Boeri, l’archistar per Milano: se vinco farò solo il sindaco
PoliticaE' il candidato del Pd alle primarie del centrosinistra. Urbanista di fama internazionale, ci accoglie nel suo studio e ci svela: “La prima occupazione? A 11 anni con mia madre”. Nel suo programma più case low-cost. LE FOTO E IL VIDEO-ESAME DI MILANESITÁ
Guarda la fotostory di Stefano Boeri e leggi le cartoline che ha inviato tramite Sky.it ai milanesi. Scopri poi come se la sono cavata con l'esame di "milanesità" anche Valerio Onida, Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti.
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Come e dove si vota
di Daniele Troilo
“Una volta avrei detto che la politica era una delle mie passioni”. Ora non più. Da quando ha deciso di correre alle primarie del centrosinistra per diventare sindaco di Milano, Stefano Boeri non può più parlare solo di passione. La politica si è trasformata in un impegno concreto. Con lui nella corsa per sfidare il centrodestra a Palazzo Marino ci sono anche Onida, Pisapia e Sacerdoti: il giorno decisivo è il 14 novembre, data in cui a Milano oltre alle primarie ci sarà anche il derby. E qui per Boeri si può parlare ancora di passione: “Totale”, precisa lui, interista doc.
Il suo studio, alle spalle di piazza Cinque Giornate, è diventato anche il quartier generale della campagna elettorale. Al piano terra ci sono una decina di ragazzi dello staff che confezionano messaggi e organizzano l’agenda. Al secondo piano, tra modellini e foto di progetti, c’è invece lui, maglioncino nero e occhiali da vista poggiati sulla fronte. “La campagna elettorale – dice subito – si sta rivelando un’esperienza unica. Un modo per attraversare la città e conoscere tutte le sue anime con un’intensità di emozioni eccezionale”. Non che, prima di questa esperienza, di politica non si fosse mai interessato. Anzi: “Nel 1967 con mia madre e mio fratello abbiamo occupato simbolicamente il consolato greco in occasione del Golpe dei Colonnelli. Noi eravamo piccoli, ma mi ricordo che fu un mezzo disastro”. Tutto qui? Macché. Negli anni del liceo e dell’università lo spirito rivoluzionario non si è mai sopito, tra occupazioni di edifici e manifestazioni per la città. “Nella mia famiglia la politica si è sempre respirata. Mio nonno paterno è stato un senatore antifascista, tra i fondatori del Partito d’Azione. Quello materno invece una volta fu picchiato dai fascisti mentre promuoveva il ritorno di Toscanini a Milano e fu spedito a San Vittore. Ma anche mio padre ha fatto politica attiva durante la Resistenza e non si può dire che mio fratello Tito non faccia politica, anche se a modo suo”.
La famiglia Boeri, in effetti, è un marchio di fabbrica. Nel bene e nel male. La mamma, Cini Boeri, è una grande designer e i fratelli, Tito e Sandro (rispettivamente economista e giornalista), non passano inosservati. Lo stesso Stefano non può definirsi un signor nessuno: architetto e urbanista di fama internazionale, ha firmato centinaia di progetti a Milano, in Italia e nel mondo. Hanno sempre vissuto nell’agio, quand’erano piccoli vivevano in via Solferino (pieno centro, vicino alla sede del Corriere della Sera) e qualche maligno racconta ancora l’aneddoto di un compagno di scuola che, andato a casa di Stefano per fare i compiti, era rimasto colpito dal maggiordomo che, con guanti bianchi, prestava servizio in casa loro. “Ma quali guanti bianchi – dice ora Boeri – abbiamo in casa da 35 anni un signore che ha sempre aiutato mia madre. Maggiordomo fa ridere, in realtà è ormai uno di famiglia”.
Sposato, due figli maschi (entrambi all’università), Boeri è insieme a Giuliano Pisapia il candidato forte di queste primarie. Il Pd ha puntato su di lui, scatenando i dissapori degli altri contendenti, su tutti il costituzionalista Valerio Onida. “La dimensione nazionale di quello che stiamo facendo a Milano non è dovuta al rapporto preferenziale con alcuni leader politici nazionali – dice Boeri, che comunque ha il sostegno del segretario del Pd Bersani – La dimensione nazionale è dovuta secondo me al fatto che stiamo facendo a Milano qualcosa di inedito. Questa città oggi è davvero all’avanguardia del pensiero del centrosinistra. Se i leader vogliono venire a Milano va bene, ma che vengano ad ascoltarci”. Il suo programma punta sull’ambiente (propone di estendere l’Ecopass a tutte le auto), sull’integrazione e soprattutto sulle case a basso costo: “La prima cosa che farei se diventassi sindaco sarebbe un’anagrafe di tutti gli appartamenti e gli uffici vuoti di Milano per trasformarli in spazi da dare in affitto a prezzi bassi. Che è la cosa che manca di più in questa città e impedisce ai giovani di fermarsi. Questa è la vera grande tragedia di Milano che così invecchia e perde giovani”.
La sua candidatura però ha fatto venire il mal di pancia a chi lo accusa di aver flirtato nel corso della sua carriera di urbanista con diversi immobiliaristi e con l’attuale amministrazione di centrodestra guidata da Letizia Moratti. Lui però non ci sta: “Sono tranquillo, ho detto con franchezza che facendo l’architetto ho lavorato con proprietari e costruttori così come ho lavorato con ingegneri, geometri e impiantisti. Sono orgoglioso dei miei lavori e molto tranquillo sul fatto che non avrò nessuna forma di condizionamento. Se dovessi diventare sindaco comunque smetterei di fare l’architetto”. E se non lo diventa? “Darò una mano a chi vince le primarie, non ho problemi”.
