Fini: "Berlusconi illiberale. Non mi dimetto"

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Dura replica a Berlusconi: "Sono stato espulso dal partito che ho contribuito a fondare senza che potessi esprimermi. Garantismo non vuol dire immunità". Creato il nuovo gruppo Futuro e Libertà per l'Italia. L'INTERVENTO INTEGRALE IN VIDEO

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"Si sente forte e chiaro"?. Esordisce così Gianfranco Fini alla conferenza stampa indetta per replicare alle decisioni prese giovedì dall'ufficio di presidenza del Pdl.
E lo fa in pochi minuti, senza giri di parole: "In due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare. E ciò perché - spiega il presidente della Camera - ritenuto colpevole di 'stillicidio, di distinguo o contrarietà nei confronti del governo', 'critica demolitoria alle decisioni del partito', 'attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier'".
"Inoltre - aggiunge ancora Fini citando il documento diffuso giovedì 29 luglio, - avrei 'costantemente formulato orientamenti' e persino, pensate che misfatto, 'proposte di legge che confliggono col programma elettorale'. La concezione non propriamente liberale della democrazia che l'onorevole Berlusconi dimostra di avere, emerge anche dall'invito a dimettermi, perché allo stato è venuta meno la fiducia del Pdl nei confronti del ruolo di garanzia di presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni"'.

Alla richiesta di fare un passo indietro rispetto alla sua carica istituzionale Fini replica: "Ovviamente non darò le dimissioni, perché è tutti noto che il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e l'imparziale conduzione dell'attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto. Sostenerlo dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d'amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni".

"Infine - conclude - ringrazio dal più profondo del cuore i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito. Sono donne e uomini liberi, che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta agirà davvero nel solco del programma elettorale e che non esiteranno a contrastare scelte dell'esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell'interesse generale".

Giovedì 29 luglio "è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana - afferma con fermezza la terza carica dello Stato - Ciò tuttavia non ci impedirà di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un Futuro di Libertà. Per l'Italia".

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