I giovani italiani non sembrano condividere l'ultimo messaggio di Benedetto XVI, che invita a cercare nella fede i veri "punti fermi". Sulle bacheche virtuali, la preoccupazione per il dilagante precariato: "Senza lavoro chi ce le paga le bollette?"
“Il posto fisso non è tutto? E a me chi le paga le bollette?”. Rispondono così in tanti, i giovani italiani, alle parole di papa Benedetto XVI. “La domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante”, riconosce il Pontefice, ma i veri “punti fermi” per i giovani risiedono nella fede e nell' “insieme dei valori che sono alla base della società” e che “provengono dal Vangelo”.
Il messaggio è rivolto ai ragazzi di tutto il mondo, in vista della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù in programma a Madrid nell’agosto 2011. Ma in Italia, dove il precariato è un nervo scoperto (in questi giorni gli insegnanti protestano con sit in e scioperi della fame), le parole di Benedetto XVI vengono accolte con qualche scetticismo. Almeno stando a Facebook, il social network di maggior successo nel Paese, dove reazioni e umori trapelano immediatamente attraverso gli aggiornamenti di status.
“Il posto fisso non è tutto? Infatti con la fede e con la provvidenza divina si pagano le bollette e l’affitto… proviamo a dire all’Enel e al padrone di casa che Dio era in vacanza, vediamo cosa dicono!”, scrive ironico Persio. Mentre qualcuno si limita a un lapidario “no comment”. E c’è anche chi bolla l’affermazione di Benedetto XVI come uno “strafalcione”. I toni, come sempre, vanno dal sarcasmo all’invettiva nel mare magnum di Facebook. Ma dalla bacheca virtuale in cui scorrono centinaia di commenti trapela un’unica grande preoccupazione per il tema del lavoro, che in Italia accomuna giovani e meno giovani. E allora non si possono condividere, spiegano, le parole di colui che, notano in tanti, “ha il posto più fisso del mondo”.
Il messaggio è rivolto ai ragazzi di tutto il mondo, in vista della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù in programma a Madrid nell’agosto 2011. Ma in Italia, dove il precariato è un nervo scoperto (in questi giorni gli insegnanti protestano con sit in e scioperi della fame), le parole di Benedetto XVI vengono accolte con qualche scetticismo. Almeno stando a Facebook, il social network di maggior successo nel Paese, dove reazioni e umori trapelano immediatamente attraverso gli aggiornamenti di status.
“Il posto fisso non è tutto? Infatti con la fede e con la provvidenza divina si pagano le bollette e l’affitto… proviamo a dire all’Enel e al padrone di casa che Dio era in vacanza, vediamo cosa dicono!”, scrive ironico Persio. Mentre qualcuno si limita a un lapidario “no comment”. E c’è anche chi bolla l’affermazione di Benedetto XVI come uno “strafalcione”. I toni, come sempre, vanno dal sarcasmo all’invettiva nel mare magnum di Facebook. Ma dalla bacheca virtuale in cui scorrono centinaia di commenti trapela un’unica grande preoccupazione per il tema del lavoro, che in Italia accomuna giovani e meno giovani. E allora non si possono condividere, spiegano, le parole di colui che, notano in tanti, “ha il posto più fisso del mondo”.