Farefuturo: "Il destino politico di Fini è già segnato"

Politica
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini
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In un editoriale pubblicato sul Mattino, il direttore della fondazione finiana interviene a proposito del discorso che il presidente della Camera terrà a Mirabello: "Il cammino da lui intrapreso è ormai oggettivamente diverso da quello di Berlusconi”

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"Il discorso che Fini terrà a Mirabello il prossimo 5 settembre si sta caricando di attese francamente eccessive, quasi si fosse nell'imminenza di una qualche svolta storica, di quelle destinate a mutare per sempre il corso della politica italiana".
Ma cosa dirà veramente a Mirabello il presidente della Camera? A porsi queste domande, e a tentare una risposta, è il direttore di Farefuturo, Alessandro Campi, in un lungo editoriale che appare sul Mattino di oggi (guarda la rassegna stampa).

"Martellamento di accuse e insinuazioni" - "Il presidente della Camera - osserva Campi - non parla in pubblico da oltre un mese, da quando la stampa berlusconiana ha avviato la sua campagna scandalistica, che se non ha sortito l'effetto politico sperato - le dimissioni di Fini dalla sua attuale carica - ha però oggettivamente contribuito ad appannarne l'immagine pubblica. Dopo un silenzio tanto lungo, interrotto solo da un comunicato ufficiale dettato alle agenzie nei giorni più infuocati della polemica, dopo un martellamento di accuse e insinuazioni per molti versi inusitato e che peraltro non accenna a finire, aspettarsi da lui un intervento incisivo e chiarificatore, che non sia soltanto un brillante esercizio retorico, è in effetti il minimo".

"Il percorso politico di Fini è già segnato" - "Se la stoffa di un leader politico si vede nei momenti difficili - scrive Campi - è dunque comprensibile che amici e avversari lo attendano al varco, per capire finalmente cosa abbia in testa e cosa intenda fare nel prossimo futuro. Ma da qui ad immaginare, per domenica prossima, un fuoco pirotecnico o chissà quale sorprendente mossa francamente - afferma l'editoriale di Campi - ce ne corre. Anche perché il percorso politico di Fini, per chi ne abbia seguito i diversi passaggi in questi ultimi due anni, per chi abbia compreso cosa è realmente successo negli ultimi mesi e settimane, risulta per molti versi già segnato".

Diversità nel metodo e nel merito -"Fini, molto semplicemente, a un certo punto della sua carriera - si legge nell'editoriale del Direttore di Farefuturo - ha assunto all'interno del centrodestra una posizione politicamente antagonistica rispetto a Berlusconi, giudicando per molti versi esaurita la spinta propulsiva e la capacità innovativa del berlusconismo e avendo nel frattempo sviluppato idee diverse da quest'ultimo su molte materie: dall'immigrazione alle riforme costituzionali, dalla giustizia alla questione nazionale, dalla bioetica al modello di partito. La competizione tra i due, spesso spacciata per contenzioso personale, sovente liquidata ricorrendo a categorie quali la slealtà e il tradimento, in realtà ha sempre riguardato questioni di metodo, di contenuto e di stile politico.

"Una destra nuova" - "Torniamo così a Mirabello e alle attese che molti nutrono per quest'appuntamento. Cos'altro dovrebbe fare Fini - si chiede retoricamente il direttore di Farefuturo - in quest'occasione se non ribadire, una volta per tutte, le ragioni appunto politiche e culturali, non certo personali e caratteriali, del suo dissidio con Berlusconi, se non precisare e chiarire i contorni di quella "destra nuova" alla cui costruzione si è sin qui dedicato? Certo, in ballo nell'immediato ci sono il processo breve e la possibilità di un accordo che salvi la legislatura ed eviti elezioni anticipate. Le cronache politiche di queste ore sono piene di appelli alla concordia e di inviti alla tregua. Si parla di ricompattare la maggioranza intorno a pochi punti di programma e della possibilità di far rientrare i ribelli nei ranghi del Pdl in cambio di un loro atto di lealtà che tanto somiglierebbe, in realtà, a un atto di sottomissione. Si cerca di scongiurare in tutti i modi, pena la minaccia di tornare alle urne, la nascita di un nuovo partito che secondo molti condannerebbe Fini a una definitiva irrilevanza.

"Un cammino diverso da quello di Berlusconi" - "Ma tutti questi propositi edificanti non tengono conto del fatto che il cammino intrapreso da Fini, sempre che quest'ultimo non abbia scherzato in questi anni, ma a questo punto avrebbero ragione i suoi denigratori, è ormai oggettivamente diverso da quello di Berlusconi: concorrenziale a quest'ultimo senza peraltro essere necessariamente alternativo. Il che significa, per inciso, che nulla impedisce che tra i due continui un rapporto di collaborazione, ma avendo chiare le differenze che li dividono. Il progetto finiano, rispetto a quello sin qui perseguito dal Cavaliere, presuppone ormai una diversa lettura della società e della storia italiana, utilizza un altro linguaggio, interpreta in modo differente le dinamiche istituzionali, concepisce in altra maniera lo Stato e la regole della democrazia, punta a coinvolgere settori della società civile estranei al blocco sociale che storicamente ha sostenuto il berlusconismo" è la conclusione del politologo vicino a Gianfranco Fini.

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