Il presidente della Camera tiene a battesimo Futuro e Libertà: "Non un partito ma un movimento d'opinione". Italo Bocchino o Adolfo Urso verso la guida dell'organizzazione. Resta però il problema dei finanziamenti
Da una sponda all'altra: quando la politica è "girevole"
Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati
Prima prova per la maggioranza dopo l'arrivo sulla scena del nuovo soggetto politico di Futuro e Libertà per l'Italia, ufficializzato martedì 5 ottobre. Ci sarà il vertice dei capigruppo di Pdl, Lega e Fli che ha sul tavolo la questione della composizione delle commissioni. E Italo Bocchino ha già avvertito: "Ce ne sono dodici in cui siamo determinanti, per forza devono fare i conti con noi".
Non è An in piccolo, ma un Pdl in grande - Gianfranco Fini ha riunito martedì 5 ottobre i suoi nella sede di Farefuturo per ufficializzare la nascita di Futuro e Libertà, il nuovo soggetto politico fuoruscito dal Pdl. "Quello che ci accingiamo a fare non è una An in piccolo ma un Pdl in grande" dice Fini. "Io - ha sottolineato - non voglio commettere l'errore del passato: se partiamo con la logica dei colonnelli e dei soldati, rischiamo di replicare i difetti di Alleanza Nazionale. Il comitato promotore del nostro nuovo soggetto politico - ha detto rivolgendosi ai parlamentari di Fli - siete voi. Quello che ci serve adesso è uno sforzo di elaborazione del messaggio". "Non ho in mente un partito ma un movimento che aggrega - ha spiegato il presidente della Camera - un movimento politico d'opinione piuttosto che una struttura pesante radicata sul territorio"
"Prepararsi al voto" - "Noi non sappiamo cosa c'è dietro l'angolo - ha detto Fini - io auspico che il Governo arrivi a fine legislatura ma bisogna anche tenersi pronti a eventuali sorprese". "Un partito tradizionale - ha spiegato ancora il presidente della Camera - ha una struttura gerarchico piramidale. Ma noi non possiamo mettere in moto una struttura cosi' pesante". Infine, riferendosi alla passata esperienza di An Fini ha raccomandato ai suoi: "non ci devono essere galassie, personalismi, falchi e colombe: d'ora in poi parliamo di politica, perché la barca è di tutti e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione".
I prossimi appuntamenti - "C'è effervescenza sul territorio e dobbiamo far nascere il nuovo soggetto politico" ha aggiunto. La prima tappa è quella di Perugia, dove il 6 e 7 novembre è da tempo fissata la convention di Generazione Italia. "Non può più essere un appuntamento solo di Generazione Italia - ha detto chiaramente Fini - ma da oggi si dovrà parlare solo di Futuro e Libertà e raccordare i diversi soggetti che compongono l'arcipelago che ruota intorno a Fli".
A Perugia "bisognerà spiegare bene il messaggio e l'identità del partito che nascerà, individuando punti valoriali e programmatici di un ideale manifesto da presentare alla convention". "Serve uno sforzo di elaborazione - ha spronato Fini - e poi dovrà partire una campagna di adesione al manifesto sul territorio, per arrivare quindi, a metà gennaio, ad un altro appuntamento". Fini non ha detto esplicitamente che si tratta della convention di Milano, ma lo ha fatto capire con una battuta: "A me piace giocare in trasferta".
"Non un partito ma un movimento"- Quanto alla struttura, il leader di Fli ha spiegato di avere in mente "non un partito, ma un movimento politico di opinione, che aggrega". "Non una struttura radicata sul territorio e pesante - ha aggiunto - né una struttura tradizionale con una gerarchia piramidale, ma un movimento, che dovrà autofinanziarsi, e che per ora non prevede incarichi ma tre gruppi di lavoro: uno per reperire risorse, uno per elaborare la bozza di manifesto programmatico, uno per organizzare gli eventi di Perugia e Milano".
