"Ho il mandato di Berlusconi a trattare con Fini, ma anche quello di Fini a trattare con Berlusconi" annuncia il Senatur che ha il compito di ricucire lo strappo. Solo qualche giorno fa, però, la Lega subiva le stoccate di Fli. Polemiche archiviate?
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"Non c’è in nessuna parte dell'Europa, e lo dico a ragion veduta, un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista".
"Per troppo tempo si è sottovalutato quel pericolo strisciante che è il motore della Lega Nord”.
“Il Pdl da grande partito nazionale che doveva essere, è diventato la copia sbiadita della Lega”.
Un partito che non si cura di “ciò che accade dal fiume Po in giù”.
Gianfranco Fini, 7 novembre 2010.
Così il leader di Futuro e Libertà, nonché presidente della Camera, parlava qualche giorno fa dalla convention di Fli del Carroccio guidato da Umberto Bossi. E proprio ora, con lo stesso Umberto Bossi, è chiamato a sedersi al tavolo della diplomazia e scongiurare la crisi di governo. Insomma, le premesse dell’accordo riparatore non sembrano delle migliori. Ma Bossi è fiducioso, vede “spiragli” dice.
Forse perché Berlusconi ha promesso, in cambio del successo della trattativa con Fini, l’attuazione del federalismo. Entro Natale.
Una cosa però è certa, dai vertici della Lega non arrivano repliche alle stoccate del presidente della Camera e il Senatùr, che ha indossato i panni del grande mediatore tra i due co-fondatori del Pdl, pone l’altra guancia. “Se io ho il mandato a trattare? Sì. Mi hanno preso per il collo e io mi metto sull'attenti. Ho il mandato di Berlusconi a trattare con Fini, ma anche quello di Fini a trattare con Berlusconi, l'importante é che Fini non si metta a correre". ha annunciato il leader della Lega, che in questo modo ribadisce il suo ruolo centrale in questa fase della vita politica.
Insomma, “bisogna lottare” ammette Bossi, che forse avrebbe preferito restare “dietro il cespuglio” come dichiarò nel 2008 durante le trattative con il Pdl per il rinnovo della coalizione, e dietro al quale è riparato dopo gli attacchi sferrati da Fini alla convention di Fli. Che proprio dal palco di Bastia Umbra aveva già avvertito: "Che piaccia o meno oggi la Lega ha non solo la golden share ma anche l'iniziativa politica nel Governo".
Ecco dunque su quali basi poggiano le strategie del governo che si aggrappa al Carroccio per ritessere quella trama che sembra completamente lacerata.
Ma la Lega resiste, e non cede il fianco. Prudenza. Questa la parola all’ordine del giorno per evitare possibili complicazioni ai progetti leghisti. Bossi, infatti, tiene volutamente un profilo basso per cercare di condurre la nave in porto: il federalismo. Frutto della strategia del cespuglio? Difficile a dirsi oggi.
Ma, da quel cespuglio Bossi, al momento, ancora non è del tutto uscito, con quella cautela che lo ha sempre contraddistinto nei momenti topici.
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“Il Pdl da grande partito nazionale che doveva essere, è diventato la copia sbiadita della Lega”.
Un partito che non si cura di “ciò che accade dal fiume Po in giù”.
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Così il leader di Futuro e Libertà, nonché presidente della Camera, parlava qualche giorno fa dalla convention di Fli del Carroccio guidato da Umberto Bossi. E proprio ora, con lo stesso Umberto Bossi, è chiamato a sedersi al tavolo della diplomazia e scongiurare la crisi di governo. Insomma, le premesse dell’accordo riparatore non sembrano delle migliori. Ma Bossi è fiducioso, vede “spiragli” dice.
Forse perché Berlusconi ha promesso, in cambio del successo della trattativa con Fini, l’attuazione del federalismo. Entro Natale.
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Insomma, “bisogna lottare” ammette Bossi, che forse avrebbe preferito restare “dietro il cespuglio” come dichiarò nel 2008 durante le trattative con il Pdl per il rinnovo della coalizione, e dietro al quale è riparato dopo gli attacchi sferrati da Fini alla convention di Fli. Che proprio dal palco di Bastia Umbra aveva già avvertito: "Che piaccia o meno oggi la Lega ha non solo la golden share ma anche l'iniziativa politica nel Governo".
Ecco dunque su quali basi poggiano le strategie del governo che si aggrappa al Carroccio per ritessere quella trama che sembra completamente lacerata.
Ma la Lega resiste, e non cede il fianco. Prudenza. Questa la parola all’ordine del giorno per evitare possibili complicazioni ai progetti leghisti. Bossi, infatti, tiene volutamente un profilo basso per cercare di condurre la nave in porto: il federalismo. Frutto della strategia del cespuglio? Difficile a dirsi oggi.
Ma, da quel cespuglio Bossi, al momento, ancora non è del tutto uscito, con quella cautela che lo ha sempre contraddistinto nei momenti topici.