"I romani pagano un prezzo altissimo a essere capitale: più di 525 manifestazioni a carattere nazionale in 6 mesi" dichiara il sindaco. Crtiche dal Pd: la libertà di manifestare è garantita dalla Costituzione
Una tassa sui cortei - "Metteremo una sorta di tassa sui cortei: devono pagare qualche cosa, non possiamo pagare solo noi". Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno intervenendo a Cortina InConTra lancia la proposta destinata a far discutere.
"Stiamo studiando una delibera apposita per introdurre un contributo ai servizi nel caso delle grandi manifestazioni nazionali", spiega il sindaco della capitale.
"Io penso sia giusto che nella definizione delle grandi manifestazioni nazionali che si svolgono a Roma - ha continuato Alemanno - ci sia anche il pagamento dei servizi. Quando c'è una manifestazione c'è per esempio l'Ama che deve ripulire le strade e altri servizi che devono essere resi e credo che nei limiti accettabili e compatibili con il diritto di manifestare sia giusto che da chi organizza le manifestazioni vengano pagati i servizi resi".
Roma, 525 manifestazioni in 7 mesi - Il sindaco, poi, cifre alla mano, illustra i dati relativi ai cortei nazionali che per la maggiorparte si svolgono a Roma.
"I romani pagano un prezzo altissimo a essere capitale: più di 525 manifestazioni a carattere nazionale in 6 mesi, tanto per fare un esempio ed è per questo che pensiamo a una sorta di tassa sui cortei. Se guardiamo poi al gettito: da Roma arrivano nelle casse dello Stato più di 36 miliardi di euro a fronte di un trasferimento dal centro pari a 1 miliardo 290 milioni. Roma - ha concluso Alemanno - non è ladrona".
Il sindaco, poi, non risparmia una battura sull'Expo 2015: "Da romano spero e credo e faccio il tifo affinché il governo metta a posto la pratica Expo 2015: se Milano fallisce,
fallisce anche Roma per la candidatura alle Olimpiadi 2020. Dall'estero siamo tutti italiani, non si distingue tra milanesi e romani. Se fallisce uno, falliamo tutti".
Critiche dal Pd: "Ormai non ci sono più limiti alla fantasia del sindaco Alemanno nell'inventare nuove tasse. Adesso propone anche di tassare i cortei, ci aspettiamo a questo punto a reve l'introduzione della tassa sui sit-in o di quella sulle assemblee". Lo ha affermato Umberto Marroni, capogruppo del Pd al Comune di Roma.
"Consiglierei al primo cittadino - ha proseguito Marroni - di riposare evitando di inventare nuovi balzelli dopo aver già approvato nelle scorse settimane una serie di tasse ed aumenti che i romani non si ricordavano da anni e che in autunno andranno pesantemente a gravare sui loro bilanci familiari e su quelli delle imprese romane. Inoltre vorrei ricordare al sindaco Alemanno che la liberta' di manifestare è garantita dalla Costituzione e dalle successive normative, quindi dalla fiscalità generale, e che più di un anno fa è stato firmato un protocollo prefettizio dalle sigle sindacali e dai rappresentanti dei partiti per la disciplina delle manifestazioni al fine di ridurre i disagi per la Capitale".
"Un concetto democratico generale - ha concluso Marroni - che non vorremo in questo clima di leghismo imperante si perdesse nella demagogia campanilistica. Peraltro i governi di destra di Comune, Regione e Stato, con l'aumento dell'Irpef hanno gia' colpito duramente le famiglie romane, proprio sul prelievo fiscale generale".
"Stiamo studiando una delibera apposita per introdurre un contributo ai servizi nel caso delle grandi manifestazioni nazionali", spiega il sindaco della capitale.
"Io penso sia giusto che nella definizione delle grandi manifestazioni nazionali che si svolgono a Roma - ha continuato Alemanno - ci sia anche il pagamento dei servizi. Quando c'è una manifestazione c'è per esempio l'Ama che deve ripulire le strade e altri servizi che devono essere resi e credo che nei limiti accettabili e compatibili con il diritto di manifestare sia giusto che da chi organizza le manifestazioni vengano pagati i servizi resi".
Roma, 525 manifestazioni in 7 mesi - Il sindaco, poi, cifre alla mano, illustra i dati relativi ai cortei nazionali che per la maggiorparte si svolgono a Roma.
"I romani pagano un prezzo altissimo a essere capitale: più di 525 manifestazioni a carattere nazionale in 6 mesi, tanto per fare un esempio ed è per questo che pensiamo a una sorta di tassa sui cortei. Se guardiamo poi al gettito: da Roma arrivano nelle casse dello Stato più di 36 miliardi di euro a fronte di un trasferimento dal centro pari a 1 miliardo 290 milioni. Roma - ha concluso Alemanno - non è ladrona".
Il sindaco, poi, non risparmia una battura sull'Expo 2015: "Da romano spero e credo e faccio il tifo affinché il governo metta a posto la pratica Expo 2015: se Milano fallisce,
fallisce anche Roma per la candidatura alle Olimpiadi 2020. Dall'estero siamo tutti italiani, non si distingue tra milanesi e romani. Se fallisce uno, falliamo tutti".
Critiche dal Pd: "Ormai non ci sono più limiti alla fantasia del sindaco Alemanno nell'inventare nuove tasse. Adesso propone anche di tassare i cortei, ci aspettiamo a questo punto a reve l'introduzione della tassa sui sit-in o di quella sulle assemblee". Lo ha affermato Umberto Marroni, capogruppo del Pd al Comune di Roma.
"Consiglierei al primo cittadino - ha proseguito Marroni - di riposare evitando di inventare nuovi balzelli dopo aver già approvato nelle scorse settimane una serie di tasse ed aumenti che i romani non si ricordavano da anni e che in autunno andranno pesantemente a gravare sui loro bilanci familiari e su quelli delle imprese romane. Inoltre vorrei ricordare al sindaco Alemanno che la liberta' di manifestare è garantita dalla Costituzione e dalle successive normative, quindi dalla fiscalità generale, e che più di un anno fa è stato firmato un protocollo prefettizio dalle sigle sindacali e dai rappresentanti dei partiti per la disciplina delle manifestazioni al fine di ridurre i disagi per la Capitale".
"Un concetto democratico generale - ha concluso Marroni - che non vorremo in questo clima di leghismo imperante si perdesse nella demagogia campanilistica. Peraltro i governi di destra di Comune, Regione e Stato, con l'aumento dell'Irpef hanno gia' colpito duramente le famiglie romane, proprio sul prelievo fiscale generale".