Sacerdoti, l’outsider che sfida i big: "Corro per vincere"

Politica
Michele Sacerdoti è candidato insieme a Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano Pisapia nelle primarie del centrosinistra per diventare sindaco di Milano
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È l’unico candidato ambientalista alle primarie del centrosinistra di Milano: “Folclore? No, in corsa come gli altri”. Nel suo “ufficio”, una panchina dei giardini, ci svela la città che vorrebbe: "Con più acqua". LE FOTO E IL VIDEO-ESAME DI MILANESITÁ

Guarda la fotostory di Michele Sacerdoti e leggi le cartoline che ha inviato tramite Sky.it ai milanesi. Scopri poi come se la sono cavata con l'esame di "milanesità" anche Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano Pisapia.

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di Daniele Troilo

“Venga, le mostro la mia bici, la bici del sindaco”. Ecco, Michele Sacerdoti è un po’ così. Guai a non prenderlo sul serio (potrebbe rimanerci male), ma guai anche a prenderlo un po’ troppo sul serio (potreste rimanerci male voi). Insieme a Boeri, Onida e Pisapia è uno dei quattro candidati alle primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco di Milano. I sondaggi lo danno all’uno per cento, quando va bene al due. Lui non si scompone e tira dritto per la sua strada, altro che candidatura folcloristica come qualcuno ha definito la sua: “Ho detto ai miei elettori che corro per vincere, non mi sento un candidato di testimonianza. Mi sento un candidato come gli altri”.

Ha sessant’anni ma parla con il sorriso stampato sulla faccia e l’entusiasmo di un bambino. Alle sue spalle gli fa ombra un elegantissimo palazzo dei primi del ‘900 in stile liberty, uno dei tanti tesori nascosti disseminati per le vie di questa città. Proprio all’interno di queste mura, a due passi da Porta Venezia, Sacerdoti vive insieme alla moglie newyorkese (“era la mia insegnante di inglese”) e al figlio, che dopo la laurea in architettura ora sta facendo un dottorato. “Abbiamo comprato questa casa con i soldi di un’eredità, l’ha scelta mia moglie mentre io all’epoca avrei preferito qualcosa di più moderno. Ora posso solo ringraziarla”, dice con il senno di poi.

L’ufficio di Michele Sacerdoti, invece, è a qualche isolato da qui, bisogna superare alcune stradine e almeno un grosso incrocio con semaforo. Poi ecco una grande cancellata e sulla sinistra il Planetario. Scusi, ma questi sono i giardini pubblici Montanelli. Mette una mano avanti, come a chiedere scusa: “Non sono un politico di professione – spiega – sono un pensionato. Non ho uno spazio a casa dove ricevere la gente, ho il mio salotto ma lì c’è anche mia moglie che, non contenta della mia candidatura, già mi minaccia di divorzio. Ho deciso quindi che questo parco sarebbe diventato il mio ufficio”. In fondo Sacerdoti è il candidato ambientalista di queste elezioni, anche se i Verdi non solo non lo appoggiano, ma fino a qualche settimana fa erano indecisi se sostenere Boeri, l’architetto voluto dal Pd. “Ma come si fa – si arrabbia Sacerdoti – Boeri è stato amico dei cementificatori. Per la sua professione ha avuto a che fare con molti immobiliaristi e lo ha fatto anche in maniera molto attiva. La verità? Io a queste elezioni non avevo nessuna voglia di correre. La decisione l’ho presa quando ho saputo che si candidava anche lui. Spero di riuscire a portargli via qualche voto”. Già, peccato che c’è chi sostiene che qualche voto sì può portarlo via, ma non a Boeri. Contribuendo così a sprecare più di un cosiddetto “voto utile”. “Alcuni sono preoccupati perché pensano che possa togliere preferenze a Pisapia – conferma Sacerdoti – Io spero di no e, in ogni caso, se non dovessi essere io il candidato sindaco del centrosinistra appoggerei volentieri sia Onida che Pisapia. Ma non Boeri”. Alla faccia del patto “uno per tutti, tutti per uno” per sostenere il vincitore delle primarie nella sfida di primavera contro il centrodestra.

Con questa testardaggine Sacerdoti ha combattuto tante altre battaglie, dal recupero di edifici storici alle modifiche dei progetti Garibaldi-Repubblica-Isola, dalla ristrutturazione della Stazione Centrale alla salvezza di un albero secolare. Ha iniziato così a fare politica, tanti anni fa. Il carattere tenace lo ha ereditato dalla mamma tedesca. Dal papà, assicuratore, probabilmente ha preso il pragmatismo, insospettabile per un sognatore come lui, ma le cui tracce affondano nel passato: “Dopo il liceo mi iscrissi a Fisica e mi laureai con il massimo dei voti. Dopo qualche mese mi offrirono un posto al Banco Ambrosiano, cercavano degli analisti e programmatori per rifare il sistema informativo. Accettai, mollando la carriera accademica per vendermi al capitale finanziario”, dice un po’ scherzando e un po’ no. E infatti ammette subito dopo: “E’ stata una scelta che mi sono rimproverato per tutta la vita perché come persona ero più portato per la ricerca. Ma all’epoca avevo una fidanzata con cui volevo andare a convivere. Cosa potevo fare? Con il nuovo lavoro guadagnavo bene e mi ha permesso di uscire di casa. E così ho fatto la mia onesta carriera di funzionario”.

Di “ricerca” in senso lato però ha continuato a occuparsene per tutta la vita: “La mia prima campagna elettorale l’ho fatta al liceo, mentre di quest’ultima so già che mi resterà un ricordo stupendo”. Non ha un ufficio stampa, non ha una segretaria, si sposta in bici in su e in giù per Milano per incontrare questo e quello. Punta tutto sul verde e su una città a misura di bambino: piste ciclabili, campi giochi, scuole e aria pulita. Prova a far passare il suo messaggio soprattutto sul web, dove gestisce tre siti: uno sulla Stazione Centrale con foto storiche e aggiornamento dei lavori di restauro, uno per l’associazione “Vivi e progetta un’altra Milano” e l’ultimo creato per questa campagna elettorale (ecco i punti del suo programma). “La prima cosa che farei se diventassi sindaco? Riporterei l’acqua in città, bisognerebbe riaprire tutti i Navigli, anche quelli sotterrati, come in via Senato o in via San Marco. E rimetterei l’acqua in tutta la darsena. L’acqua è importante per una città”. Ma crede davvero di poter diventare sindaco? Scoppia in una risata che echeggia tra gli alberi del parco. Forse è tutto uno scherzo. O forse no.

LA CARTA D'IDENTITA'

Nome: Michele
Cognome: Sacerdoti
Nato a: Milano
Età: 60 anni
Stato civile: sposato
Figli: 1 (maschio)
Professione: consulente informatico in pensione
Segni particolari: ambientalista convinto
Sito web: www.sacerdotiamamilano.it
Facebook: meno di 100 "amici"

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