30 domande inviate a 140mila indirizzi mail tra simpatizzanti ed iscritti. Sotto esame i democratici e il segretario Bersani. Ma non tutti sono daccordo: c'è chi critica le domande e chi ha da ridire sulla scelta del web - LEGGI LE DOMANDE
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E' daccordo con chi afferma che finalmente Bersani ha dimostrato di avere la stoffa da leader? Il Pd dovrebbe rinnovarsi in fretta o per tappe graduali? E ancora, a tre anni dalla sua creazione si ritiene soddisfatto del suo operato? Queste sono solo alcune delle 30 domande che il Pd ha posto a 140mila fra iscritti e simpatizzanti nell'ambito di un sondaggio online. L'ultima novità 2.0 nel panorama politico italiano dopo la mossa dell'Udc, che ha lanciato un concorso per il nuovo nome proprio su internet.
L'operazione, organizzata dal Dipartimento Comunicazione, è partita il 20 settembre: iscritti e simpatizzanti che avevano lasciato un indirizzo email hanno ricevuto un messaggio con un link per connettersi al sito e trovare il questionario online. Avranno qualche giorno di tempo per rispondere in modo che, entro poche settimane, il partito possa raccogliere ed analizzare i dati. In tempo per la ripresa delle attività politiche, spiegano dal Pd.
Si tratta di un modo veloce per sondare le opinioni della gente ma che, precisano, non sostituisce le discussioni o i referendum nei Circoli.
Le domande, formulate dall'istituto di ricerca Swg, sono trenta e si dividono in tre nuclei: ai destinatari si chiede di dare il proprio parere su Bersani, di giudicare l'operato del Pd, di fornire alcuni dati personali (per chi hanno votato alle ultime elezioni parlamentari, quanti anni hanno, da dove vengono, che titolo di studio possiedono). Anche se c'è chi - come il consigliere Pippo Civati dalle pagine del suo blog - contesta la scelta dell'online e critica le domande.
Ma niente paura: il questionario è anonimo. Anche se questo, sommato al fatto che le domande non sono nemmeno protette da password, pone un limite al sondaggio: chiunque può entrare e compilare le voci innumerevoli volte, sfalsando i risultati dell'esperimento.
Ma al Pd non ci si preoccupa troppo. Anzi: come spiega il responsabile della comunicazione Stefano Ditraglia, "non è un concorso a premi, quindi non c'è interesse a barare. Per cui diamo per scontato che otterremo risultati onesti, magari con qualche doppione ma non sufficiente a ribaltare i risultati".
Un altro problema potrebbe essere rappresentato dal fatto che possono partecipare al sondaggio solo gli iscritti o i simpatizzanti provvisti di indirizzo email e connessione ad internet. "Nessuno finora si è lamentato - prosegue Ditraglia - al massimo ci ha chiamato qualche curioso per saperne di più".
E' daccordo con chi afferma che finalmente Bersani ha dimostrato di avere la stoffa da leader? Il Pd dovrebbe rinnovarsi in fretta o per tappe graduali? E ancora, a tre anni dalla sua creazione si ritiene soddisfatto del suo operato? Queste sono solo alcune delle 30 domande che il Pd ha posto a 140mila fra iscritti e simpatizzanti nell'ambito di un sondaggio online. L'ultima novità 2.0 nel panorama politico italiano dopo la mossa dell'Udc, che ha lanciato un concorso per il nuovo nome proprio su internet.
L'operazione, organizzata dal Dipartimento Comunicazione, è partita il 20 settembre: iscritti e simpatizzanti che avevano lasciato un indirizzo email hanno ricevuto un messaggio con un link per connettersi al sito e trovare il questionario online. Avranno qualche giorno di tempo per rispondere in modo che, entro poche settimane, il partito possa raccogliere ed analizzare i dati. In tempo per la ripresa delle attività politiche, spiegano dal Pd.
Si tratta di un modo veloce per sondare le opinioni della gente ma che, precisano, non sostituisce le discussioni o i referendum nei Circoli.
Le domande, formulate dall'istituto di ricerca Swg, sono trenta e si dividono in tre nuclei: ai destinatari si chiede di dare il proprio parere su Bersani, di giudicare l'operato del Pd, di fornire alcuni dati personali (per chi hanno votato alle ultime elezioni parlamentari, quanti anni hanno, da dove vengono, che titolo di studio possiedono). Anche se c'è chi - come il consigliere Pippo Civati dalle pagine del suo blog - contesta la scelta dell'online e critica le domande.
Ma niente paura: il questionario è anonimo. Anche se questo, sommato al fatto che le domande non sono nemmeno protette da password, pone un limite al sondaggio: chiunque può entrare e compilare le voci innumerevoli volte, sfalsando i risultati dell'esperimento.
Ma al Pd non ci si preoccupa troppo. Anzi: come spiega il responsabile della comunicazione Stefano Ditraglia, "non è un concorso a premi, quindi non c'è interesse a barare. Per cui diamo per scontato che otterremo risultati onesti, magari con qualche doppione ma non sufficiente a ribaltare i risultati".
Un altro problema potrebbe essere rappresentato dal fatto che possono partecipare al sondaggio solo gli iscritti o i simpatizzanti provvisti di indirizzo email e connessione ad internet. "Nessuno finora si è lamentato - prosegue Ditraglia - al massimo ci ha chiamato qualche curioso per saperne di più".