Fini è il leader in pectore della nuova formazione: il presidente della Camera non rinuncia al suo ruolo di leader, e non pensa minimamente di lasciare lo scranno più alto di Montecitorio. Perché dovrebbe? Si chiedono i suoi, che citano i precedenti di Casini e Bertinotti, leader, di fatto, anche dopo essere stati eletti alla presidenza della Camera. Fini affida la guida del partito a qualcun altro (si parla di Adolfo Urso o Italo Bocchino) pronto però a spendersi in prima persona dopo un eventuale scioglimento anticipato delle Camere.
Mercoledì 6, intanto, verrà insediato il comitato promotore del partito, organismo che dovrà seguire passo passo la nascita della nuova formazione. La riunione avrebbe dovuto essere preceduta da un incontro di Fini con i suoi colonnelli, che però è stato rinviato.
Mercoledì, poi, trenta intellettuali di area "futurista", assieme alle associazioni Forum delle idee, Farefuturo e Libertiamo, si riuniranno per preparare una prima bozza del manifesto programmatico, che sarà presentato nella sua forma completa alla convention nazionale di Generazione Italia, il 6 e 7 novembre a Perugia.
Non solo questione meridionale - Sarà questo il primo appuntamento nazionale dei "futuristi". La marcia di avvicinamento al partito proseguirà fino ad arrivare all'assemblea costituente, l'ultima settimana di gennaio a Milano: una scelta, quella del capoluogo lombardo, che, nelle intenzioni degli organizzatori, servirà a scrollarsi di dosso la connotazione di partito meridionale e a presentarsi come un forza nazionale. Quanto a Generazione Italia, continuerà a vivere come movimento giovanile del Fli.
Il rischio elezioni - Fatti i conti, sono quattro mesi per far nascere un partito. Sarà una corsa contro il tempo, resa ancora più pressante dall'incombere delle elezioni anticipate, che tra i finiani, vengono vissute come una sorta di giudizio di Dio.
Flavia Perina, direttrice del Secolo, se le raffigura come un "ragnarok", la battaglia finale della mitologia vichinga. Bisogna dunque attrezzarsi per affrontare la sfida. Nelle varie realtà locali i finiani si stanno già organizzando: in Piemonte 38 amministratori locali del Pdl si sono schierati con Futuro e Libertà, in Abruzzo i finiani hanno costituito il loro gruppo nell'ambito del consiglio regionale.
Ma per cimentarsi con una prova elettorale servono soldi, tanti soldi, ed è questo, attualmente, il problema numero uno per Fini e compagni.
Il problema del finanziamento - Se il radicamento del Fli procede a passo spedito, grazie al proliferare dei circoli di Generazione Italia, giunti ormai a quota 500, il punto dolente è rappresentato proprio dai problemi di cassa. Futuro e Libertà, per ora, può contare solo sui finanziamenti provenienti dei due gruppi parlamentari di Camera e Senato: alcune migliaia di euro al mese che servono per coprire le spese dell'attività parlamentare, ma che certo non possono bastare per pagare le spese di una campagna elettorale nazionale.
Per fare cassa, gli uomini di Fini devono assolutamente riuscire a sbloccare il contenzioso che li divide dagli altri ex An sull'eredita' del partito di via della Scrofa. In ballo c'è un "tesoretto" di oltre 100milioni di liquidi ai quali si aggiungono circa 70 immobili, tra sezioni e sedi locali, sparsi per l'Italia, con un valore che per qualcuno potrebbe sfiorare i 500milioni di euro.
Soldi che farebbero comodo ai finiani per organizzarsi e farsi conoscere; ma gli altri colonnelli di An restati con Berlusconi non intendono allentare i cordoni della borsa e fare così un favore a Fini. Il momento della verità tra le due fazioni è previsto per mercolediì quando si riunirà il comitato dei garanti della fondazione An. Ma l'esito sembra scontato, perché nel comitato i finiani si trovano in netta minoranza: su nove componenti solo tre rispondono a Fini, gli altri sei sono fedeli al Pdl.
Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati
Prima prova per la maggioranza dopo l'arrivo sulla scena del nuovo soggetto politico di Futuro e Libertà per l'Italia, ufficializzato martedì 5 ottobre. Ci sarà il vertice dei capigruppo di Pdl, Lega e Fli che ha sul tavolo la questione della composizione delle commissioni. E Italo Bocchino ha già avvertito: "Ce ne sono dodici in cui siamo determinanti, per forza devono fare i conti con noi".
Non è An in piccolo, ma un Pdl in grande - Gianfranco Fini ha riunito martedì 5 ottobre i suoi nella sede di Farefuturo per ufficializzare la nascita di Futuro e Libertà, il nuovo soggetto politico fuoruscito dal Pdl. "Quello che ci accingiamo a fare non è una An in piccolo ma un Pdl in grande" dice Fini. "Io - ha sottolineato - non voglio commettere l'errore del passato: se partiamo con la logica dei colonnelli e dei soldati, rischiamo di replicare i difetti di Alleanza Nazionale. Il comitato promotore del nostro nuovo soggetto politico - ha detto rivolgendosi ai parlamentari di Fli - siete voi. Quello che ci serve adesso è uno sforzo di elaborazione del messaggio". "Non ho in mente un partito ma un movimento che aggrega - ha spiegato il presidente della Camera - un movimento politico d'opinione piuttosto che una struttura pesante radicata sul territorio"
"Prepararsi al voto" - "Noi non sappiamo cosa c'è dietro l'angolo - ha detto Fini - io auspico che il Governo arrivi a fine legislatura ma bisogna anche tenersi pronti a eventuali sorprese". "Un partito tradizionale - ha spiegato ancora il presidente della Camera - ha una struttura gerarchico piramidale. Ma noi non possiamo mettere in moto una struttura cosi' pesante". Infine, riferendosi alla passata esperienza di An Fini ha raccomandato ai suoi: "non ci devono essere galassie, personalismi, falchi e colombe: d'ora in poi parliamo di politica, perché la barca è di tutti e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione".
I prossimi appuntamenti - "C'è effervescenza sul territorio e dobbiamo far nascere il nuovo soggetto politico" ha aggiunto. La prima tappa è quella di Perugia, dove il 6 e 7 novembre è da tempo fissata la convention di Generazione Italia. "Non può più essere un appuntamento solo di Generazione Italia - ha detto chiaramente Fini - ma da oggi si dovrà parlare solo di Futuro e Libertà e raccordare i diversi soggetti che compongono l'arcipelago che ruota intorno a Fli".
A Perugia "bisognerà spiegare bene il messaggio e l'identità del partito che nascerà, individuando punti valoriali e programmatici di un ideale manifesto da presentare alla convention". "Serve uno sforzo di elaborazione - ha spronato Fini - e poi dovrà partire una campagna di adesione al manifesto sul territorio, per arrivare quindi, a metà gennaio, ad un altro appuntamento". Fini non ha detto esplicitamente che si tratta della convention di Milano, ma lo ha fatto capire con una battuta: "A me piace giocare in trasferta".
"Non un partito ma un movimento"- Quanto alla struttura, il leader di Fli ha spiegato di avere in mente "non un partito, ma un movimento politico di opinione, che aggrega". "Non una struttura radicata sul territorio e pesante - ha aggiunto - né una struttura tradizionale con una gerarchia piramidale, ma un movimento, che dovrà autofinanziarsi, e che per ora non prevede incarichi ma tre gruppi di lavoro: uno per reperire risorse, uno per elaborare la bozza di manifesto programmatico, uno per organizzare gli eventi di Perugia e Milano".
