Riconteggio in Piemonte, Bresso davanti a Cota
PoliticaManca solo Torino, ma la candidata del centro sinistra è davanti al leghista. Tra dieci giorni i risultati definitivi. Secondo Bossi "le cose si mettono male", ma il Consiglio di Stato potrebbe nuovamente ribaltare tutto
L'imminente fine del riconteggio dei voti in Piemonte fa salire la tensione per una Regione chiave. Al traguardo manca solo Torino e i risultati per le altre Province, sebbene al momento solo ufficiosi, confermano ciò che da tempo era noto alle parti, ovvero che non sono moltissimi gli elettori i quali per eleggere presidente Roberto Cota hanno tracciato una doppia croce, sia sulla lista, sia sul nome del candidato. "Cota ha vinto le elezioni e governerà per cinque anni" ma se al termine del riconteggio delle schede elettorali "la Bresso dovesse risultare avvantaggiata allora sì, si metterebbe male" ha affermato il leader del Carroccio Umberto Bossi questo pomeriggio, parlando con i cronisti a Montecitorio.
La dichiarazione è stata colta al volo dall'ex presidente del Piemonte Mercedes Bresso, che ha perso le ultime regionali con soli novemila voti di svantaggio, contro i 27 mila delle tre liste minori del centrodestra finite nel mirino della giustizia amministrativa. "Se si mette male per loro - ha replicato - aspettiamo sereni la fine del procedimento". Ma a quel punto Bossi aveva già chiarito, in una nota: "Se vogliono far perdere Cota si mette male. Si mette male per la democrazia, perché chi ha perso, ha perso e basta. C'è qualcuno che vuole annullare dei voti validi".
E proprio questo è il punto del contendere. Il Tar ha annullato due delle tre liste incriminate (per la terza ci sono problemi più complessi e non si è ancora pronunciato, ndr), chiedendo di ricontarne i voti allo scopo di 'salvare' quelli esplicitamente attribuiti a Cota con la doppia croce. Ma come ha più volte sottolineato l'avvocato della Regione Piemonte, Luca Procacci, "si sta cercando qualcosa che non risponde alla volontà popolare". Del resto Cota ha sempre sostenuto che le elezioni le ha vinte e governerà per cinque anni.
Intanto a Torino le operazioni dello spoglio-bis in una delle maxiaule del carcere delle Vallette procedono spedite. Negli ultimi giorni sono stati messi al lavoro circa quaranta giudici contemporaneamente, in grado di passare al vaglio in un giorno oltre cento dei 2318 seggi che compongono la Provincia di Torino. Le operazioni, nella previsione più ottimistica, dovrebbero richiedere ancora una decina di giorni.
Su tutta la vicenda pende però la spada di Damocle del Consiglio di Stato, il cui pronunciamento potrebbe ribaltare la decisione del Tar del Piemonte e rendere inutile il riconteggio. L'udienza, fissata il 19 ottobre, potrebbe slittare per motivi tecnici legati a un recente appello del consigliere regionale Michele Giovine e alla conseguente richiesta dei legali di Bresso del differimento di data necessario per esaminarlo. E questo permetterebbe di evitare che la sentenza del Consiglio di Stato arrivi addirittura prima della fine dei riconteggi.
La dichiarazione è stata colta al volo dall'ex presidente del Piemonte Mercedes Bresso, che ha perso le ultime regionali con soli novemila voti di svantaggio, contro i 27 mila delle tre liste minori del centrodestra finite nel mirino della giustizia amministrativa. "Se si mette male per loro - ha replicato - aspettiamo sereni la fine del procedimento". Ma a quel punto Bossi aveva già chiarito, in una nota: "Se vogliono far perdere Cota si mette male. Si mette male per la democrazia, perché chi ha perso, ha perso e basta. C'è qualcuno che vuole annullare dei voti validi".
E proprio questo è il punto del contendere. Il Tar ha annullato due delle tre liste incriminate (per la terza ci sono problemi più complessi e non si è ancora pronunciato, ndr), chiedendo di ricontarne i voti allo scopo di 'salvare' quelli esplicitamente attribuiti a Cota con la doppia croce. Ma come ha più volte sottolineato l'avvocato della Regione Piemonte, Luca Procacci, "si sta cercando qualcosa che non risponde alla volontà popolare". Del resto Cota ha sempre sostenuto che le elezioni le ha vinte e governerà per cinque anni.
Intanto a Torino le operazioni dello spoglio-bis in una delle maxiaule del carcere delle Vallette procedono spedite. Negli ultimi giorni sono stati messi al lavoro circa quaranta giudici contemporaneamente, in grado di passare al vaglio in un giorno oltre cento dei 2318 seggi che compongono la Provincia di Torino. Le operazioni, nella previsione più ottimistica, dovrebbero richiedere ancora una decina di giorni.
Su tutta la vicenda pende però la spada di Damocle del Consiglio di Stato, il cui pronunciamento potrebbe ribaltare la decisione del Tar del Piemonte e rendere inutile il riconteggio. L'udienza, fissata il 19 ottobre, potrebbe slittare per motivi tecnici legati a un recente appello del consigliere regionale Michele Giovine e alla conseguente richiesta dei legali di Bresso del differimento di data necessario per esaminarlo. E questo permetterebbe di evitare che la sentenza del Consiglio di Stato arrivi addirittura prima della fine dei riconteggi.