Per il 57 % dei votanti al sondaggio del sito del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro il premier dovrebbe lasciare, per l'11% il contenuto delle intercettazioni è "solo fango". Intanto la stampa di destra attacca la magistratura. VIDEO E FOTO
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Intercettazioni, festini, prostituzione, minorenni. Sono "fatti personali ma Berlusconi deve comunque dimettersi". A pensarla così sono la maggioranza dei lettori di Libero che hanno espresso la loro opinione nel sondaggio proposto dal sito del quotidiano vicino al presidente del Consiglio. La richiesta di dimissioni (con il 57% delle preferenze e oltre 3000 voti alle 12 di oggi 18 gennaio) supera di gran lunga le altre opzioni, più garantiste e solidali col premier.
Pensa infatti che sia "uno scandalo" che le telefonate siano state pubblicate appena il 11% dei votanti, i lettori convinti che si tratti di "solo fango e che le accuse non reggano" si fermano al 21% e sostiene che dalle intercettazioni siano emersi "dettagli gravi, ma non hanno peso politico" solo un altro 11%.
Questo mentre la stampa di destra vicina al premier alterna strenue difese di Berlusconi a editoriali più critici.
Proprio il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, in un fondo pubblicato sul giornale di domenica 16 gennaio attacca i giudici di Milano definendoli il "pool di lenzuola pulite", riduce i contenuti dell'inchiesta alla già nota passione del presidente per le donne, ma conclude con una chiosa non proprio lusinghiera nei confronti del premier: "meglio un vecchio porco, di tanti giovani ipocriti".
Belpietro rincara il suo attacco ai magistrati anche sul giornale in edicola oggi 18 gennaio in cui dipinge il pm Ilda Boccassini come una "star in gonnella con l'animosità dovuta a una inconcludente caccia all'uomo lunga 15 anni" e ribadisce il principio che i giudici non hanno il diritto "di spingersi in camra da letto"; ma nel giornale trova spazio anche l'editoriale di Giampaolo Pansa a favore delle dimissioni del premier.
Va ricordato poi come qualche giorno fa il condirettore di Libero Feltri abbia affermato che Berlusconi non ha i numeri per candidarsi a capo dello Stato con un colorito: "Ve le immaginate le escort al Quirinale?". Parole che avevano fatto infuriare il direttore del Giornale Sallusti che si chiedeva: "Fini, Bocchino e Di Pietro possono contare su un altro alleato?". E Alessandro Sallusti sul giornale di famiglia infatti si mostra il più strenuo difensore del premier, dopo la sua arringa a favore di Berlusconi in un editoriale del 16 gennaio, anche oggi si scaglia contro la magistratura "un potere dello Stato ha semplicemente spiato un altro potere" dice e conclude "questa non è giusitiza è spazzatura, e pure della peggiore".
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Pensa infatti che sia "uno scandalo" che le telefonate siano state pubblicate appena il 11% dei votanti, i lettori convinti che si tratti di "solo fango e che le accuse non reggano" si fermano al 21% e sostiene che dalle intercettazioni siano emersi "dettagli gravi, ma non hanno peso politico" solo un altro 11%.
Questo mentre la stampa di destra vicina al premier alterna strenue difese di Berlusconi a editoriali più critici.
Proprio il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, in un fondo pubblicato sul giornale di domenica 16 gennaio attacca i giudici di Milano definendoli il "pool di lenzuola pulite", riduce i contenuti dell'inchiesta alla già nota passione del presidente per le donne, ma conclude con una chiosa non proprio lusinghiera nei confronti del premier: "meglio un vecchio porco, di tanti giovani ipocriti".
Belpietro rincara il suo attacco ai magistrati anche sul giornale in edicola oggi 18 gennaio in cui dipinge il pm Ilda Boccassini come una "star in gonnella con l'animosità dovuta a una inconcludente caccia all'uomo lunga 15 anni" e ribadisce il principio che i giudici non hanno il diritto "di spingersi in camra da letto"; ma nel giornale trova spazio anche l'editoriale di Giampaolo Pansa a favore delle dimissioni del premier.
Va ricordato poi come qualche giorno fa il condirettore di Libero Feltri abbia affermato che Berlusconi non ha i numeri per candidarsi a capo dello Stato con un colorito: "Ve le immaginate le escort al Quirinale?". Parole che avevano fatto infuriare il direttore del Giornale Sallusti che si chiedeva: "Fini, Bocchino e Di Pietro possono contare su un altro alleato?". E Alessandro Sallusti sul giornale di famiglia infatti si mostra il più strenuo difensore del premier, dopo la sua arringa a favore di Berlusconi in un editoriale del 16 gennaio, anche oggi si scaglia contro la magistratura "un potere dello Stato ha semplicemente spiato un altro potere" dice e conclude "questa non è giusitiza è spazzatura, e pure della peggiore".
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