Fini è il leader in pectore della nuova formazione: il presidente della Camera non rinuncia al suo ruolo di leader, e non pensa minimamente di lasciare lo scranno più alto di Montecitorio. Perché dovrebbe? Si chiedono i suoi, che citano i precedenti di Casini e Bertinotti, leader, di fatto, anche dopo essere stati eletti alla presidenza della Camera. Fini affida la guida del partito a qualcun altro (si parla di Adolfo Urso o Italo Bocchino) pronto però a spendersi in prima persona dopo un eventuale scioglimento anticipato delle Camere.
Mercoledì 6, intanto, verrà insediato il comitato promotore del partito, organismo che dovrà seguire passo passo la nascita della nuova formazione. La riunione avrebbe dovuto essere preceduta da un incontro di Fini con i suoi colonnelli, che però è stato rinviato.
Mercoledì, poi, trenta intellettuali di area "futurista", assieme alle associazioni Forum delle idee, Farefuturo e Libertiamo, si riuniranno per preparare una prima bozza del manifesto programmatico, che sarà presentato nella sua forma completa alla convention nazionale di Generazione Italia, il 6 e 7 novembre a Perugia.
Non solo questione meridionale - Sarà questo il primo appuntamento nazionale dei "futuristi". La marcia di avvicinamento al partito proseguirà fino ad arrivare all'assemblea costituente, l'ultima settimana di gennaio a Milano: una scelta, quella del capoluogo lombardo, che, nelle intenzioni degli organizzatori, servirà a scrollarsi di dosso la connotazione di partito meridionale e a presentarsi come un forza nazionale. Quanto a Generazione Italia, continuerà a vivere come movimento giovanile del Fli.
Il rischio elezioni - Fatti i conti, sono quattro mesi per far nascere un partito. Sarà una corsa contro il tempo, resa ancora più pressante dall'incombere delle elezioni anticipate, che tra i finiani, vengono vissute come una sorta di giudizio di Dio.
Flavia Perina, direttrice del Secolo, se le raffigura come un "ragnarok", la battaglia finale della mitologia vichinga. Bisogna dunque attrezzarsi per affrontare la sfida. Nelle varie realtà locali i finiani si stanno già organizzando: in Piemonte 38 amministratori locali del Pdl si sono schierati con Futuro e Libertà, in Abruzzo i finiani hanno costituito il loro gruppo nell'ambito del consiglio regionale.
Ma per cimentarsi con una prova elettorale servono soldi, tanti soldi, ed è questo, attualmente, il problema numero uno per Fini e compagni.
Il problema del finanziamento - Se il radicamento del Fli procede a passo spedito, grazie al proliferare dei circoli di Generazione Italia, giunti ormai a quota 500, il punto dolente è rappresentato proprio dai problemi di cassa. Futuro e Libertà, per ora, può contare solo sui finanziamenti provenienti dei due gruppi parlamentari di Camera e Senato: alcune migliaia di euro al mese che servono per coprire le spese dell'attività parlamentare, ma che certo non possono bastare per pagare le spese di una campagna elettorale nazionale.
Per fare cassa, gli uomini di Fini devono assolutamente riuscire a sbloccare il contenzioso che li divide dagli altri ex An sull'eredita' del partito di via della Scrofa. In ballo c'è un "tesoretto" di oltre 100milioni di liquidi ai quali si aggiungono circa 70 immobili, tra sezioni e sedi locali, sparsi per l'Italia, con un valore che per qualcuno potrebbe sfiorare i 500milioni di euro.
Soldi che farebbero comodo ai finiani per organizzarsi e farsi conoscere; ma gli altri colonnelli di An restati con Berlusconi non intendono allentare i cordoni della borsa e fare così un favore a Fini. Il momento della verità tra le due fazioni è previsto per mercolediì quando si riunirà il comitato dei garanti della fondazione An. Ma l'esito sembra scontato, perché nel comitato i finiani si trovano in netta minoranza: su nove componenti solo tre rispondono a Fini, gli altri sei sono fedeli al Pdl.