Berlusconi: "Dalla magistratura attacco alla democrazia"

Politica
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
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Il presidente promette una riforma delle giustizia subito. Intanto, tende la mano al Terzo Polo sperando in un loro "ravvedimento" e in un nuovo messaggio audio rassicura i Promotori della Libertà: "Non c'è altra maggioranza"

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato a dire che il governo attuerà la riforma della giustizia entro la legislatura, affermando che le "ingerenze" della magistratura sono una "emergenza democratica".

"Dalla magistratura attacco alla democrazia" - Dopo aver annunciato giovedì, nel corso della conferenza stampa di fine anno , l'intenzione di proporre una commissione parlamentare per indagare se tra i magistrati c'è una "associazione tesa all'eversione", intervenendo per telefono alla trasmissione tv
Mattino 5 di Canale 5 la vigilia di Natale, il premier ha detto che la riforma del sistema giudiziario "è necessaria perché è un'emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello Stato costituiscono una vera emergenza democratica".
Sulla vicenda pesa l'attesa per metà gennaio 2011, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla costituzionalità del cosiddetto " legittimo impedimento " che il premier e i ministri possono invocare per non prendere parte ai processi in cui sono imputati.

Mano tesa al Terzo Polo - Berlusconi ha detto che la riforma sarà completata "entro la fine della legislatura", la cui durata naturale si estende fino alla primavera del 2013. Ma giovedì lo stesso premier ha detto, rivolgendo un appello al cosiddetto Terzo Polo, che se entro fine gennaio il governo non dovesse avere una maggioranza stabile, sarebbe meglio andare ad elezioni anticipate.
E parlando di centristi, che col leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini hanno rifiutato l'offerta di allargare la maggioranza, Berlusconi ha dichiarato di sperare in un loro "ravvedimento". "Quanto a Casini vedremo, anche se lui ha perso una grande occasione: quando (il presidente della Camera e leader del Fli Gianfranco) Fini se ne è andato, poteva sostituirsi a Futuro e Libertà, per aiutare il governo e la maggioranza dall'esterno, dando prova di un grande senso di responsabilità. Non lo ha fatto, spero che si ravveda".

Il leader centrista, che proprio con Fini e l'ex Pd Francesco Rutelli ha dato vita a un coordinamento parlamentare che dovrebbe trasformasi nel 2011 nel cosiddetto "Polo della Nazione", ha detto nei giorni scorsi che non intende "mettere i bastoni tra le ruote del governo", ma ieri ha precisato che il suo appoggio ci sarà solo caso per caso.

Mirafiori, accordo storico - Berlusconi ha poi parlato dell'accordo siglato ieri dalla Fiat per Mirafiori e che esclude la Fiom definendolo "un accordo storico e positivo". "Si tratta di una intesa innovativa - ha aggiunto - e di un investimento importante per il Paese". "La delocalizzazione - conclude - è un problema di tutta l'Ue. Nelle economie ormai non più emergenti la manodopera costa molto meno e quindi è forte l'interesse delle aziende".


Non c'è altra maggioranza - Nel giorno della vigilia di Natale il presidente del Consiglio non dimentica i suoi sostenitori e, in un messaggio audio inviato ai Promotori della Libertà , ribadisce che: "Il voto sulle mozioni di sfiducia ha dimostrato che non esiste né in Parlamento né nel Paese un'alternativa credibile a questa maggioranza".
"Il nostro obiettivo primario resta dunque e sempre la governabilità, ma ove non riuscissimo a mettere insieme una maggioranza sufficiente per approvare le riforme, l'unica scelta possibile sarebbe quella di ricorrere al voto popolare", ha affermato il premier nell'audio-messaggio. "Intendiamoci - ha proseguito -, io sono convinto che interrompere la Legislatura sarebbe un grave danno per il Paese e quindi opereremo affinché questa eventualità non si realizzi, ma se non riuscissimo ad avere quella maggioranza necessaria per far approvare dal Parlamento le riforme che sono indispensabili per il nostro Paese non ci sarà altra scelta che tornare dal popolo sovrano".

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