Rassemblement National: "Non siederemo più con l'Afd nel Parlamento Ue". Lega d'accordo

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In un'intervista Maximilian Krah, capolista di Afd alle Europee e coinvolto nei mesi scorsi in un'inchiesta per sospetto spionaggio filo-cinese e per aver preso fondi da Mosca, aveva negato l'assunto secondo il quale tutte le SS vanno considerate criminali di guerra. Il partito di Le Pen prende le distanze, come quello di Salvini

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Il presidente del Rassemblement National (Rn), il partito di Marine Le Pen in pole position in Francia per le elezioni europee di giugno, Jordan Bardella, ha "preso la decisione di non sedere" più con i tedeschi dell'Afd al Parlamento europeo: è quanto riferito all'agenzia France Presse dal suo direttore della campagna elettorale, Alexandre Loubet, confermando una informazione del giornale Libération. "Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi". Lo fa sapere la Lega, dopo la presa di posizione del Rassemblement National, in vista della futura composizione del gruppo Id.

 

La versione di Krah

In un'intervista al quotidiano La Repubblica dello scorso 18 maggio, Maximilian Krah, capolista di Afd alle Europee e coinvolto nei mesi scorsi in un'inchiesta per sospetto spionaggio filo-cinese e per aver preso fondi da Mosca, aveva negato l'assunto secondo il quale tutte le SS vanno considerate criminali di guerra. "Bisogna valutare individualmente le colpe. Alla fine della guerra c'erano quasi un milione di SS. Anche Guenter Grass era nelle Waffen-SS. I parenti di mia moglie erano tedeschi che vivevano in Ungheria, avevano la scelta se arruolarsi con l'esercito ungherese o con le SS. Se si fossero arruolati con l'esercito ungherese da tedeschi, lo sapevano dalla Prima guerra mondiale, sarebbe stata una condanna a morte. Quindi si arruolarono nelle SS", sottolineava Krah, ponendo sul tavolo così il casus belli per lo strappo dei lepenisti. Nella stessa intervista, in merito al dossier russo, Krah spiegava la sua versione negando di aver mai preso soldi da Mosca e, in particolare, dall'attivista Oleg Voloshin. "Con Voloshin ci siamo visti al ballo dell'opera di San Pietroburgo, nel 2019. E lui voleva pagarmi il biglietto per l'aereo. Gli ho detto 'io non torno in aereo con 4.000 euro in contanti'. E Voloshin ogni tanto mi chiedeva 'quando vieni a trovarmi, così ti do i soldi?'. Insomma, sono i russi che devono soldi a me!", affermava l'eurodeputato tedesco.

Una ragazza mostra la sua tessera elettorale timbrata in occasione del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 per ricevere lo sconto del 20 per cento al ristorante della festa del Sel alle Terme di Caracalla, Roma, 13 giugno 2011. ANSA / CLAUDIO PERI

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