CARTA D'IDENTITA'
Nome: Stefano
Cognome: Boeri
Nato a: Milano
Età: 54 anni
Stato civile: sposato
Figli: 2 (maschi)
Professione: architetto, urbanista
Segni particolari: interista sfegatato
Sito web: www.stefanoboeri.it
Facebook: quasi "5000 amici"
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Come e dove si vota
di Daniele Troilo
“Una volta avrei detto che la politica era una delle mie passioni”. Ora non più. Da quando ha deciso di correre alle primarie del centrosinistra per diventare sindaco di Milano, Stefano Boeri non può più parlare solo di passione. La politica si è trasformata in un impegno concreto. Con lui nella corsa per sfidare il centrodestra a Palazzo Marino ci sono anche Onida, Pisapia e Sacerdoti: il giorno decisivo è il 14 novembre, data in cui a Milano oltre alle primarie ci sarà anche il derby. E qui per Boeri si può parlare ancora di passione: “Totale”, precisa lui, interista doc.
Il suo studio, alle spalle di piazza Cinque Giornate, è diventato anche il quartier generale della campagna elettorale. Al piano terra ci sono una decina di ragazzi dello staff che confezionano messaggi e organizzano l’agenda. Al secondo piano, tra modellini e foto di progetti, c’è invece lui, maglioncino nero e occhiali da vista poggiati sulla fronte. “La campagna elettorale – dice subito – si sta rivelando un’esperienza unica. Un modo per attraversare la città e conoscere tutte le sue anime con un’intensità di emozioni eccezionale”. Non che, prima di questa esperienza, di politica non si fosse mai interessato. Anzi: “Nel 1967 con mia madre e mio fratello abbiamo occupato simbolicamente il consolato greco in occasione del Golpe dei Colonnelli. Noi eravamo piccoli, ma mi ricordo che fu un mezzo disastro”. Tutto qui? Macché. Negli anni del liceo e dell’università lo spirito rivoluzionario non si è mai sopito, tra occupazioni di edifici e manifestazioni per la città. “Nella mia famiglia la politica si è sempre respirata. Mio nonno paterno è stato un senatore antifascista, tra i fondatori del Partito d’Azione. Quello materno invece una volta fu picchiato dai fascisti mentre promuoveva il ritorno di Toscanini a Milano e fu spedito a San Vittore. Ma anche mio padre ha fatto politica attiva durante la Resistenza e non si può dire che mio fratello Tito non faccia politica, anche se a modo suo”.
La famiglia Boeri, in effetti, è un marchio di fabbrica. Nel bene e nel male. La mamma, Cini Boeri, è una grande designer e i fratelli, Tito e Sandro (rispettivamente economista e giornalista), non passano inosservati. Lo stesso Stefano non può definirsi un signor nessuno: architetto e urbanista di fama internazionale, ha firmato centinaia di progetti a Milano, in Italia e nel mondo. Hanno sempre vissuto nell’agio, quand’erano piccoli vivevano in via Solferino (pieno centro, vicino alla sede del Corriere della Sera) e qualche maligno racconta ancora l’aneddoto di un compagno di scuola che, andato a casa di Stefano per fare i compiti, era rimasto colpito dal maggiordomo che, con guanti bianchi, prestava servizio in casa loro. “Ma quali guanti bianchi – dice ora Boeri – abbiamo in casa da 35 anni un signore che ha sempre aiutato mia madre. Maggiordomo fa ridere, in realtà è ormai uno di famiglia”.
Sposato, due figli maschi (entrambi all’università), Boeri è insieme a Giuliano Pisapia il candidato forte di queste primarie. Il Pd ha puntato su di lui, scatenando i dissapori degli altri contendenti, su tutti il costituzionalista Valerio Onida. “La dimensione nazionale di quello che stiamo facendo a Milano non è dovuta al rapporto preferenziale con alcuni leader politici nazionali – dice Boeri, che comunque ha il sostegno del segretario del Pd Bersani – La dimensione nazionale è dovuta secondo me al fatto che stiamo facendo a Milano qualcosa di inedito. Questa città oggi è davvero all’avanguardia del pensiero del centrosinistra. Se i leader vogliono venire a Milano va bene, ma che vengano ad ascoltarci”. Il suo programma punta sull’ambiente (propone di estendere l’Ecopass a tutte le auto), sull’integrazione e soprattutto sulle case a basso costo: “La prima cosa che farei se diventassi sindaco sarebbe un’anagrafe di tutti gli appartamenti e gli uffici vuoti di Milano per trasformarli in spazi da dare in affitto a prezzi bassi. Che è la cosa che manca di più in questa città e impedisce ai giovani di fermarsi. Questa è la vera grande tragedia di Milano che così invecchia e perde giovani”.
La sua candidatura però ha fatto venire il mal di pancia a chi lo accusa di aver flirtato nel corso della sua carriera di urbanista con diversi immobiliaristi e con l’attuale amministrazione di centrodestra guidata da Letizia Moratti. Lui però non ci sta: “Sono tranquillo, ho detto con franchezza che facendo l’architetto ho lavorato con proprietari e costruttori così come ho lavorato con ingegneri, geometri e impiantisti. Sono orgoglioso dei miei lavori e molto tranquillo sul fatto che non avrò nessuna forma di condizionamento. Se dovessi diventare sindaco comunque smetterei di fare l’architetto”. E se non lo diventa? “Darò una mano a chi vince le primarie, non ho problemi”.
CARTA D'IDENTITA'
Nome: Stefano
Cognome: Boeri
Nato a: Milano
Età: 54 anni
Stato civile: sposato
Figli: 2 (maschi)
Professione: architetto, urbanista
Segni particolari: interista sfegatato
Sito web: www.stefanoboeri.it
Facebook: quasi "5000 amici"