Il governatore della Puglia commenta lo stupore del Senatur per il 'sorpasso' effettuato su Facebook dallo stesso Vendola rispetto al premier, Silvio Berlusconi
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Facebook, in fuga i fan di Berlusconi
"'C'è sotto qualcosa'. dice Umberto Bossi riferendosi al risultato ottenuto dalla mia pagina su Facebook, pensoso e preoccupato perché l corpo del re è stato intaccato, ed è vero. Sbaglia solo nel ritenere che quel qualcosa sia sotto, inteso come luogo fisico; c'è qualcosa in senso diffuso e orizzontale nel popolo, c'è una volontà e una richiesta precisa di partecipazione e di cambiamento che si esplicita e prende corpo anche attraverso internet, anche attraverso il web e i social media".
Parla, dalla Fabbrica di Nichi, il governatore della Puglia Nichi Vendola, commentando lo stupore del Senatur per il 'sorpasso' effettuato su Facebook dallo stesso Vendola rispetto al premier, Silvio Berlusconi. "E - prosegue il leader di Sel - questo non è per niente chiaro a buona parte del mondo politico italiano che percepisce Internet con una buona dose di diffidenza, o al meglio, come una vetrina da sfruttare nelle tornate elettorali".
"Probabilmente temono le potenzialità della rete, il suo carattere libero, che sfugge al controllo di chi ha reso questo Paese una Repubblica televisiva fondata sul sondaggio e sul telecomando. Il risultato ottenuto dalla mia pagina Facebook con oltre 230mila persone che hanno scelto di dialogare quotidianamente con me, mi inorgoglisce e penso non possa essere relegato a fenomeno marginale della vita politica del nostro paese, o peggio, a fenomeno di costume. Questo risultato deve essere letto in maniera molto più approfondita, perché è il segno inequivocabile del cambiamento in atto nella società. Non certo perché la mia persona è oggetto di attenzioni: le adesioni alla mia fan page non riguardano esclusivamente Nichi Vendola", perché "in tutto questo internet, la rete, la creazione spontanea di comunità hanno un ruolo preciso, direi fondamentale per il futuro non solo dell'Italia, perché catalizzatori di buone esperienze collettive e perché portatori di idee di libertà e di pace. Questa convinzione mi ha spinto ad aderire, insieme a pochissimi altri politici italiani, alla campagna della rivista Wired per l'assegnazione a internet del Premio Nobel per la pace".
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