Berlusconi: rispettare gli elettori o saranno dolori

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Il premier Silvio Berlusconi
QUIRINALE: CONSULTAZIONI; RAPPRESENTANZA PARLAMENTARE DI FORZA I

Dopo un crescendo di tensione, una nota del premier apre alla riconciliazione. I finiani: "Segnale positivo, ma basta con le aggressioni". Bossi: "Votare subito". Di Pietro: "Esecutivo d'emergenza per una nuova legge elettorale"

Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati. IL VIDEO

La giornata politica era cominciata male per la maggioranza, con i botta e risposta tra finiani e fedelissimi del premier che già martedì avevano fatto salire la tensione alle stelle e costretto a evocare da più parti scenari alternativi all'attuale governo Berlusconi. Subito al voto, reclamava Bossi. Ipotesi di transizione, replicavano i finiani, Pd e Udc con qualcuno che già metteva sul piatto il nome di Beppe Pisanu, mentre Di Pietro apriva a un governo di transizione che modifichi la legge elettorale e vari una nuova norma sul conflitto d'interessi.
Una tensione così alta che evidentemente ha spaventato un po' tutti. Tanto che in serata sono bastate le poche righe di una nota ufficiale di Palazzo Chigi per far scoppiare una (temporanea?) calma dopo la tempesta.

Berlusconi: "Il mandato elettorale va rispettato" -
"Il riconoscere che il mandato elettorale ricevuto e il programma di governo votato da milioni di italiani sono da rispettare come assoluto valore etico è l’unico atteggiamento responsabile e costruttivo che si aspettano i nostri elettori".
E' quanto scrive in una nota il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per il premier, gli elettori di Pdl e Lega "non potrebbero comprendere come alcuni possano dividersi per giochi di palazzo della vecchia politica ed esclusivamente per un tornaconto di parte".
"Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il Governo e contro la propria stessa maggioranza - riferisce la nota di Palazzo Chigi - se vi sarà questo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra, che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive".

I finiani: "Segnale positivo" - "La disponibilità del Presidente del Consiglio a ricercare una nuova unità del centrodestra nel rispetto del programma che ci vincola con gli elettori è un segnale positivo. Auspichiamo che questo segnale serva a recuperare un clima di reciproco rispetto tra istituzioni che vanno valorizzate e non dimissionate con richieste peraltro irricevibili". Così i tre esponenti di "Futuro e libertà", Italo Bocchino, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli, hanno commentato le parole del premier, aggiungendo inoltre che "si blocchi l'aggressione quotidiana nei confronti di Fini e si esca da questa fase di esasperato conflitto".
Poche ore prima delle dichiarazioni della presidenza del Consiglio, il finiano Carmelo Briguglio aveva auspicato un "governo di garanzia, presieduto da una personalità di rilievo" quale Beppe Pisanu.
Dichiarazioni, queste, arrivate dopo diversi botta e risposta tra i pidiellini e i finiani: in seguito agli attacchi dei quotidiani vicini al Pdl, "Futuro e libertà" aveva rilanciato chiedendo chiarimenti sull'acquisto della villa di Arcore da parte del premier.

Bossi: "Subito al voto" - Le ipotesi di governo tecnico sono state invece nettamente scartate da leader della Lega Umberto Bossi: "Si va a votare subito e sono esclusi governi di larga coalizione o tecnici per prolungare la legislatura. Questi governi  sono proprio le cose che non vogliamo - ha detto Bossi - Sono cose che con la democrazia non  ci devono essere. Governo tecnico significa fare un governo per  togliere tutte le leggi che non gli piacciono".

Di Pietro: "Esecutivo per fare legge elettorale" - L'ipotesi del governo tecnico non è stata scartata da Antonio Di Pietro. In un'intervista a SkyTG24, il leader dell'Idv ha invocato le elezioni, ma si è detto anche disponibile per un governo tecnico che modifichi la legge elettorale e vari una nuova norma sul conflitto d'interessi.
L'ex magistrato ha poi chiamato in causa il segretario Pd Pier Luigi Bersani,  che ha invocato, in caso di voto, un'unione tra tutte le forze oggi all'opposizione: "Bossi e Berlusconi fanno la voce grossa  perché non sanno che pesci prendere - ha detto l'ex ministro dello Sviluppo economico - Se la  rottura del mitico predellino portasse ad una situazione tale da  rendere inevitabili le elezioni e per giunta con questa vergognosa  legge elettorale noi ci rivolgeremmo alle forze del centrosinistra e  dell'opposizione per una strategia comune di cui siamo già pronti a  proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche".


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