giudice - Speravo ne potesse nascere un confronto costruttivo. Invece, non ho ricevuto nemmeno una telefonata dal partito e non ho avuto la possibilità di spiegare le motivazioni della mia battaglia contro il 'modello Minetti'. Il Popolo della Libertà si è chiuso in un silenzio surreale".
Anzi, aggiunge, "per sfuggire al dibattito sulla questione, ha negato la mia esistenza affermando che non risulta che io faccia parte del partito. Una reazione davvero infantile".
La giovane consigliera, che rivendica la sua attività politica iniziata più di 6 anni fa quando aveva 18 anni prima con Forza Italia e poi col Pdl, si dice delusa. Ma precisa: "Io vado avanti per la mia strada. Inoltre, ho ricevuto diverse attestazioni di stima sia da Fli sia dai giovani dell'Udc".

In sua difesa e in appoggio alla sua iniziativa, infatti, si è espresso il coordinatore nazionale dei giovani di Fli Gianmario Mariniello. "Non si può difendere la Minetti, esempio negativo per tutti i  giovani e in particolare per coloro che si impegnano in politica. Inserita nella lista bloccata per meriti che non sta a noi ricordare, viene preferita a chi (la Giudice) con le preferenze è stata eletta nel quartiere di una grande città come Milano. Sara versus Nicole. Noi stiamo con la prima. Il Pdl con la seconda. Sia chiaro a tutti", conclude il coordinatore finiano.
Secondo il coordinatore nazionale dei Giovani Udc, Gianpiero Zinzi, invece, "la netta presa di distanza da parte dei più illustri dirigenti del Pdl nei confronti di Sara Giudice, che in taluni casi si è trasformata quasi in una 'scomunica', dimostra la totale assenza di democrazia all'interno di quel partito".

"La loro solidarietà politica mi ha fatto molto piacere - continua la consigliera di zona - Conosco e stimo i giovani di Futuro e libertà e dell'Udc, sono persone che vengono dalla politica. Ed è questo il modello al quale io punto. Se fossi stata contatta dal mio partito, avrei spiegato loro che l'unica cosa che chiedo è sapere se il Pdl ha intenzione di valorizzare noi giovani".

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