"Dal governo - attacca il presidente dell'Anm - interventi mirati a limitare l'autonomia dei magistrati". Fini: "Difendere l'indipendenza delle toghe". Napolitano: "Quale riforma? Non so cosa intende fare il governo". GUARDA L'INTERVENTO
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"Abbiamo assistito, a una serie di interventi episodici e contingenti dettati dall'esigenza di risolvere situazioni legate a singole vicende processuali e sempre mirati a limitare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura".
Dal palco del 30esimo congresso dell'Associazione nazionale magistrati, il presidente Luca Palamara mette sotto accusa la politica della giustizia del governo. Nel mirino c'è non solo l'annunciata riforma costituzionale ma anche i "non meno insidiosi progetti di legge ordinaria in materia di intercettazioni, processo breve e polizia giudiziaria svincolata dal pm".
"Alcuni rappresentanti dell'attuale maggioranza di Governo hanno reso pratica quotidiana l'insulto e il dileggio nei confronti di un'indefettibile istituzione dello Stato" ha detto ancora Palamara.
La giustizia in Italia "è al collasso - ha poi spiegato - il cattivo funzionamento del servizio" e, quindi, "il mancato rispetto della ragionevole durata del processo assumono carattere oggettivamente prioritario e necessitano di interventi urgenti. Il "preciso intento" della magistratura associata - ha detto ancora - è quello di "voltare pagina, lasciando alle spalle ciò che in questi anni non ha funzionato nella macchina giudiziaria, nei rapporti tra politica e magistratura, ma anche al nostro interno, dando centralita' ai temi dell'autoriforma, della questione morale e dell'organizzazione".
Per Palamara, sono inoltre "gravi" le conseguenze che "la situazione di disservizio determina sulla cittadinanza italiana". "I ritardi costano alle imprese 2,3 miliardi di euro, ha spiegato: "Una 'tassa occulta' di circa 371 euro per azienda che ricade su imprenditori, fornitori, clienti, consumatori", tant'è che l'Italia nella clasiffica dei Paesi in cui è conveniente investire è all'80esimo posto e "Zambia, Mongolia, Ghana, Ruanda continuano a precederci".
Al Congresso dell'Anm ha indirizzato un messaggio anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: "L'autonomia della magistratura - scrive Fini - costituisce un presupposto della sua stessa indipendenza e ne rappresenta il fondamento. Se la magistratura non fosse autonoma, vale a dire non si desse essa stessa, nell'ambito delle leggi che ne disciplinano l'attività, le regole per il funzionamento organizzativo del servizio giustizia, ne discenderebbe un vulnus per la sua stessa indipendenza".
"Compito delle istituzioni democratiche e di tutte le forze politiche del Paese senza distinzione di parte - dice ancora - è quello di sostenere costantemente l'operato della magistratura, la cui azione riveste un ruolo centrale per la salvaguardia della legalità".
A margine del congresso, interpellato dai giornalisti sulla riforma della giustizia voluta dal governo, ha invece risposto "Quale riforma?" il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Non sono aggiornato - ha spiegato - su quello che farà il governo".
Riguardo al rapporto della politica con la magistratura: "L'Anm - ha detto il Capo dello Stato - resta, e più che mai appare, un interlocutore rappresentativo ed essenziale in una fase difficile nella quale è indispensabile il recupero della fiducia del cittadino nel sistema giudiziario anche attraverso un corretto rapporto tra magistratura e politica".
"Abbiamo assistito, a una serie di interventi episodici e contingenti dettati dall'esigenza di risolvere situazioni legate a singole vicende processuali e sempre mirati a limitare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura".
Dal palco del 30esimo congresso dell'Associazione nazionale magistrati, il presidente Luca Palamara mette sotto accusa la politica della giustizia del governo. Nel mirino c'è non solo l'annunciata riforma costituzionale ma anche i "non meno insidiosi progetti di legge ordinaria in materia di intercettazioni, processo breve e polizia giudiziaria svincolata dal pm".
"Alcuni rappresentanti dell'attuale maggioranza di Governo hanno reso pratica quotidiana l'insulto e il dileggio nei confronti di un'indefettibile istituzione dello Stato" ha detto ancora Palamara.
La giustizia in Italia "è al collasso - ha poi spiegato - il cattivo funzionamento del servizio" e, quindi, "il mancato rispetto della ragionevole durata del processo assumono carattere oggettivamente prioritario e necessitano di interventi urgenti. Il "preciso intento" della magistratura associata - ha detto ancora - è quello di "voltare pagina, lasciando alle spalle ciò che in questi anni non ha funzionato nella macchina giudiziaria, nei rapporti tra politica e magistratura, ma anche al nostro interno, dando centralita' ai temi dell'autoriforma, della questione morale e dell'organizzazione".
Per Palamara, sono inoltre "gravi" le conseguenze che "la situazione di disservizio determina sulla cittadinanza italiana". "I ritardi costano alle imprese 2,3 miliardi di euro, ha spiegato: "Una 'tassa occulta' di circa 371 euro per azienda che ricade su imprenditori, fornitori, clienti, consumatori", tant'è che l'Italia nella clasiffica dei Paesi in cui è conveniente investire è all'80esimo posto e "Zambia, Mongolia, Ghana, Ruanda continuano a precederci".
Al Congresso dell'Anm ha indirizzato un messaggio anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: "L'autonomia della magistratura - scrive Fini - costituisce un presupposto della sua stessa indipendenza e ne rappresenta il fondamento. Se la magistratura non fosse autonoma, vale a dire non si desse essa stessa, nell'ambito delle leggi che ne disciplinano l'attività, le regole per il funzionamento organizzativo del servizio giustizia, ne discenderebbe un vulnus per la sua stessa indipendenza".
"Compito delle istituzioni democratiche e di tutte le forze politiche del Paese senza distinzione di parte - dice ancora - è quello di sostenere costantemente l'operato della magistratura, la cui azione riveste un ruolo centrale per la salvaguardia della legalità".
A margine del congresso, interpellato dai giornalisti sulla riforma della giustizia voluta dal governo, ha invece risposto "Quale riforma?" il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Non sono aggiornato - ha spiegato - su quello che farà il governo".
Riguardo al rapporto della politica con la magistratura: "L'Anm - ha detto il Capo dello Stato - resta, e più che mai appare, un interlocutore rappresentativo ed essenziale in una fase difficile nella quale è indispensabile il recupero della fiducia del cittadino nel sistema giudiziario anche attraverso un corretto rapporto tra magistratura e politica".