Cossiga a Fini: "Parlamento espressione sovranità popolare"

Politica
Francesco Cossiga e Gianfranco Fini
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Nella missiva indirizzata al Presidente della Camera l'ex Capo dello Stato ricorda gli anni in cui fu deputato e ribadisce la propria fede nella costituzione

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(in fondo al pezzo i video per ricordare il senatore a vita Francesco Cossiga)

"Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche". Questo uno dei passaggi della lettera che il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, prima di morire, ha stabilito che venisse inviata al presidente della Camera, Gianfranco Fini.

"Signor Presidente - scrive a Fini - nel momento in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo, entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica".

"Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche.

"Ringrazio i parlamentari tutti - aggiunge Cossiga - per il concorso che in tutti questi anni hanno dato con l'adesione o con l'opposizione, con l'approvazione o con la critica alla mia opera di politica. A tutti i deputati e a Lei, Signor Presidente, l'augurio di un impegnato lavoro al servizio della libertà, della pace, del progresso del popolo italiano. Dio protegga l'Italia. Con cordiale amicizia, Francesco Cossiga".

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