Il presidente della Camera stoppa il processo breve, poi incontra i militanti di Futuro e Libertà: abbiamo poco denaro ma siamo aperti a tutti, tranne che a parassiti e delinquenti. E la base dice: Albertini di nuovo sindaco di Milano. Guarda le foto
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Pdl, c’eravamo tanto amati
Gianfranco Fini torna ad attaccare sul tema della giustizia. E in una settimana cruciale per il lodo Alfano al Senato ribadisce tutti i paletti di Fli sull'argomento. Niente processo breve perché "piaccia o non piaccia la legge è uguale per tutti" e ancora no alla reiterabilità dello 'scudo' che deve proteggere la funzione non la persona.
Tutti temi molto delicati sui quali il presidente della Camera avverte: non ci possono essere fughe in avanti perché il rischio di una crisi di governo non è da escludere. "Mi auguro - puntualizza Fini - che sul tema giustizia non ci siano questioni insormontabili e che non ne scaturisca una crisi di governo, ma su alcune questioni che la riguardano questa possibilità c'è".
Il presidente della Camera ha poi fatto tappa a Milano, incontrando aderenti e simpatizzanti di Fli al Teatro Derby, pieno sia in platea che in galleria. Un buon risultato per i "futuristi", che tastano il polso della città di Silvio Berlusconi, luogo simbolo dove, con il discorso del predellino, nacque anche il Pdl.
Fini sale sul palco in perfetto orario, molti nella sala si alzano in piedi. Parla di giustizia, dicendosi contrario "alla reiterabilità del Lodo Alfano". Afferma che "la legge è uguale per tutti" ed esprime dubbi sul processo breve. Di legalità: "Occorre avere chiaro che bisogna adempiere a dei doveri, rispettare se stessi e gli altri". Di legge elettorale: gli elettori scelgano i parlamentario oltre alla coalizione di governo e al premier.
Di passione, di politica. Di Fli: "L'affetto che sento mi ripaga di tante amarezze, siamo un movimento di opinione organizzato, abbiamo poco denaro, mi è tornata la passione politica dei vent'anni, mi è tornato quello spirito". "Ci rivolgiamo a tutti - ha aggiunto - non alziamo steccati pregiudiziali". Ma ci sono solo due categorie al quale Futuro e Libertà non vuole rivolgersi: "Parassiti e delinquenti".
Il suo discorso è scandito da applausi, ma i fronzoli sono ridotti all'osso.
Qualche tricolore qua e là, un semplice striscione con la scritta "Per l'Italia futuro e libertà", tre canestri intrecciati ai piedi del pulpito con mele verdi, rose bianche e mele rosse.
Il pubblico, nel buio della sala, è punteggiato da sprazzi di colore arancione: sono le magliette ed i cappellini distribuiti dai sostenitori dell'assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna. Un chiaro riferimento alla rivoluzione ucraina del 2004, che quasi tutti ignorano: a chi chiede loro perchè sono vestiti di arancione, nove persone su dieci rispondono che il colore è stato scelto perché luminoso e solare, perché ispira simpatia, perché è lontano dai colori del Pdl e perché ricorda il rinnovamento e l'ottimismo.
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