In un intervento telefonico a una manifestazione del Pdl a Modena, il premier nega qualsiasi trattativa con i centristi. Ma secondo Repubblica sarebbe pronto un "piano b" per un esecutivo con un altro presidente del Consiglio e il Cavaliere come ministro
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Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
"Avremo la fiducia alla Camera e al Senato per continuare a governare e a fare le altre riforme che abbiamo in cantiere, a partire dalla riforma della giustizia". Silvio Berlusconi tira dritto in un intervento telefonico a una manifestazione del Pdl dell'Emilia Romagna lunedì sera a Modena. Il Presidente del Consiglio nega qualsiasi trattativa o cambiamento di linea e chiarisce: "Ho detto l'altro giorno di avere una certa età... Ma vedo e mi dicono anche che non ho ancora un successore".
Poi il Cavaliere chiude a modifiche sulla legge elettorale: "Cambiarla sarebbe un grave danno. Chi vuole farlo mira ad essere l'ago della bilancia, ma questo è un ritorno alla prima Repubblica". Per il Presidente del Consiglio, "ci sono dei piccoli partiti che vogliono aprire la crisi in modo irresponsabile e consegnare il paese in mano alla sinistra". "C'è chi - sostiene - ha tradito il mandato degli elettori, le alleanze e ora tradisce se stesso perchè solo pochi mesi fa aveva votato la fiducia al Governo".
"Tutti i moderati italiani che non si riconoscono con la sinistra - aggiunge - dovrebbero unirsi per evitare che il Paese vada nelle mani di chi vuole aprire le porte agli immigrati e aumentare le tasse".
Infine il premier scherza raccontando un aneddoto di qualche settimana fa: "Una sera avevo 39 di febbre e ho deciso di guardare la Tv. Ma in ogni trasmissione, da 'Vieniviaconme' al Tg3, da 'Ballarò alla Dandini, mi dipingevano come un demone. Allora - ha continuato Berlusconi - sono andato in bagno e ho visto allo specchio un dittatore sanguinario...".
Intanto, secondo una ricostruzione del quotidiano La Repubblica, il premier avrebbe pensato a una "exit strategy" in caso di sfiducia. "Il nostro obiettivo è la fiducia piena e in caso contrario le elezioni anticipate. Ma dal 15 in poi valuteremo il da farsi", sarebbe la piosizione del premier secondo Claudio Tito, e nel "da farsi" sarebbe compresa la possibilità di un altro esecutivo, guidato da un altro esponente del Pdl, e che elenchi tra suoi i ministri proprio il Cavaliere.
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"Tutti i moderati italiani che non si riconoscono con la sinistra - aggiunge - dovrebbero unirsi per evitare che il Paese vada nelle mani di chi vuole aprire le porte agli immigrati e aumentare le tasse".
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