Scontro Bocchino-Bondi sulle dimissioni di Fini
PoliticaBotta e risposta tra il capogruppo dei deputati finiani - che in un'intervista a Repubblica ha detto: "Si dimettano prima Berlusconi e i ministri imputati" - e il coordinatore del Pdl che ha risposto: "E' in stato confusionale"
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E Berlusconi invoca la mobilitazione porta a porta
Le tensioni che scuotono il centrodestra non ne vogliono sapere di andare in vacanza. Con una nota il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale Pdl, risponde all'intervista che Italo Bocchino ha rilasciato a Repubblica. E le parole sono pesanti come macigni. "Ho l'impressione che all'onorevole Italo Bocchino sfugga, quantunque faccia sfoggio di baldante sicurezza, la durezza e al tempo stesso la complessità della politica". "Chiedere, come fa oggi l'onorevole Bocchino, da una parte le dimissioni pressochè dell'intero governo e dall'altra parte la convocazione di un vertice con tanto di verifica, tradisce l'estremo stato di confusione e di smarrimento in cui si trova il capogruppo di Fli".
I finiani: "Berlusconi plurimputato" - La risposta del presidente dei deputati di "Futuro e Libertà" non si fa attendere. "Sandro Bondi anziché aggredirmi verbalmente dicendo che sono in stato confusionale farebbe bene a dirci se nella scala dei suoi valori deve dimettersi prima un plurimputato come Berlusconi o il presidente Fini a cui la magistratura non ha niente da chiedere neanche come persona informata sui fatti". "La differenza tra noi e Bondi", continua Bocchino, "è anche nella lealtà perché noi abbiamo sempre difeso Berlusconi dalle aggressioni esterne mentre loro si sono fatti promotori di un'aggressione contro Fini soltanto perché", e uso parole di Feltri, "non si è voluto 'mettere a cuccia' nel 'partito contorno' ". "Che Bondi provi piacere a stare a cuccia facendo il contorno di Berlusconi è comprensibile, così come è comprensibile, "conclude Bocchino, "che Fini con la sua storia e il suo consenso abbia scelto di non starci".
Capezzone: “Diano spiegazioni ai cittadini”- “I finiani hanno perso il contatto con la gente”, attacca il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Prima le richieste di imbavagliare il Giornale (ma non erano per la libertà di stampa?), oltre che me ed altri dirigenti del Pdl (ma non si dicevano liberali?). Adesso, da parte di alcuni esponenti finiani, giungono attacchi scomposti contro il premier e alcuni ministri. C'è davvero da temere che questi esponenti finiani abbiano perso il contatto con i cittadini". "Altrimenti - prosegue - si sarebbero accorti che il Paese, a larghissima maggioranza, sta con il Premier Berlusconi e con il Governo, contro le polemiche stucchevoli e lo stillicidio del continuo controcanto. E' ai cittadini che devono dare spiegazioni, non a noi".
Matteoli: "Respingo le intimidazioni, voto unica alternativa"- Contro il presidente dei deputati di Fli, era intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed ex membro di An, Altero Matteoli. "Leggo senza alcuna sorpresa l'intervista del Capogruppo Fli che lancia maldestri avvertimenti e intimidazioni. Non essendo ricattabile li respingo al mittente e al mandante". "Ho già avuto modo di dire", aggiunge il ministro, "che non condivido la piega che ha preso la situazione politica che, se non fermata, porterà dritti alle elezioni anticipate. A differenza di quanto auspica l'intervistato, non sono possibili ammucchiate, unica alternativa al Governo in carica è il voto. Se a settembre non si farà chiarezza", ribadendo in Parlamento il patto con gli elettori, non ci saranno altre strade percorribili senza passare dai cittadini. Altri scenari, già visti in passato con conseguenze perverse per il Paese", conclude Matteoli, "non sono all'orizzonte".
Di Pietro: "Disponibili a un governo tecnico" - Il leader dell'Idv ha dichiarato invece a SkyTG24: "La maggioranza è ormai allo sfascio. Inutile perdere tempo. Andare al più presto al voto". Sulla ex casa di An a Montecarlo: "Se Fini non fa chiarezza è finito"
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I finiani: "Berlusconi plurimputato" - La risposta del presidente dei deputati di "Futuro e Libertà" non si fa attendere. "Sandro Bondi anziché aggredirmi verbalmente dicendo che sono in stato confusionale farebbe bene a dirci se nella scala dei suoi valori deve dimettersi prima un plurimputato come Berlusconi o il presidente Fini a cui la magistratura non ha niente da chiedere neanche come persona informata sui fatti". "La differenza tra noi e Bondi", continua Bocchino, "è anche nella lealtà perché noi abbiamo sempre difeso Berlusconi dalle aggressioni esterne mentre loro si sono fatti promotori di un'aggressione contro Fini soltanto perché", e uso parole di Feltri, "non si è voluto 'mettere a cuccia' nel 'partito contorno' ". "Che Bondi provi piacere a stare a cuccia facendo il contorno di Berlusconi è comprensibile, così come è comprensibile, "conclude Bocchino, "che Fini con la sua storia e il suo consenso abbia scelto di non starci".
Capezzone: “Diano spiegazioni ai cittadini”- “I finiani hanno perso il contatto con la gente”, attacca il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Prima le richieste di imbavagliare il Giornale (ma non erano per la libertà di stampa?), oltre che me ed altri dirigenti del Pdl (ma non si dicevano liberali?). Adesso, da parte di alcuni esponenti finiani, giungono attacchi scomposti contro il premier e alcuni ministri. C'è davvero da temere che questi esponenti finiani abbiano perso il contatto con i cittadini". "Altrimenti - prosegue - si sarebbero accorti che il Paese, a larghissima maggioranza, sta con il Premier Berlusconi e con il Governo, contro le polemiche stucchevoli e lo stillicidio del continuo controcanto. E' ai cittadini che devono dare spiegazioni, non a noi".
Matteoli: "Respingo le intimidazioni, voto unica alternativa"- Contro il presidente dei deputati di Fli, era intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed ex membro di An, Altero Matteoli. "Leggo senza alcuna sorpresa l'intervista del Capogruppo Fli che lancia maldestri avvertimenti e intimidazioni. Non essendo ricattabile li respingo al mittente e al mandante". "Ho già avuto modo di dire", aggiunge il ministro, "che non condivido la piega che ha preso la situazione politica che, se non fermata, porterà dritti alle elezioni anticipate. A differenza di quanto auspica l'intervistato, non sono possibili ammucchiate, unica alternativa al Governo in carica è il voto. Se a settembre non si farà chiarezza", ribadendo in Parlamento il patto con gli elettori, non ci saranno altre strade percorribili senza passare dai cittadini. Altri scenari, già visti in passato con conseguenze perverse per il Paese", conclude Matteoli, "non sono all'orizzonte".
Di Pietro: "Disponibili a un governo tecnico" - Il leader dell'Idv ha dichiarato invece a SkyTG24: "La maggioranza è ormai allo sfascio. Inutile perdere tempo. Andare al più presto al voto". Sulla ex casa di An a Montecarlo: "Se Fini non fa chiarezza è finito"
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